Marchesi Italo Luigi Domenico


click su un'immagine per ingrandirla o ridurla
n. busta
68
n. fascicolo
2024
Primo estremo
1940
Secondo estremo
1943
Cognome
Marchesi
Nome
Italo
Altri nomi
Luigi Domenico
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1877/03/22
Luogo di morte
Caravaggio (Bg)
Data di morte
1956/01/17
Livello di istruzione
diploma
Professione
sacerdote
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato nella frazione Quattro Case del comune di Casalmaggiore (Cr) il 22.3.1877, secondo di 6 fratelli. Viene ordinato sacerdote nel 1902. Negli anni Venti è parroco a Masano, sobborgo di Caravaggio (Bg) nella diocesi di Cremona dove, su progetto dell’architetto e ingegnere mons. Giuseppe Polvara, nel biennio 1925-26 fa erigere una nuova chiesa intitolata a San Vitale Martire in sostituzione del vecchio edificio ecclesiastico preesistente. Dai primi anni Trenta è parroco di Roncadello, frazione di Casalmaggiore. In questi stessi anni risulta essere in relazione con don Primo Mazzolari. Il 29.7.1940 la Questura di Cremona trasmette al prefetto una relazione su don Marchesi nella quale vengono raccolte diverse testimonianze a proposito del suo antifascismo. Secondo quanto dichiara l’oste Giuseppe Marcheselli, durante una processione svoltasi a Roncadello nel 1934 il sacerdote si è rivolto ad un gruppo di persone, che al passaggio della processione non si erano inginocchiate, dicendo loro: “Siete tutti in piedi che mi sembrate dei salami, mentre se passasse un’autorità fascista fareste tanto di cappello e vi sprofondereste in ossequio”. A sua volta, la segretaria del fascio femminile di Roncadello, signorina Carolina Vernizzi, insegnante (n. a Cicognara, Mn, il 7.6.1913), riferisce che nel maggio 1935, avendo giustificato al sacerdote la propria assenza alle funzioni religiose per recarsi a Cremona e partecipare all’adunata in occasione dell’arrivo del Ministro degli Esteri Galeazzo Ciano, il sacerdote le aveva risposto dicendo che “tali convegni scristianizzano il popolo”. Inoltre, secondo Guerina Cortellazzi, moglie del campanaro di Roncadello, il sacerdote non tollera che il gruppo delle massaie rurali sia presente ai cortei funebri portando il loro fazzoletto distintivo con colori vivaci. Da parte sua, il contadino Domenico Valli, residente in una casa adiacente alla residenza parrocchiale, in occasione della visita fatta da don Marchesi a casa sua per accertarsi della necessità di interventi di restauro dell’edificio, rispondendo alla paura di Valli di morire sotto le macerie del tetto, ribatte che la morte “ve la daranno i francesi, ché andrete in guerra e vi ammazzeranno” aggiungendo poi che “non importa l’altra guerra, vedrete questa”. Inoltre, il 16.7.1940, pochi giorni dopo la dichiarazione di guerra dell’Italia alla Francia, nel corso di una predica si esprime così: “Vi ho detto che sarebbe venuta la guerra ed è venuta; tanti sono quelli che partono ma pochi quelli che ritornano. Vedrete in quale miseria ci troveremo questo inverno; tutto sarà rincarato. Venite da me e troverete tutti gli aiuti, tutta l’assistenza, mi fate un torto se non venite da me”. La domenica successiva, 23.6.1940, secondo la testimonianza ancora una volta dell’insegnante Vernizzi, don Marchesi dice che “la Chiesa lavora con giustizia e da’ quello che promette, mentre i potenti hanno delle grandi parole, promettono senza nulla dare”. Oltre ad altre testimonianze simili, che inducono la Prefettura a ritenere don Marchesi disfattista e allarmista, viene poi aggiunta al quadro la denuncia circa una presunta relazione tra il sacerdote e una donna sposata, moglie del campanaro della Chiesa parrocchiale. Per tutto questo il questore Barbagallo, al termine della sua lunga relazione, per il sacerdote propone il confino di polizia, avendo già ottenuto il consenso del Ministero dell’Interno. L’intervento a favore di don Marchesi da parte di mons. Giovanni Cazzani, vescovo di Cremona, con una sua lettera al prefetto di Cremona del 9.8.1940, serve a scongiurare il confino. Il 23.8.1940 la Questura di Cremona così scrive a quella di Bergamo: “Il Sacerdote Marchesi