Persich Francesco


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n. busta
86
n. fascicolo
2581
Primo estremo
1935
Secondo estremo
1936
Cognome
Persich
Nome
Francesco
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1871/05/10
Livello di istruzione
diploma
Professione
sacerdote
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Moschiena (ora Mošćenice, Croazia), nei pressi di Fiume, il 10.5.1871, sacerdote. É parroco del paese istriano di Vetta di Pinguente (ora Buzet, Croazia) e ha scarsa conoscenza della lingua italiana. Nel contesto delle vicende legate alla definizione del confine orientale, nel 1919 era stato già segnalato dalle autorità italiane come sacerdote 'slavofilo' e anti-italiano. Il 26.2.1922 viene denunciato per propaganda anti-italiana. Il 13.3.1925 viene arrestato e denunciato per aver trattenuto in chiesa, per tre giorni scolastici consecutivi, 30 bambini con il pretesto della confessione, di fatto impedendo loro di andare a scuola e per questo accusato di inosservanza delle disposizioni dell’autorità scolastica italiana (art. 183 del Codice penale), reato amnistiato il 24.9.1925. Il 16.5.1925 viene arrestato e denunciato per simulazione di reato, ma il 27.5.1925 viene assolto per insufficienza di prove. L’11.2.1926 viene denunciato per questua clandestina. Il 26.9.1927 viene condannato dalla Pretura di Pinguente a 30 lire di multa per rifiuto di obbedienza. Il 29.2.1928 la stessa Pretura lo condanna a 50 lire di multa per contravvenzione all’art. 146 delle leggi di Ps e il 2.4.1928 a 84 lire di multa per infrazione alla legge sull’assicurazione obbligatoria degli operai. Nel novembre 1928 viene collocato a riposo come parroco e si trasferisce nel comune nativo di Moschiena. Con riferimento all’art. 164 della legge di Ps, viene diffidato nel settembre 1934 per le sue critiche al regime fascista e a Mussolini. Per la persistenza delle sue posizioni anti-italiane, anti-fasciste e anti-mussoliniane presso la popolazione di Moschiena, su proposta del questore di Fiume, Amati, il 22.3.1935 la Commissione Provinciale per il confino di polizia di Fiume lo assegna al confino per 5 anni, da scontare a Bergamo nella Casa del Clero di via S. Antonino 3, dove giunge il 25.4.1935. Lo stesso giorno in Questura gli vengono imposte le seguenti prescrizioni: a. non allontanarsi dalla Casa del Clero senza il permesso della Questura; b. non uscire al mattino prima del levar del sole e non rincasare dopo il tramonto; c. non frequentare esercizi, spettacoli, trattenimenti pubblici, pubbliche riunioni; d. tenere buona condotta e non dar luogo a sospetti; e. presentarsi in Questura alla fine di ogni mese; f. portare sempre con sé la carta prescrittiva per esibirla ad ogni richiesta ufficiale. Don Persich a Bergamo può contare solo sulla pensione che gli viene riconosciuta dallo Stato italiano, in regime concordatario, di 360 lire mensili, dalla quali deve togliere 15 lire giornaliere per il vitto e l’alloggio alla Casa del Clero di Bergamo. Pertanto, il 18.11.1935 inoltra domanda di sussidio giornaliero, che però il 5.12.1935 viene respinta. Liberato il 22.5.1936 per clemenza del duce in occasione della vittoria italiana in Etiopia. La notizia gli viene comunicata dal brigadiere Calanca. Ancora vigilato nel 1942. Interessanti informazioni sull’atteggiamento di don Persich sono contenute nel citato rapporto del questore di Fiume, inviato il 21.3.1935 alla Commissione Provinciale della città istriana, nel quale Persich viene anche definito, allo scopo di sminuirne il profilo umano e favorirne la condanna, “dedito al vino e al gioco delle carte”. Copia del rapporto viene trasmessa alla Prefettura di Bergamo il 26.4.1935. In essa è contenuta la proposta di allontanare il sacerdote dalla comunità locale di appartenenza: «Attivo propagandista ai nostri danni non trascurava, sin d’allora ogni occasione per mantener desto tra la popolazione il sentimento dell’irredentismo slavo, approfittando dell’ascendente ch’egli godeva nella popolazione di detta frazione, nella sua qualità di parroco. Egli mirava in particolar modo a sottrarre all’insegnamento italiano la gioventù, che tentava con tutti i mezzi di slavizzare, arrivando persino a rimproverare aspramente i bambini quando parlavano in italiano. Per tale sua condotta il Persich fu più volte sottoposto anche a procedimento penale. Infatti, nell’anno 1922 risulta esser stato denunziato per propaganda antitaliana, e, successivamente, nell’anno 1925, dall’Arma dei CC.RR. di Sovignacco (Sovinjak) fu denunziato per aver sottratto, per tre giorni consecutivi, circa una trentina di bambini all’insegnamento quotidiano, trattenendoli in chiesa col pretesto della confessione, mentre come egli stesso fece intendere