Ortolani Giovanni Battista
Presenza scheda biografica
no
Data di nascita
1899/09/20
Livello di istruzione
licenza elementare
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Verdello (Bg) il 20.9.1899, si sposa il 23.2.1925 con Angelina Bernini, è domiciliato a Bergamo, dal 1916 a Valtesse in via Maggiore 27 e in seguito a Boccaleone in via Pietro Isabello. Lavora come operaio meccanico alla Magrini, è socialista massimalista anche se nel 1925 è segnalato come comunista perché sorpreso la sera del 2.4.1925 nei locali della CdL di Bergamo, in via Sant' Orsola 7, a svolgere il ruolo di segretario in una riunione di operai metallurgici aderenti alla Fiom. Rilasciato il giorno dopo alle 21.30, il 30.4.1925 la sua abitazione viene perquisita dal vice-brigadiere dei Cc Sebastiano Milelli e dai carabinieri Paolo Ferrari e Luigi Magri, senza esito. Nel fascicolo ci sono due documenti autografi redatti da Ortolani, scritti lo stesso 2.4.1925 e sequestrati la sera al momento dell’arresto. Il primo è il testo di una mozione d’ordine presentata dallo stesso Ortolani all’assemblea degli operai metallurgici aderenti alla Fiom prevista e realizzata la sera del 2.4.1925 presso la CdL. Si tratta di 2 pagine manoscritte in cui lamenta la mancata agitazione dei metalmeccanici bergamaschi a causa dell’eterogeneità del comitato direttivo della Fiom. La tattica dei dirigenti Fiom, a suo giudizio, “non [è] consona alle necessità di tutto il proletariato metallurgico”. Propone pertanto che il nuovo consiglio che verrà eletto “sia l’espressione esatta della volontà degli organizzati” e invita il nuovo consiglio ad attenersi ai seguenti punti: 1. svolgere tutte le attività necessarie alla riorganizzazione dei metallurgici bergamaschi; 2. premere sugli organi centrali perché rivedano il “loro sbaglio, per poscia preparare la massa metallurgica ad un’agitazione che li porti alla conquista delle posizioni perdute; 3. che nelle agitazioni venga d’ora innanzi accolte quelle proposte che da essi erano avanzate aiutandoli così alla loro emancipazione diretta; 4. che il Comitato direttivo nella sua attività si attenga alle direttive della lotta di classe; 5. che il Comitato direttivo esplichi un’attività forte, anche nel campo dell’unità sindacale nazionale come internazionale; 6. che siano sempre tenute in considerazione le proposte avanzate anche dalla minoranza. Il secondo documento, di 3 pagine manoscritte e sempre dello stesso Ortolani, è la relazione scritta durante quella stessa assemblea del 2.4.1925, indirizzata al Comitato Interregionale della Fiom di Milano e relativa all’agitazione sindacale degli operai metallurgici di Bergamo del 13.3.1925. Nel 1930 il brigadiere Calanca, pur rilevando che dal 1925 Ortolani non si occupa più di politica, non ritiene opportuna la sua radiazione dallo schedario dei sovversivi. Ancora nel settembre 1933 non è iscritto al Pnf e i suoi due figli non sono iscritti all’Onb, pertanto nemmeno in tale occasione viene radiato dallo schedario dei sovversivi. Nel 1934 “mantiene sempre le sue vecchie idee contrarie al regime”. Nel secondo dopoguerra scrive una lettera, pubblicata sulla rivista di Torino «Resistenza. Giustizia e Libertà» (n. 3, marzo 1963), intervenendo in un più ampio dibattito suscitato da un articolo di Carlo Casalegno, comparso sulla stessa rivista nel novembre 1962 e fortemente polemico contro molti intellettuali italiani firmatari di un manifesto contro la politica statunitense verso Cuba. (G. Mangini, R. Vittori)
Familiari
Ortolani Carlo
(padre)
Nato nel 1864, contadino.
Colombo Teresa
(madre)
Contadina
Bernini Angelina
(moglie)
Sposata il 23.2.1925.
Ortolani Caterina Giacoma
(sorella)
Nata a Verdello il 2.8.1892.
Ortolani Giovanna Giulia
(sorella)
Nata a Verdello il 9.1.1894.
Ortolani Giacomo Angelo
(fratello)
Nato a Verdello l’1.1.1896.
Ortolani Andrea
(fratello)
Nato a Verdello il 5.10.1897.
