Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Poscante (Bg) il 22.10.1902, sovversivo come il padre, minatore e bracciante. Ha quattro fratelli, Giovanni (n. in America il 15.8.1907), Angelo (n. a Poscante il 19.1.1909, minatore), Leone (n. a Poscante il 21.12.1910, minatore), Emilio (n. a Poscante l’1.12.1918) e una sorella (Maria, n. Poscante il 20.7.1904, operaia). Per lavoro la sua famiglia si trasferisce il 10.1.1927 a Genova Molassana, Delegazione di Val Bisagno in via Transasco, dove a sua volta si reca, alternando la sua presenza tra Genova e Poscante. Nel fascicolo è conservato un verbale redatto dalla Questura di Bergamo e relativo al coinvolgimento di Pacchiana in un fatto di sangue avvenuto a Poscante:
“La sera del 21.4.1927 alcuni fascisti di Poscante, di ritorno da Zogno, dove si erano recati a festeggiare il natale di Roma, si trattennero in alcune case di amici per bere e chiacchierare. Verso la mezzanotte si recarono, cantando canzoni fasciste, alla casa del fascista Bosio Fermo, ove si trattennero fino alle due. Nel tragitto un sovversivo, certo Pesenti Alessandro, avrebbe fischiato i fascisti, ne seguì un piccolo alterco senza conseguenze. I fascisti nell’uscire dalla casa del Bosio, notarono qualche cosa di sospetto nella casa del sovversivo Pacchiana Andrea del luogo che per ragioni di lavoro risiede a Genova. Sembra che il Pacchiana domandasse ai fascisti arrogantemente dove andassero, tenendo una mano in tasca, i fascisti sembra che abbiano notato che il sovversivo era in possesso di rivoltella. Giacché i fascisti gli furono sopra, egli riuscì’ a fuggire a casa, da dove vennero sparati diversi colpi di rivoltella, uno dei quali ferì al ginocchio Arizzi Elisabetta moglie del Bosio. In seguito a setticemia la Arizzi morì il 5.5.1927. Il Pacchiana afferma che non era armato di rivoltella. La Arizzi confermò al Pretore che si fece male cadendo dalle scale”. Il successivo 4.6.1927, il capitano dei Cc di Bergamo, Francesco Liberanome, scrive al prefetto un rapporto in cui presenta Pacchiana come sostenitore di “idee prettamente contrarie al fascismo conducendo una subdola campagna contro il Governo Nazionale ed insidiando l’opera patriottica e fattiva che vanno quotidianamente svolgendo i componenti la sezione del fascio di Poscante. La sua azione deleteria in danno del fascismo che, fino a qualche tempo fa condotta in modo celato, ebbe evidentemente manifestazione nella notte del 21 e 22 Aprile u.s. allorché, al passaggio di alcuni fascisti, che cantavano inni nazionali, provocò incidenti creandosi un ambiente tutto ostile da parte della popolazione. La sua sola presenza in detto comune, rappresenta un grave e permanente pericolo per l’ordine pubblico e minaccia l’integrità dei sostenitori delle idee nazionali. Per quanto precede, il Comando scrivente, a salvaguardia del Regime e per la tranquillità del paese di Poscante, propone che il Pacchiana venga assegnato al confino di polizia”. Dopo la vicenda sopra riportata si traferisce stabilmente a Genova, tanto da essere diffidato sia a Bergamo, il 20.1.1928, che a Genova, alla stazione Cc di Porta Doria, il 28.2.1928. In seguito, per lavoro risiede alternativamente tra Genova, Napoli e Trieste, dove giunge nell’aprile 1930 e dove rimane fino al febbraio 1931, quando ritorna nella frazione Trenzasco di Sant' Olcese (Ge). Nei primi anni Quaranta lavora ancora nei cantieri navali di Genova e Castellammare di Stabia (Na), dove risiede in via Brin 13 come assistente tecnico della Società Italiana Lavori Marittimi e dove, come riferisce la Prefettura di Napoli il 15.5.1942 in una nota riservata indirizzata al Cpc e alle Prefetture di Bergamo e Genova, “dedica ogni sua attività al lavoro, non avvicina elementi comunque sospetti e dimostra sincero ravvedimento dell’episodio occorsogli nel 1927 per cui venne diffidato a Bergamo”. Radiato nel 1942 “per cambiato atteggiamento politico”. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia. Cpc, b. 3629, 1927-1942. (G. Mangini, R. Vittori)