in una dichiarazione allegata agli atti del procedimento, mirava a sottrarli all’insegnamento. Però con sentenza della Sezione d’Accusa di Trieste in data 24 settembre 1925 fu dichiarata estinta la relativa azione penale per amnistia. Collocato a riposo come parroco, nel novembre dell’anno 1928, il Persich si trasferì a Moschiena, dove ha continuato e continua tuttora la sua subdola opera ai nostri danni. Non più tardi del settembre dello scorso anno egli venne diffidato a norma dell’art. 164 della Legge di PS per aver fatto sfavorevoli apprezzamenti nei riguardi del fascismo; esprimendosi anche con frasi irriguardose all’indirizzo di S.E. il Capo del Governo. Noncurante della diffida stessa, che non ha avuto alcun effetto nel suo animo di irriducibile e tenace slavofilo il predetto sacerdote perseverava nella sua opera di denigrazione dell’Italia e del Regime diretta a deprimere il sentimento italiano fra la popolazione del Comune di Moschiena, ove egli risiede. Nell’Osteria di Rubinich Carlo a Moschiena, dove il predetto è solito trattenersi, ha fatto in questi ultimi tempi, conversando con lo stesso proprietario dell’esercizio, nuove maligne insinuazioni ai danni dell’Italia esprimendosi nei seguenti termini: “I bambini devono salutare in croato: ‘Dobra Vecar’ e non Buona Sera occorre dire”; “Se io fossi stato parroco di Moschiena non avrei permesso che l’antica iscrizione in lingua croata venisse sostituita con la nuova in lingua italiana”; “Il muraglione che si costruisce a Fiume sulla linea di confine non ha importanza perché quanto prima le cose cambieranno”; “Noi croati siamo forti perché siamo riusciti a far mantenere la nostra lingua nelle cerimonie religiose”; “Queste scovazze (immondizie) di italiani non staranno molto in queste terre che saranno quanto prima occupate dalla Jugoslavia”. Con i fatti sudescritti, che rivestono caratteri di vera e propria azione contraria agli ordinamenti politici dello Stato, il Persich si è rivelato elemento pericoloso per l’ordine nazionale, onde la necessità di allontanarlo per un congruo periodo di tempo dal luogo ove attualmente risiede, anche per impedire che con i suoi princìpi e la sua opera possa continuare a influire sull’elemento allogeno di Moschiena. Per quanto precede propongo a V.E. il Persich per l’assegnazione al confino di polizia ai sensi dell’art. 180 del T. U. leggi di Ps. Unisco gli atti assunti. Il Questore Amati». Radiato nel maggio 1936 in seguito alla proclamazione dell’Impero fascista. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia in doppia posa. Cpc, b. 3878, 1935-1942, scheda biografica. (G. Mangini)
Familiari
Persich Andrea (padre)
Rudan Anna (madre)
Luoghi di residenza
Vetta di Pinguente, oggi Buzet Italia, oggi Croazia Moschiena, oggi Mošćenice Italia oggi Croazia (1928 - 1935) Bergamo Lombardia Italia via S. Antonino 3 (1935 - 1936)
Sanzioni subite
arresto (1925/03/13 - 1925/03/13)
Il 13.3.1925 viene arrestato e denunciato per aver trattenuto in chiesa, per tre giorni scolastici consecutivi, 30 bambini con il pretesto della confessione, in realtà per impedire loro di andare a scuola e per questo accusato di inosservanza delle disposizioni dell’autorità scolastica italiana (art. 183 del Codice penale), reato amnistiato il 24.9.1925.
arresto (1925/05/16 - 1925/05/27)
Il 16.5.1925 viene arrestato e denunciato per simulazione di reato, ma il 27.5.1925 viene assolto per insufficienza di prove.
ammenda (1927/09/26 - 1927/09/26)
Il 26.9.1927 viene condannato dalla pretura di Pinguente a 30 lire di multa per rifiuto di obbedienza.
ammenda (1928/02/29 - 1928/02/29)
Il 29.2.1928 la Pretura di Pinguente lo condanna a 50 lire di multa per contravvenzione all’art. 146 delle leggi di Ps.
ammenda (1928/04/02 - 1928/04/02)
Il 2.4.1928 a 84 la Pretura di Pinguente lo condanna a pagare 84 lire di multa per infrazione alla legge sull’assicurazione obbligatoria degli operai.
diffida (1934/09 - 1934/09)
Diffidato nel settembre 1934 per le sue citiche al regime fascista.
confino politico (1935/03/22 - 1936/05/22)
Per la persistenza delle sue posizioni anti-italiane, anti-fasciste e anti-mussoliniane presso la popolazione di Moschiena, su proposta del questore di Fiume, Amati, il 22.3.1935 la Commissione provinciale per il confino di polizia di Fiume lo assegna al confino per 5 anni, da scontare a Bergamo nella Casa del Clero di via S. Antonino 3, dove giunge il 25.4.1935.
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
Data di esclusione
1936
Documentazione allegata
foto segnaletica in doppia posa
Altre fonti archivistiche
(ACS-CPC) Archivio centrale dello Stato (Roma), Casellario Politico Centrale
Busta 3878, Fascicolo
Riferimenti bibliografici
Antifascisti Cpc 1998, 14
riferimento p. 309