Profilo sintetico riassuntivo
Nato ad Albino (Bg) il 19.8.1891, manovale cementista, invalido di guerra. Sposato con Giulia Vedovati (n. 1894), residente ad Albino, non è mai stato iscritto a partiti politici ma simpatizza per il Ppi. Il 22.12.1929 a Fiobbio esclama pubblicamente: "Vada a farsi chiavare Mussolini il Re il Principe e tutta la compagnia". Subito arrestato, viene incarcerato a Bergamo e denunciato, come risulta dall'informativa del 24.12.1929 dei Cc di Bergamo alla Questura. Processato, il Tribunale di Bergamo l'1.2.1930 lo assolve dalle imputazioni perché ubriaco. Il 10.12.1934 i Cc riferiscono alla Questura che Piccinini è contadino, guadagna 8 lire al giorno, ha moglie e 4 figli, è in condizioni economiche misere, non è iscritto al Pnf "ma è simpatizzante per esso", per cui il tenente dei Cc comandante la compagnia, Aniello d'Oro, esprime parere favorevole alla radiazione dallo schedario dei sovversivi. Il 31.10.1936 i Cc di Albino scrivono che i figli di Piccinini sono 7, ma il vicebrigadiere a piedi dei Cc di Albino, Andrea Borlotti, non è favorevole alla radiazione. La stessa opinione negativa viene espressa il 5.11.1939 dal capitano dei Cc Mario Badoglio, comandante della compagnia di Bergamo. Il 3.9.1940 il questore informa i Cc di Bergamo che Piccinini ha chiesto l'iscrizione al Pnf ed è favorevole alla radiazione, ma il sottotenente comandante Domenico Vico dei Cc risponde il 16.10.1940 che Piccinini è 'piuttosto dedito al vino, quando ne è alterato, trascende facilmente e manifesta inconsciamente propositi sovversivi. Più che le idee che lo stesso nutre, è lo stato di anormalità intellettuale che lo fa persistere nella cattiva condotta politica. Parere contrario circa la sua ammissione nelle file del PNF'. Il segretario federale del Pnf di Bergamo, preso atto che i pareri sono discordi circa l'iscrizione al partito, il 9.9.1940 invita il questore ad approfondire le indagini. Ancora sorvegliato nel 1941. Cpc, b. 3943, 1929-1941. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia. (G. Mangini)