Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Stezzano (Bg) il 10.8.1905, antifascista, muratore, licenza elementare. Emigra in Francia per lavoro nel 1930, nel settembre 1935 rientra a Stezzano. Il 9.2.1936 al dopolavoro di Stezzano canta a bassa voce 'Bandiera rossa' e 'l'inno fascista 'Giovinezza' sull'aria di 'Bandiera rossa', per questo il dispensiere Giovanni Daminelli lo allontana. Ritornato la sera stessa, a causa di un litigio con il manovale Pietro Pesenti (31 anni) dovuto a questioni di gioco, dice a quest'ultimo: "Sei un bambo come Mussolini; non ho paura di nessuno; a Mussolini e all'Italia sputo in faccia" e sputa davvero, colpendo due avventori. Buttato fuori dal locale, il giorno dopo è arrestato dai Cc. Di fronte alle accuse nega, ma i testimoni presenti nel Dopolavoro confermano l'episodio. Il 26.2.1936 la Commissione Provinciale per il confino di polizia (composta dal prefetto Strano, dal procuratore del Re Calcaterra, dal questore Monarca, dal console Mvsn Gallo, dal maggiore dei Cc Congedo e dal commissario di Ps Viele) lo condanna a 2 anni di confino a Isernia, dove giunge il 19.3.1936. Dopo poche settimane viene prosciolto in seguito alla proclamazione dell'Impero del 9.5.1936. La sua foto segnaletica, presente nel fascicolo, è stata realizzata a Bergamo il 2.3.1936. Rientrato a Stezzano, agli inizi di gennaio 1937 si reca a Caserta, dove cerca di arruolarsi volontario nella milizia fascista per la Spagna, ma il 10.1.1937 viene fermato e il 15.1.1937 rispedito a Stezzano. Qui è di nuovo arrestato il 7.2.1937 perché il giorno prima, 6.2.1937, verso le 23.30 si trova ancora nel dopolavoro quando giunge in visita di ispezione il segretario del fascio locale, Angelo Tognazzi (n. a Bergamo il 10.2.1902). Notata la presenza di Piatti, Tognazzi lo allontana perché questi non è iscritto all'Opera Nazionale Dopolavoro - O.N.D. e per il precedente politico. Piatti se ne va, ma poco dopo si riaffaccia alla porta del dopolavoro e grida "Abbasso il Duce" e subito scappa in bicicletta. Alcuni dei presenti al dopolavoro lo inseguono, lo raggiungono e lo portano dai Cc, che lo arrestano. Interrogato, non nega ma si giustifica dicendo che, benché si fosse rivolto alle autorità locali per chiedere aiuto nel trovare un lavoro, nessuno si è occupato di lui. Denunciato per atteggiamento antinazionale, il 2.3.1937 viene condannato come "individuo socialmente pericoloso" a 2 anni di confino a Isernia, dove giunge il 24.3.1937. Il 2.4.1938 viene arrestato dai Cc per ubriachezza e contravvenzione agli obblighi di confino e spedito alle Tremiti (Fg). Piatti chiede di essere trasferito ad altra sede per poter trovare lavoro e il 23.4.1938 la richiesta viene accolta dal Cpc. Tuttavia, il 10.6.1938 viene di nuovo portato alle Tremiti e sottoposto agli obblighi del confino per la cattiva condotta tenuta. Il 26.4.1939 il pretore di Manfredonia (Fg) lo condanna a 3 mesi e 15 giorni di arresto per ubriachezza e violazione degli obblighi di confino. Il 19.7.1939 viene arrestato alle Tremiti per ubriachezza, oltraggio al pudore, oltraggio agli agenti della forza pubblica, contravvenzione agli obblighi del confino e il giorno dopo incarcerato a Manfredonia. Il 28.3.1940 conclude il periodo di confino e alla fine del mese è di nuovo a Bergamo. Il 29.8.1940 è ancora disoccupato dal giorno di dimissione dal confino delle Tremiti. Nessun parente è in grado di aiutarlo: la madre (76 anni) convive con i figli Giacomo (54 anni) e Battista (48 anni), entrambi sposati con figli, mezzadri di un fondo di 5 ettari. Nell'ottobre 1940 vive a Bergamo in via S. Alessandro 27. Proveniente dall'Albania, il 2.3.1943 giunge a Brindisi con foglio di via obbligatorio della Questura di Tirana. Nel maggio 1943 i Cc di Stezzano lo definiscono di buona condotta. Il 12.8.1947 viene incluso nell'elenco dei confinati politici. Cpc, b. 3933, 1936-1941. Nel fascicolo è presente la sua foto, scattata in doppia posa dalla polizia fascista il 2.3.1936. (G. Mangini)