Pezzoli Alessio

n. busta
87
n. fascicolo
2635
Primo estremo
1928
Secondo estremo
1933
Cognome
Pezzoli
Nome
Alessio
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1863/03/13
Luogo di morte
Almenno San Bartolomeo
Data di morte
1941/07/01
Livello di istruzione
diploma
Professione
sacerdote
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Leffe (Bg) il 13.3.1863, sacerdote, antifascista. Ordinato nell 1885, per due anni svolge il ruolo di coadiutore a Leffe (Bg), ma dal dicembre 1887 diviene curato e, nel maggio 1890, parroco di Almenno San Bartolomeo (Bg). Nel 1919 è ostile alla collocazione del monumento ai caduti della prima guerra mondiale nella piazza antistante la parrocchia. Agli inizi del 1921 è contrario alla collocazione della lapide dedicata ai caduti sulla facciata della chiesa. Nello stesso anno raccoglie 70 mila lire dai parrocchiani per dedicare un monumento funebre ai caduti nel cimitero, ma usa il denaro per costruire nel cimitero una cappella con colombari per sacerdoti. Nel marzo 1923 non interviene a benedire la lapide in memoria dei caduti apposta nell'edificio scolastico, mentre il 4.11.1924 non permette che le corone di fiori per il catafalco ai caduti vengano portate in chiesa, così come l'anno dopo, il 4.11.1925, avendo avuto l'ordine di far suonare le campane per commemorare l'anniversario della vittoria nella prima guerra mondiale, fa pagare al Comune di Almenno San Bartolomeo 12 lire di compenso al campanaro. Nel marzo 1928, parlando dal pulpito e rivolto ai genitori, dice che i maestri, anziché insegnare la canzone del 'fischia il sasso e il sasso in fronte', dovrebbero insegnare maggiore carità cristiana. Inoltre, negli stessi giorni, alla Questura di Bergamo giunge la segnalazione che don Pezzoli, durante l'attività di esposizione della dottrina cattolica ai bambini del paese, avrebbe detto che la comunione sarebbe stata riservata solo a 7 o 8 dei bambini del luogo, escludendo tutti gli altri. Alcuni dei presenti intendono però l'eventuale esclusione come rivolta specificamente agli iscritti alle organizzazioni giovanili fasciste. I primi a reagire sono i fascisti locali, il podestà cav. Giacomo Locatelli e l'avvocato Belotti, che interrogano i bambini sulle parole effettivamente pronunciate dal sacerdote. Anche i genitori si mobilitano e lo stesso don Pezzoli, che incontra alcuni genitori dei ragazzi coinvolti nella vicenda. Il questore invia ad Almenno San Bartolomeo il commissario di Ps Nicola Palmarini, che giunge l'11.4.1928 e, alla presenza del podestà Locatelli e di Carlo Agazzi, segretario comunale, interroga i bambini Giuseppe Gualandris e Costante Donadoni, di 10 anni, ed Emilio Crippa, di 9 anni, che forniscono risposte vaghe, tanto da far sorgere l'ipotesi che il significato delle parole attribuite al sacerdote, probabilmente, è il frutto di un'interpretazione di alcuni dei bambini, che ne hanno poi riferito agli altri non presenti all'incontro con il sacerdote, che a loro volta ne hanno parlato ai genitori. Nella sua relazione al questore, presente nel fascicolo, il commissario di Ps esprime anche la sensazione che genitori e ragazzi abbiano deliberatamente attutito la questione. Rileva inoltre, dopo aver interrogato il dott. Comper, farmacista di Almenno San Salvatore (Bg), e il podestà Calcaterra, che tutta la questione sia da ricondurre ad un dissidio di natura personale, non specificato, tra il podestà di Almenno San Bartolomeo e don Pezzoli. Il questore, evidentemente insoddisfatto del rapporto citato, incarica il tenente Amerigo Trapani, comandante della legione territoriale dei Cc di Bergamo, di ricostruire l'intera vicenda. Secondo il rapporto di Trapani, redatto il 23.4.1928, è dubbio l'episodio della possibile esclusione dall'eucarestia dei bambini iscritti alle organizzazioni fasciste, ma non è dubbia la contrarietà di don Pezzoli alle organizzazioni giovanili fasciste. A conferma di ciò, il rapporto riferisce un episodio ulteriore. La domenica 1.4.1928, nell'omelia svolta durante la messa della domenica delle Palme, riferendosi ai bambini organizzati e inquadrati nei balilla e nelle piccole italiane, il sacerdote afferma di aver provato pena mentre assisteva, in una precedente occasione, alla loro sfilata a Bergamo. Esorta quindi i genitori a tenere presso di sé i loro figli nei giorni festivi per la vita religiosa, almeno fino alla promulgazione di una legge che prescriva l'iscrizione di bambini e bambine nelle organizzazioni giovanili fasciste, in tal caso lui stesso sarebbe stato il primo a raccomandarne l'osservanza. L'effetto della predica di don Pezzoli è significativo: due giorni dopo 36 fra balilla e giovani italiane chiedono di uscire dalle rispettive organizzazioni e, interrogati in proposito insieme ai genitori, si giustificano dicendo che il parroco "aveva gridato". Nei giorni seguenti, dopo l'immediato intervento delle autorità fasciste locali e dei maestri del paese, 33 dei 36 bambini usciti rientrano nelle organizzazioni giovanili fasciste. Ad Almenno San Bartolomeo gli iscritti ai Balilla erano 120 al 1.2.1928, al 23.4.1928 sono 116. Il rapporto si conclude con la proposta dell'ammonizione al sacerdote per l'evidenza della sua ostilità al regime. Inoltre, l'ipotesi avanzata dello scioglimento dell'oratorio viene scartata perché l'oratorio di Almenno San Bartolomeo non esiste. Nella stessa data del rapporto dei carabinieri, il procuratore del Re della Procura di Bergamo, Vincenzo Zampelli, scrive al questore chiedendo informazioni sui risultati dell'inchiesta ordinata dalla Questura. Diffidato dal questore il 3.5.1928. Radiato nel 1933. (G. Mangini)
Familiari
Pezzoli Agostino (padre)
Galizzi Margherita (madre)
Luoghi di residenza
Almenno San Bartolomeo Lombardia Italia (1887 - 1941)
Sanzioni subite
diffida (1928/05/03 - 1928/05/03)
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
Data di esclusione
1933
Riferimenti bibliografici
Arrigoni, 2009
riferimento pp. 189-219.