Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Canonica d’Adda (Bg) il 3.10.1902, autista, comunista. Ha frequentato le scuole elementari fino alla 3a classe. Sposato con Ernesta Bugini, operaia presso le composizioni stampate di Canonica d’Adda, ha avuto due figli, morti però alla nascita. Svolge il servizio militare presso il 1° Gruppo Contraerei di Rivoli (To) dal settembre 1922 all’ottobre 1923.Il 18.12.1935 dona la sua fede nuziale nella giornata dell’oro per la patria. Viene richiamato l’1.3.1939 e congedato nel luglio successivo. Come risulta dalla lettera dell’1.9.1939 scritta al prefetto di Bergamo dal segretario federale della Federazione dei Fasci di Combattimento di Bergamo, Orfeo Colleoni, Pescalli "fu già iscritto al Partito comunista ed è stato bastonato parecchie volte per provocazioni ai fascisti", inoltre alle elezioni ‘politiche’ del 1939 ha votato ‘No’. La sera del 5.8.1939 a Canonica d’Adda alle 23.30 nella piazza centrale del paese pronuncia alcune frasi contro Mussolini, e cioè che "avrebbe mandato a dar via il culo anche il Duce qualora lo avessero richiamato". Tra i presenti vi sono i fascisti Giuseppe Colleoni (fu Adamo e Maria Arnoldi, n. il 17.11.1910 a Crespi d’Adda), Carlo Pecis (fu Girolamo e Giuditta Mariani, n. il 25.2.1886 a Pontirolo Nuovo) e Alessandro Manzetti (di Francesco ed Enrichetta Amati, n. il 18.8.1909 a Canonica D’Adda), il quale colpisce Pescalli con 2 ceffoni. La ragione delle frasi pronunciate da Pescalli, che nella circostanza aveva bevuto, sta nel fatto che Pescalli viene notato da un gruppo di giovani che stavano parlando del richiamo alle armi di alcune classi, tra cui quella di Pescalli del 1902 e, per prenderlo in giro, gli dicono che anche lui sarebbe stato richiamato nonostante il suo recente rientro in congedo illimitato. Nasce da questa provocazione la sua reazione verbale. Denunciato per questo all’autorità giudiziaria da parte dell’Upi della 14a Legione Mvsn, in vista dell’udienza della Commissione Provinciale per il confino di polizia, i Cc di Bergamo il 14.9.1939 compilano per la Questura un accurato rapporto su Pescalli, firmato dal capitano Mario Badoglio, figlio di Pietro Badoglio. Il 21.9.1939 la Commissione provinciale, composta dal prefetto Francesco Ballero, dal procuratore del re Francesco Calcaterra, dal questore Giuseppe Pumo, dal console Mvsn Guido Parenti e dall’ufficiale dei Cc Francesco Lazzari, lo invia al confino per un anno. Il 3.12.1939, di fronte all’ipotesi di revoca o commutazione della pena in caso di ricorso, avanzata dalla questura, è proprio M. Badoglio ad essere contrario perché l’accoglimento del ricorso "in pubblico produrrebbe cattiva impressione". Il ricorso in effetti viene inoltrato ma la Commissione lo respinge il 2.3.1940. Dal Cpc viene indicata Squillace (Cz) come sede del confino, dove giunge l’11.12.1939, scontando interamente la pena. Liberato, il 17.8.1940 lascia il carcere con foglio di via obbligatorio con l’ingiunzione di presentarsi in questura a Bergamo entro 4 giorni. Giunge a Catanzaro solo il 20.8.1940 ma nonostante gli sia rimasto un solo giorno per ottemperare all’obbligo, riesce a giungere in tempo a Bergamo. Nel fascicolo è conservata la sua foto. Cpc, b. 3888, 1939-1940. (G. Mangini)