Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Sedrina (Bg) il 21.1.1907, ha frequentato la terza classe elementare, bracciante, è il maggiore di 9 fratelli, tutti contadini residenti a Sedrina, in via Cadamiani 93. Emigra in Belgio con regolare passaporto nell’ottobre 1929. Nella primavera successiva, su richiesta della Direzione Generale di Polizia di Bruxelles, il 13.4.1930 il Cpc chiede informazioni su Marchesi al prefetto di Bergamo. Il 15.4.1930 il questore di Bergamo scrive al Comando della Compagnia Interna dei Cc di Bergamo:
"Richiamando la mia nota p.n. del 27 marzo u.s. alla quale non è stata data risposta direttamente e da codesto Comando, bensì da quello della Sezione di Zogno, prego favorirmi gli opportuni chiarimenti in merito alle notizie contraddittorie fornite dai comandi dipendenti in merito a precedenti politici del soprascritto individuo. Infatti il Comando Stazione CC.RR. di Zogno con nota N. 4000 del 30 ottobre 1929 comunicò che il Marchesi era di buoni precedenti morali e politici, in seguito a tale informazione favorevole questo ufficio rilasciò allo stesso il passaporto per il Belgio. Successivamente e cioè con allegato N. 918 del 19.3.1930 lo stesso comando di stazione informò che il Marchesi pel passato 'manifestò e sfoggiò idee sovversive senza peraltro rendersi pericoloso'. Queste ultime informazioni furono confermate dal Comando Sezione CC.RR. di Zogno, con foglio N. 10/8 del 3 corrente. Gradirò un cortese sollecito riscontro dovendo riferirne all’On. Ministero". Il 7.5.1930 il capitano dei Cc di Bergamo, Francesco Mosca, risponde al sollecito della Questura sopra citato, scrivendo che Marchesi prima di trasferirsi all’estero era un seguace di Bortolo Belotti, "quando però tutta Zogno parteggiava per tale tendenza". Poi, entrando nel merito della contestazione mossa dalla Questura di Bergamo sulla contraddittorietà delle informazioni fornite dai Cc, Mosca osserva che "dall’avvento del fascismo al potere, il Marchesi non ha dato modo a rimarco alcuno e non ha dimostrato attività alcuna contraria al regime. Nel trasmettere la sua domanda di passaporto l’Arma di Zogno lo definì di buona condotta politica poiché non poteva differentemente essere ritenuto per la sua attuale condotta in relazione alla sua ignoranza, apatia, e scarsa levatura mentale. Quando invece codesto Ufficio richiese nuove informazioni sulla condotta politica tenuta in patria dal Marchesi, che frattanto era espatriato l’Arma di Zogno ritenne necessario dover comunicare anche ciò che si riferiva al suo passato e cioè che un tempo era stato di sentimenti sovversivi notizia che venne confermata anche dal Comando della Sezione di Zogno che aggiungeva come il Marchesi fosse innocuo, non capace di fare propaganda ecc.". Nella conclusione del suo rapporto, il capitano Mosca annota un interessante appunto rivolto direttamente alla Questura: "Per opportuna norma di codesto Ufficio poi si rappresenta che il Comando di Sezione è equiparato ad un Comando di ufficiale per tutto ciò che ha riguardo al servizio informativo in genere. Perciò la nota di codesta R. Questura pari numero a quella sopra indicata ed a cui si risponde, del 27 marzo u.s. venne inviata al Comando della sezione di Zogno perché rispondesse direttamente essendo competente a ciò fare". Il 26.5.1930 il maresciallo maggiore dei Cc di Zogno, Giovanni Ponti, oltre a trasmettere copia della fotografia di Marchesi, scrive alla Questura di Bergamo che questi "è un tipo di scapestrato, più amante dell’ozio che del lavoro. Al sorgere del Fascismo il Marchesi ancora quindicenne incoscientemente non condivideva le idee di quest’ultima corrente. Per altro egli non ha mai fatto propaganda avversa all’attuale regime, né aveva il minimo ascendente sugli altri". Nel 1930 è ad Hantrage, rue Vernoort 2 e viene definito socialista. Nel frattempo la struttura degli organi informativi e polizieschi ricompone un quadro coerente delle informazioni su Marchesi, fino a quel momento frammentate, come si può notare nel rapporto su di lui inviato il 5.6.1930 dal prefetto di Bergamo al Cpc: "Il controscritto risulta di regolare condotta morale ed è immune da precedenti. Politicamente, allorché era appena quindicenne si accompagnò ad elementi sovversivi prendendo talvolta parte, più per imitazione ed incoscientemente che per sentimento, a manifestazioni di partiti avversi al fascismo; ma non poté esser mai considerato sovversivo. Pertanto, su informazioni favorevoli del podestà e dell’Arma gli venne rilasciato, nell’ottobre u.s., il passaporto per il Belgio dove ancora si trova (..). Considerati i precedenti senza importanza questo Ufficio sarebbe del parere che il Marchesi non venisse inscritto fra gli affiliati a partiti sovversivi e rimane in attesa delle determinazioni di codesto Onorevole Ministero". Marchesi, intanto, nel corso del 1930 passa in Francia, a Pontarlier, dove nel luglio di quell’anno il suo recapito postale è presso il café Gnecchi di rue Basse 16. Tuttavia, il 28.6.1931 lascia Pontarlier per stabilirsi a Fresnes (Doubs) e nel settembre 1931 il Consolato di Tolosa rileva che Marchesi "durante la sua permanenza a Pontarlier si è dimostrato accanito sovversivo, frequentando anche le riunioni comuniste francesi". In seguito a questa segnalazione, il Cpc dispone l’inserimento del suo nome in RF. Nel 1933 è a Digione, dove nel febbraio 1933 sposa Dionisia Tazzoglio (n. a Losanna il 25.4.1904), la cui famiglia è originaria di Serravalle Sesia (Vc). La famiglia d’origine viene informata del matrimonio dai Cc di Zogno il mese successivo perché Marchesi da tempo non fornisce sue notizie. Nel giugno 1935 è ancora a Pontarlier e il Consolato italiano di Digione, pur segnalando il suo antifascismo, "data la scarsissima cultura non si ritiene elemento pericoloso anche perché non da luogo a rimarchi notevoli". Nel giugno 1942 è ancora in Francia con tutta la famiglia. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia. Cpc, b. 3025, 1930-1942. (G. Mangini)