Oscar Antonia Maddalena, detta Nina


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n. busta
80
n. fascicolo
2390
Primo estremo
1924
Secondo estremo
1939
Cognome
Oscar
Nome
Antonia
Altri nomi
Maddalena detta Nina
Presenza scheda biografica
Luogo di nascita
Data di nascita
1899/10/19
Luogo di morte
Brescia
Data di morte
1992
Livello di istruzione
licenza elementare
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nata a Cerete Basso (Bg) il 19.10.1899, definita dalla polizia fascista “comunista con tendenza anarchica”, come viene scritto sulla sua scheda biografica aperta dalla Sotto-prefettura di Verolanuova (Bs) il 19.5.1924. Il padre muore a 29 anni in Australia, dov’era emigrato per lavoro. Ha un fratello, Vincenzo Francesco (n. Cerete il 18.11.1900) e una sorella, Maria (n. Cerete il 10.4.1902). Alla morte del padre, la madre trova lavoro come cuoca presso un’impresa edile in Moravia, e per questo affida i due figli piccoli ai nonni, mentre Antonia, figlia maggiore, viene affidata a Caterina Ronchi (di Bortolo e Margherita Ferri, n. a Cerete il 20.7.1878, portalettere), che a Cerete Basso la tiene con sé fino al 1911. Nel 1913 trova lavoro presso l’azienda Olcese. La madre, rientrata dalla Moravia, si unisce con Marcolini, capo della locale lega socialista, con il quale gestisce un’osteria a Gambara (Bs). Alla fine della prima guerra mondiale Antonia si trasferisce presso la madre e il patrigno, aiutandoli nella gestione dell’osteria. Entrata nel partito comunista, vi conosce Luigi Abbiati (di Giuseppe, n. a Melegnano il 26.6.1897 e domiciliato a Pontevico, inizialmente socialista, combattente nella prima guerra mondiale, entrato nel Pcd’I in seguito al Congresso di Livorno del 1921) che diviene suo compagno e in seguito suo marito. Alla morte del patrigno e in seguito alle minacce fasciste per la sua attività militante, lascia Gambara e si trasferisce a Brescia, dove trova lavoro come viaggiatrice per una ditta tedesca di ingrandimenti fotografici, ma i suoi viaggi professionali destano i sospetti della Questura di Brescia, che li ritiene occasione di ‘propaganda sovversiva’. In seguito al ritrovamento del suo nominativo tra le numerose carte sequestrate dalla polizia durante la perquisizione a Milano della sede clandestina della Federazione giovanile comunista italiana, nell’aprile 1924 viene eseguita anche la perquisizione nella sua abitazione di Gambara, nel corso della quale vengono sequestrati alcuni opuscoli di stampa rivoluzionaria (il resoconto del processo di Errico Malatesta ad Ancona, copie del quindicinale anarchico «Pensiero e Volontà» diretto da Malatesta, il libro di Luigi Fabbri, 'La Controrivoluzione preventiva'), oltre ad alcuni francobolli con vignette satiriche e alcuni appelli, redatti dalla stessa Oscar, rivolti al proletariato, che viene incitato alla riorganizzazione politica in vista di quella vittoria rivoluzionaria che i socialisti non hanno saputo conseguire. In seguito a questo viene aperta la sua scheda biografica. La morte del patrigno, l’ostilità violenta dei fascisti contro di lei e contro Abbiati e la perquisizione della sua abitazione, la inducono a lasciare Gambara il 12.4.1924. Dopo un breve soggiorno a Cerete, si sposta a Brescia in cerca di lavoro. Nello stesso anno – ma secondo la Questura di Brescia nel 1927 - diviene moglie di Luigi Abbiati. Questi nel 1922 era stato mandato dal partito comunista a Riesi (Cl) con l’incarico di organizzare i contadini locali, ma era stato arrestato insieme ad altri militanti e imprigionato fino al 1924, poi rispedito a Brescia con foglio di via obbligatorio. Nel 1925 nasce il primo figlio, Franco. Nell’ottobre 1925 Antonia Oscar risulta risiedere a Brescia e secondo la locale Questura è lei, insieme al marito, a mantenere i collegamenti tra il Comitato sindacale comunista di Milano e la sezione bresciana del partito. Nel 1926 Abbiati viene arrestato e condannato a 5 anni di confino e Antonia decide di seguirlo a Lipari dove, nel marzo 1927, nasce la seconda figlia, Dolores (Lipari, 1927 – Brescia, 2001). A Lipari nasce anche l’ultimo figlio della coppia, Loris. L’8.8.1928 la Questura di Brescia segnala a quella di Bergamo che Oscar, già residente a Brescia, si è trasferita a Lipari presso il marito confinato politico. Dopo la fine del confino, nell’ottobre 1932 la coppia Oscar-Abbiati si trasferisce a Milano in piazzale Angilberto n. 8, dove viene attentamente sorvegliata. La madre di Antonia, Melania Gabrieli, risiede a Intra e gestisce il dispensario del Dopolavoro di quella città, mentre lo zio Massimo Gabrieli è direttore del carcere di Gallarate. Nel fascicolo è conservato un voluminoso incartamento, redatto e firmato dall’ispettore Nudi dell’Ovra, relativo al gruppo di militanti comunisti bresciani e milanesi raccolto intorno ad Abbiati, definito “notissimo e pericolosissimo comunista” e alla stessa Oscar, presentata come “moglie del noto accanito comunista Abbiati Luigi”. Oltre ad Abbiati e alla Oscar, sono segnalati i nominativi di