Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Trescore Balneario (Bg) il 26.8.1901, operaio edile, celibe, sovversivo, residente a Zandobbio (Bg), convive con il padre in via Battisti 38/A . Dal 1922 al 1931 lavora in Francia, in particolare in un’officina di Couvrot (dipartimento Marna, regione Grand Est), nei pressi di Vitry-le-François. Ha risieduto nel paese di Couvrot per circa 6 anni consecutivi. In Francia è sospettato di aver fatto parte del ‘Soccorso Rosso’. Il 13.4.1929 il Tribunale di Chalons-sur-Marne lo condanna all’espulsione dalla Francia dopo aver scontato due mesi di carcere per caccia abusiva. Durante la detenzione compie quella che viene definita ‘un’infrazione’ non meglio specificata ma che gli costa un’altra condanna a 18 mesi di carcere. Dopo aver scontato la pena, il 2.7.1930 scrive al Ministero dell’Interno francese per chiedere la sospensione dell’espulsione, osservando che il reato di caccia abusiva da lui compiuto era poca cosa e, insieme alla sua richiesta, allega le dichiarazioni di alcune autorità locali francesi a suo favore, come quella del sindaco di Couvrot, senza però ottenere l’effetto sperato. Rientrato a Zandobbio, in paese viene chiamato ‘Lenin’ o ‘Matteotti’. La sera dell’1.1.1933, insieme ad Ernesto Mutti, pronuncia frasi oltraggiose contro Mussolini e viene alle mani con alcuni fascisti, in particolare con Giorgio Martinelli, in un locale di Zandobbio ritrovo abituale di emigranti antifascisti. L’8.1.1933 viene arrestato e tradotto nelle carceri giudiziali di Bergamo a disposizione dalla Questura. Il 10.1.1933 viene perquisita la sua abitazione, senza esito. In Questura a Bergamo viene diffidato il 14.1.1933 e disposta vigilanza nei suoi confronti. Negli anni successivi lavora soprattutto in Piemonte e nel corso del 1937 lavora come operaio in alcune località delle provincie di Asti e di Alessandria per alcune ditte locali, ma nell’ottobre viene licenziato. Viene radiato nel 1939. Nel fascicolo è conservata, oltre al passaporto, una sua fotografia in triplice posa. (G. Mangini)