Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Lurano (Bg) il 3.2.1905, contadino, socialista, celibe, risiede a Brignano Gera d’Adda (Bg). Ha tre fratelli, Pietro, Santina e Mario. Scheda biografica aperta a partire dal 29.11.1934. Spesso ubriaco, sotto gli effetti dell’alcool canta ‘Bandiera rossa’. Nel corso del 1934 viene arrestato e processato per canti sovversivi, per oltraggio ai Cc e per offese a Mussolini: dal Pretore di Treviglio (Bg) per la prima accusa l’11.7.1934 viene condannato a 10 giorni di arresto, per la seconda accusa l’8.8.1934 viene condannato a 6 mesi e 10 giorni di carcere, mentre per la terza accusa il 1.2.1935 viene condannato a un anno e 2 mesi. Per queste condanne però fruisce del condono. La sera del 15.8.1937 viene di nuovo arrestato per aver cantato ‘Bandiera rossa’ in stato di ubriachezza e, per questo, la Commissione Provinciale per il confino di polizia il 10.9.1937 lo condanna a 3 anni di confino a Lama dei Peligni (Ch), dove giunge il 22.10.1937. Qui viene arrestato il 25.11.1937 per contravvenzione ai vincoli del confino e per stato di ubriachezza e il 17.12.1937 condannato a 9 mesi di arresto. Contro tale sentenza Marcialli presenta appello. Il 4.3.1938 il Tribunale di Chieti conferma la condanna a 9 mesi di arresto, che finisce di scontare il 27.8.1938, momento dal quale riprende a scontare la condanna al confino, che dovrebbe terminare il 14.5.1941. Viene però sottoposto di nuovo a vigilanza. Tuttavia, in occasione del Natale 1938, Mussolini concede un condono e Marcialli viene prosciolto condizionalmente dal confino e il 23.12.1938 viene rimpatriato a Brignano, dove però viene arrestato il 26.2.1939 per la stessa ragione delle precedenti, per avere cioè cantato ubriaco ‘Bandiera rossa’ e con ciò, essendo libero con la condizionale, viene rinviato a Lama dei Peligni, dove giunge il 20.3.1939, per completare la precedente condanna al confino. Il 2.4.1939 viene arrestato per oltraggio ad una guardia comunale, ubriachezza e contravvenzione ai vincoli del confino. Il 14.4.1939 il Pretore di Lama dei Peligni lo condanna a 9 mesi di carcere per oltraggio e a 4 mesi di arresto per la contravvenzione alle prescrizioni confinarie. Liberato il 2.9.1940, viene riportato al regime di confino a Lama dei Peligni. Prosciolto dal confino per atto di clemenza del duce, il 7.5.1941 viene rimandato a Bergamo con foglio di via obbligatorio, ma il 26.6.1941 viene ancora una volta rispedito a Lama dei Peligni per completare i 13 mesi e 11 giorni di confino che gli rimangono, essendosi ‘reso immeritevole dell’atto di clemenza disposto dal Duce’. Liberato dal confino il 227.1942. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia in triplice posa del 24.11.1934. Cpc, b. 3039, 1934-1942, scheda biografica. Un fascicolo a suo nome è in ACS, fondo ‘Confino Politico’, b. 620, n. 9406. (G. Mangini)