Italo, in oggetto generalizzato, già parroco di Roncadello, era stato assegnato al confino di polizia per avere, predicando dal pulpito e conversando con i fedeli, pronunziato frasi di tenore allarmista e disfattista. Poiché, però, il Marchesi non è stato trovato in condizioni da sopportare il regime di confino, il Superiore Ministero ha consentito che il provvedimento adottato venisse convertito in quello dell’ammonizione. Il Marchesi stesso, pertanto, è stato in data odierna sottoposto al vincolo del monito ed ha dichiarato di prendere domicilio in Caravaggio, presso quel Santuario, ove è stato destinato dalla competente Autorità Ecclesiastica (..)”. Questo episodio viene citato anche nel libro di Giorgio Vecchio, Lombardia 1940-1945. Vescovi, preti e società alla prova della guerra (Morcelliana, Brescia 2005) alle pp. 155-156, dove viene citato appunto l’intervento a favore di don Marchesi da parte del vescovo: “La polizia segnalò il caso al questore e al prefetto, parlando di prediche «di tenore allarmato e disfattista». Di conseguenza il sacerdote fu convocato dalla Commissione provinciale che stabilì la pensa del confino a Pisticci e lo fece arrestare. Intervenne immediatamente mons. Cazzani, che si sforzò di difendere il suo parroco, mettendone in rilievo l’età avanzata (don Marchesi aveva 63 anni) e il fatto che egli fosse fino a quel momento «politicamente incensurato». Con la motivazione ulteriore della precarietà della salute del parroco di Roncadello, mons. Cazzani suggerì tra le righe una soluzione: il prefetto avrebbe rinunciato alla punizione del confino e in cambio don Marchesi si sarebbe dimesso da parroco e si sarebbe trasferito al Santuario di Caravaggio, dove sarebbe certo stata esercitata su di lui «una certa sorveglianza». Così fu fatto”. L’episodio qui sopra descritto è stato spesso citato in ambito storiografico, come nei libri di Francesco Malgeri (La Chiesa italiana e la guerra (1940-45), Studium, Roma 1980), di Silverio Corvisieri (La villeggiatura di Mussolini. Il confino da Bocchini a Berlusconi, Baldini Castoldi Dalai, Milano 2004) e di Mimmo Franzinelli e Riccardo Bottoni (Chiesa e guerra. Dalla benedizione delle armi alla “Pacem in terris”, Il Mulino, Bologna 2005, p. 435). Nel giugno 1942 è ancora a Caravaggio. L’ammonizione termina il 21.8.1942. Ancora vigilato nel 1943. Muore a Caravaggio il 17.1.1956. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia in triplice posa. Un fascicolo a suo nome è in ACS, fondo ‘Polizia Politica’, b. 776. (G. Mangini)
Familiari
Marchesi Angelo (padre)
Nato nel 19849, merciaio.
Cavalmoretti Lucia (madre)
Marchesi Ida Maria (sorella)
Nata a Casalmaggiore l’8.11.1875.
Marchesi Attilio Domenico (fratello)
Nato a Casalmaggiore il 16.7.1878.
Marchesi Paride (fratello)
Nato a Casalmaggiore il 14.3.1880.
Marchesi Quinto Giovanni (fratello)
Nati a Casalmaggiore il 4.12.1881.
Marchesi Angela (sorella)
Nata a Casalmaggiore il 15.3.1883.
Luoghi di residenza
Casalmaggiore Lombardia Italia frazione Roncadello ( - 1940) Caravaggio Lombardia Italia (1940 - ) Caravaggio Lombardia Italia (1940 - 1956)
Fatti notevoli
1940 - 1940
Nel 1940 condannato al confino, condanna tramutata in ammonizione per le sue condizioni di salute e trasferito dalla curia vescovile al Santuario di Caravaggio.
Sanzioni subite
confino politico (1940 - 1940)
Condannato per disfattismo durante le prediche e le conversazioni con i parrocchiani a Roncadello (Cr), condanna commutata in amonizione
ammonizione (1940 - 1940)
Ammonito dopo essere stato condannato al confino ma non confinato per le sue condizioni di salute
Relaz. con altri soggetti
Mazzolari don Primo (antifascista)
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
no
Documentazione allegata
Verbale di denuncia del 29.7.1940 con cui si accusa don Italo Marchesi di allarmismo e disfattismo
Altre fonti archivistiche
(ACS, PP) Archivio centrale dello Stato (Roma), Polizia Politica
Busta 776, Fascicolo
Riferimenti bibliografici
Mazzolari 1997
riferimento p. 151
Vecchio 2005
riferimento p. 155
Malgeri 1980
Corvisieri 2004
Franzinelli, Bottoni 2005
riferimento p. 435.