Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Caprino Bergamasco (Bg) il 15.3.1890, falegname. Ha due fratelli, Giovanni Severo e Isidoro Giuseppe e due sorelle, Elvira e Cesira. Agli inizi degli anni Venti si trasferisce a Milano, dove frequenta anarchici e socialisti, poi nell’agosto 1931 si trasferisce all’estero con regolare passaporto. Nell’ottobre 1932 si trova in carcere in Lussemburgo, a Esch-sur-Alzette. Nel gennaio 1933 il Console italiano a Nancy informa il Cpc (e questo a sua volta il prefetto di Bergamo e quello di Verona) che Paggio, dopo essere stato espulso dalla Francia, è stato arrestato dalla polizia lussemburghese e nel settembre 1933 risulta di nuovo detenuto nelle carceri di Esch-sur-Alzette per furto e vagabondaggio. Per la stessa ragione, ancora in Lussemburgo, viene condannato a 6 mesi di prigione nella primavera 1934. Il 12.12.1934, alla scadenza della carcerazione, la polizia del Granducato del Lussemburgo lo espelle dal paese accompagnandolo alla frontiera con la Francia. Paggio fa parte di una banda di scassinatori di casseforti, attiva tra Francia, Belgio e Lussemburgo e comandata da Silvio Bracchetti, il quale nel 1935 è detenuto a Liegi in attesa di estradizione. Oltre a Paggio, gli altri componenti della banda sono Gastone Zago (di Carlo e Maria Minto, n. Venezia il 31.5.1904, detto ‘Venezia’, comunista), Enrico Carcereri de’ Prati (di Andrea e Maria Modesti, n. Grezzana, Verona, il 4.8.1901), Giovanni Fantin (di Vincenzo e Margherita Fabbro, n. Aviano, Udine, il 22.8.1896), Francesco Carta (di Giovanni e Mimmina Mela, n. Budduso, Sassari, il 13.6.1904), mentre Settimo Coppi, segnalato da Bracchetti come suo complice, ma in realtà – come riferisce l’Ambasciata italiana in Lussemburgo in un telegramma del 7.6.1935 al Ministero degli Interni, al Ministero degli Esteri, al Consolato italiano di Liegi e a quello di Saarbrücken - è il confidente della polizia belga a cui si deve l’arresto di Bracchetti e soci. Dopo 3 anni di carcere in Lussemburgo, nel 1940 Paggio viene accompagnato alla frontiera del Brennero dalla polizia tedesca. Nel marzo 1941 risiede a Caprino Bergamasco in via Vittorio Emanuele 2. Nell’agosto 1941 ha lavorato come muratore per l’impresa edile Boffanti. Rientrato a Caprino Bergamasco, si allontana nel settembre 1941 e forse si trasferisce presso alcuni parenti a Sesto San Giovanni (Mi). Agli inizi del 1942 viene condannato dalla Pretura di Bergamo a 7 mesi e 15 giorni di reclusione per avere falsificato i suoi documenti. Esce dal carcere il 16.8.1942 e lo stesso giorno, munito del foglio di via, viene mandato al comune di nascita, dove deve presentarsi al podestà e ai Cc locali. (G. Mangini, R. Vittori)