Adriano Agostini, Giuseppe Andrini, Roberto Bandiera, Mario Bianchi, Mendes Boiani, l’anarchico Ettore Bonometti (Brescia, 1872-1961), Ermelinda Calza, Luigi Caratti, Riccardo Caretti, Agostino Cattaneo, Enea Cenacchi, Albino Colombo, Luigia Gallazzi, Luigi Grosso, Beniamino Ioppolo, Luca Merlo, Edoardo Pedrazzini, Antonietta Pintor, Velia Ravazzoli, Giovanni Vallillo. Nel rapporto emerge (alle pp. 15-16) che la Oscar è “animatrice infaticabile”, propagandista attivissima e convinta del movimento antifascista milanese. Ha contatti con Mario Venanzi, la pittrice Ermelinda Calza, Albino Colombo, Luigia Gallazzi, Ettore Bonometti, Agostino Cattaneo ed altri di Brescia, tutti militanti comunisti. Oscar ammette di conoscere Venanzi e di aver ricevuto da lui copia del giornale «Le Temps» e due copie di una rivista internazionale e di frequentare la Calza, incontrata durante conferenze letterarie e artistiche all’istituto De Amicis in piazza Duomo, a cui avrebbe prestato il "libro sulla tragedia del Celiuskin”. Nella sua abitazione vengono sequestrati “albi fotografici sulla Russia”, che avrebbe recuperato tra i rifiuti del carteggio della delegazione commerciale russa presso la quale un anno prima aveva lavorato come inserviente temporanea. Nel rapporto dell'Ovra è giudicata donna di “viva intelligenza, di carattere risoluto, di scaltrezza non comune. É donna veramente pericolosa, la cui fede nel partito comunista è solo pari all’attività con la quale essa adempie ai compiti affidatile”. L'ispettore Nudi sospetta che la Oscar sia il tramite tra la “frazione intellettuale” del partito comunista rappresentata da Venanzi, mentre la frazione operaia è quella diretta da Abbiati. In istruttoria però non sono state raggiunte prove concrete. Ritenuta elemento pericolosissimo, viene proposta per il confino. In effetti, al termine di un lungo e minuzioso lavoro di controllo da parte dell’Ovra, Antonia viene arrestata il 6.4.1937 per aver partecipato a Milano all’organizzazione del Centro unico antifascista. Con l’accusa di “aver svolto attività contrastante con gli ordinamenti politici dello Stato”, il 14.6.1937 la Commissione Provinciale di Milano la condanna al confino di polizia per 5 anni, prima a Sant’Onofrio in Calabria (oggi provincia di Vibo Valentia), poi a Ponza e infine alle Tremiti. Lo stesso giorno viene condannato al confino per 5 anni anche il marito Luigi Abbiati. Nel settembre 1939 chiede e ottiene il permesso di corrispondere dalle Tremiti con la sorella Maria (residente a Clusone e sposata con Pietro Trussardi). A fine pena viene trattenuta come internata. Viene liberata nel settembre 1943. Entrata nelle fila della Resistenza bresciana, nel 1944 viene arrestata e imprigionata per 5 mesi. Dalla liberazione al 1949 è vice-sindaco di Brescia, dove muore nel 1992. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia in doppia posa. Cpc, b. 3619, 1937-1943. (G. Mangini, R. Vittori)
Familiari
Oscar Giuseppe (padre)
Gabrieli Melania (madre)
Oscar Maria (sorella)
Nata a Cerete il 10.4.1902, poi residente a Clusone
Abbiati Luigi (marito)
di Giuseppe, nato a Melegnano (Mi) il 26.6.1897 e domiciliato a Pontevico (Bs), inizialmente socialista, combattente nella prima guerra mondiale, entrato nel Pcd’I in seguito al Congresso di Livorno del 1921. Su di lui: http://www.anpi.it/donne-e-uomini/luigi-abbiati/
Abbiati Franco (figlio)
Nato nel 1925.
Abbiati Dolores (figlia)
Nata nel 1927, morta a Brescia nel 2001.
Abbiati Loris (figlio)
Nato nel 1933 a Lipari.
Luoghi di residenza
Cerete Basso Lombardia Italia (1899 - 1918) Gambara Lombardia Italia (1918 - 1924) Brescia Lombardia Italia Lipari Sicilia Italia (1926 - 1932) Milano Lombarida Italia piazzale Angilberto 8 (1932 - 1937) Tremiti Puglia Italia (1937 - 1943)
Fatti notevoli
1945 - 1949
Vice-sindaco di Brescia
1937/06/06 - 1937/04/14
Arrestata dall'Ovra il 6.4.1937 per aver partecipato a Milano all’organizzazione del Centro unico antifascista.
Sanzioni subite
perquisizione (1924/04 - 1924/04)
Perquisizione della sua abitazione a Gambara (Bs)
confino politico (1937/06/14 - 1943)
Per ‘aver svolto attività contrastante con gli ordinamenti politici dello Stato’, il 14.6.1937 la Commissione Provinciale di Milano la condanna al confino di polizia per 5 anni, prima a Sant’Onofrio in Calabria (oggi provincia di Vibo Valentia), poi a Ponza e infine alle Tremiti. A fine periodo verrà internata e liberata solo dopo il 25-7-1943.
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
no
Documentazione allegata
2 copie di una foto segnaletica in due pose realizzata dalla Questura
Altre fonti archivistiche
(ACS-CPC) Archivio centrale dello Stato (Roma), Casellario Politico Centrale
Busta 3619, Fascicolo
(ACS, C) Archivio centrale dello Stato (Roma), Confino politico
Busta 730, Fascicolo 11156
Riferimenti bibliografici
Antifascisti Cpc 1998, vol. 13
riferimento p. 399
Porta 1990
riferimento pp. 135-176.
Dal Pont, Carolini 1980
riferimento Vol. 1, p. 284.
DBDL 1995
riferimento p. 815.
Anni, Passerini 1990