Luoghi di residenza
Bergamo
Lombardia
Italia
Valtesse di Bergamo
Lombardia
Italia
via Maggiore 27
(1916 - )
Bergamo
Lombardia
Italia
via isabello
Fatti notevoli
Nel 1925 è segretario della sezione FIom di Bergamo ed in quanto tale arrestato il 2.4.1925
Sanzioni subite
perquisizione
(1925 - )
Il 30.4.1925 viene perquisita la sua abitazione con esito negativo
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
no
Documentazione allegata
1 Testo di una mozione d’ordine presentata da Ortolani all’assemblea degli operai metallurgici aderenti alla FIOM prevista la sera del 2.4.1925 presso la CdL (2 pagine ms), in cui lamenta la mancata agitazione dei metalmeccanici bergamaschi a causa dell’eterogeneità del comitato direttivo della Fiom. La tattica dei dirigenti Fiom a suo giudizio “non [è] consona alle necessità di tutto il proletariato metallurgico.” Propone che il nuovo consiglio che verrà eletto ”sia l’espressione esatta della volontà degli organizzati” e invita il nuovo CD ad attenersi a quanto segue: 1) svolgere tutte le attività necessarie alla riorganizzazione dei metallurgici bergamaschi; 2) premere sugli organi centrali perché rivedano il “loro sbaglio, per poscia preparare la massa metallurgica ad un’agitazione che li porti alla conquista delle posizioni perdute; 3) che nelle agitazioni venga d’ora innanzi accolte quelle proposte che da essi erano avanzate aiutandoli così alla loro emancipazione diretta; 4) che il CD nella sua attività si attenga alle direttive della lotta di classe; 5) che il Cd esplichi un’attività forte, anche nel campo dell’unità sindacale nazionale come internazionale; 6) che siano sempre tenute in considerazione le proposte avanzate anche dalla minoranza.
2 Relazione scritta da Ortolani la sera del 2.4.1925, indirizzata al Comitato Interregionale della FIOM di Milano in cui si fornisce un resoconto dell’agitazione sindacale degli operai metallurgici di Bergamo del 13.3.1925 [3 pag. ms]. Questa la sintesi del documento: dello sciopero regionale dei metallurgici si viene a conoscenza solo alle ore 12 dello stesso 13 marzo; alla sera si tiene riunione dei rappresentanti di tutte le officine alla CDL in cui viene riconfermata fiducia incondizionata nella Fiom e si provvede affinché l’agitazione venga disciplinata agli ordini della sezione locale e di quella di Seriate. Sabato 14 l'astensione è totale in oltre una decina di stabilimenti per un totale di astensione del 95%. Alle ore 9,00 del 14 la CdL era stipata di operai, parte dei quali rimangono all’esterno; parlano diversi operai e il segretario della sezione, ma l’assemblea è interrotta dall’arrivo di polizia e carabinieri, i quali chiudono la sezione. Mentre gli operai ritornano a casa, emissari dei sindacati fascisti, gli invitavano a recarsi alle 3 pomeridiane alla loro sede assicurandoli che la polizia non avrebbe effettuato perquisizioni. Alcuni abboccano anche per curiosità; una commissione si reca in prefettura per protestare per la chiusura. “Il prefetto insiste che si faccia uso della sede dei sindacati fascisti, e dice che non permetterà che vi sia un’organizzazione che vuole lo sciopero, mentre un’altra animata da nobili sentimenti, ecc. ecc, intende mandare a tutti i costi gli operai al lavoro. Dopo molta insistenza si ottiene di tenere aperta la CdL come ufficio informazioni senza tenere comizi o riunioni. Alle ore 15 ai sindacati fascisti sono presenti un centinaio di operai. Il Belli, dei sindacati fascisti chiede di riprendere il lavoro, ma diversi operai dichiarano che avrebbero ripreso il lavoro solo se la Fiom l’avesse ordinato. Belli si ritira minacciando sanzioni a chi non riprenderà il lavoro. Il 15 il comitato di agitazione si riunisce all’aperto e si decide che la propaganda per lo sciopero sarebbe avvenuta all’esterno delle officine prima dell’inizio del lavoro. Il giorno 16 le officine sono presidiate dalle forze dell’ordine e chi tenta di fare opera di persuasione viene arrestato, così che la massa non avendo indicazioni precise, decide di entrare. Firmato Il segretario Ortolani Giovanni Battista via Maggiore 27, Valtesse.
Riferimenti bibliografici
Giachetti 2011
riferimento p. 97, nota 20.