Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Martinengo (Bg) il 31.8.1873, pubblicista, antifascista. Compie gli studi liceali a Cremona. Con lo pseudonimo ‘Eritreo’ collabora alla rivista cattolica «La Vita Nova» (1895-96) diretta da Romolo Murri, e fa parte della struttura direttiva della Federazione Cattolica Universitaria, sorta alla fine del 1894. Dal 1895 è socio del circolo universitario pavese ‘Severino Boezio’. Nel 1897 si laurea in Giurisprudenza all’Università di Pavia. Nel 1912 fonda la rivista «Arte Cristiana» e la ‘Società Amici dell’Arte Cristiana’. Risiede a Milano dal 28.7.1912 in via Sammartini 15, lavora come direttore amministrativo del giornale settimanale cattolico «Pro Familia». Nel 1928 fonda la rivista mensile «I santuari d’Italia illustrati», edita da «Pro Familia» e uscita fino al 1932, della quale è direttore responsabile, mentre il compilatore era Guido Vicenzoni. L’1.09.1939 si svolge una conversazione tra Pinetti e don Angelo Novelli (1880-1947), parroco di Sant’Eustorgio a Milano e compilatore della rivista «Pro Familia». La polizia fascista - ma non è indicato da chi - viene informata del contenuto della conversazione tra i due e, in particolare, di quanto detto da Pinetti. Questi, stando alla ricostruzione del colloquio redatta il 16.9.1939 dalla Questura di Milano e inviata ai prefetti di Milano e Bergamo, riferendosi alla situazione internazionale avrebbe detto che l’Italia non avrebbe portato nessun aiuto militare alla Germania, perché il popolo italiano non si mostrava propenso a combattere a fianco dei tedeschi. Inoltre, la preparazione militare italiana era fatta solo per fronteggiare il pericolo di una rivoluzione, tanto che, a questo proposito, Pinetti avrebbe riferito l’opinione di una signora, secondo la quale “a S. Margherita Ligure c’era il bolscevismo in pieno, sui treni, dappertutto”. Infine, Pinetti avrebbe concluso osservando che “noi andremo verso lo scioglimento della nostra fase interna”, che “per l’Italia basta la Casa Savoia” e, riferendosi a Mussolini, “bisogna che se ne vada”. Interrogato in proposito, Pinetti si è giustificato dicendo che il suo discorso, lungi dal riflettere la sua personale opinione, riportava semplicemente quanto aveva inteso dire. La Commissione Provinciale di Milano per il confino di polizia il 20.9.1939 lo assegna al confino per 5 anni con l’accusa di attività antinazionale, destinandolo al comune di Paola (Cs), dove giunge il 30.9.1939. Nell’ottobre 1940 la pena viene commutata in 2 anni di ammonizione e Pinetti torna a Milano. Il 15.9.1941 scrive al questore di Milano per chiedere il permesso di recarsi nel comune natale di Martinengo dall’11 al 13.10.1941 per ‘affari di famiglia’ e il permesso viene accordato. Nel 1947 il papa Pio XII gli concede la Commenda di S. Silvestro per i suoi 47 anni di attività a favore dell’editoria e della stampa cattolica. (G. Mangini)