Plebani Prisco Edmondo


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n. busta
91
n. fascicolo
2761
Primo estremo
1931
Secondo estremo
1934
Cognome
Plebani
Nome
Prisco
Altri nomi
Edmondo
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1905/01/18
Livello di istruzione
licenza elementare
Professione
impiegato
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Verdellino (Bg) il 18.1.1905, impiegato, erroneamente identificato come Licisco, poi corretto in Prisco. É iscritto al Pnf. Emigra in Francia a fine settembre 1929, dove trova lavoro come contabile presso l'impresa di costruzioni ferroviarie Dée, e per alcuni mesi si sposta frequentemente tra diverse località nel nord-ovest della Francia: Argentan (dipartimento dell'Orne, Bassa Normandia), a Sotteville-lès-Rouen (dipartimento Seine-Maritime, Normandia), Saint-Pol-de-Leon (dipartimento Finistére, Bretagna), Maintenon (dipartimento Eure-et-Loire, Centro), Rambouillet (dipartimento di Yvelines, Île-de-France), ancora a Maintenon e da ultimo, per 6 mesi, a Parigi. Nella capitale francese si impiega come contabile presso il ristorante Poccardi, in rue des Italiens, e dal 20.10.1930 al 13.2.1931 alla casa di mode Lanvin. Mentre si trova in Francia, il 25.1.1930 il Tribunale di Bergamo lo condanna in contumacia a un anno e 6 mesi di reclusione per appropriazione indebita. In seguito alla condanna viene espulso dal Pnf. Rientrato a Bergamo il 18.6.1931, viene arrestato alla stazione perché colpito da mandato di cattura, spiccato in seguito alla sua condanna penale. Trattenuto nella camera di sicurezza della stazione, viene portato nelle carceri giudiziarie di Bergamo, dove il 5.9.1931 viene interrogato sui suoi movimenti. Dato che nel corso del 1931 un informatore aveva comunicato al Cpc che a Basilea aveva visto Plebani, a quest'ultimo viene chiesta la ragione della sua presenza nella città svizzera, ma Plebani nega di essere mai stato a Basilea e nemmeno in Svizzera. Per chiarire definitivamente la questione, nell'ottobre 1931 il Cpc fa pervenire la fotografia di Plebani a Basilea all'informatore e questi conferma il riconoscimento, anche se Plebani al Consolato italiano di Basilea risulta sconosciuto. Il dubbio sull'attendibilità delle dichiarazioni rilasciate da Plebani rimane. L'8.12.1931 l'Ambasciata italiana a Parigi informa il Cpc che non risulta che Plebani abbia risieduto all'indirizzo da lui comunicato, in rue Oberkampf 152 a Parigi presso l'Hotel Farquias, né che abbia lavorato presso Lanvin in rue Faubourg St. Honoré, mentre è conosciuto 'negli ambienti antifascisti di Francia, Belgio e Lussemburgo, come elemento che faceva uso di lettere apocrife di dirigenti sovversivi per scroccare denaro ai connazionali con il pretesto di perseguitato politico'. Poche settimane dopo, il 27.2.1932, il Cpc riferisce al prefetto di Bergamo che l'Ambasciata italiana, dopo più approfonditi accertamenti, conferma invece punto per punto le dichiarazioni rilasciate in carcere da Plebani nell'interrogatorio seguito al suo arresto. Il direttore e il capo del personale dell'atelier Lanvin dichiarano che Plebani è un ottimo elemento. Nel fascicolo è presente un certificato su carta intestata 'Jeanne Lanvin - Département Couture 22, Faubourg St. Honoré - Paris' con le date di inizio e fine lavoro di Plebani, indicate in precedenza. Scontata la condanna, vive a Verdellino con la madre ed è disoccupato. Radiato nel dicembre 1934. Nel fascicolo è presente una sua fotografia. (G. Mangini)
Familiari
Plebani Pietro (padre)
Viotti Caterina (madre)
Luoghi di residenza
Verdellino Lombardia Italia (1905 - 1929) Parigi Francia rue Faubourg St. Honoré (1929 - 1931/06/18) Verdellino Lombardia Italia (1931/06/18 - ?)
Esclusione dallo schedario
Data di esclusione
1934
Documentazione allegata
fotografia (Nel fascicolo è presente un certificato su carta intestata 'Jeanne Lanvin - Département Couture 22, Faubourg St. Honoré - Paris' con le date di inizio e fine lavoro di Plebani.)