Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Bergamo il 27.8.1899, abita in viale Roma 4, avvocato, antifascista. Il 15.1.1927 viene diffidato e munito di carta d'identità obbligatoria come sospetto politico. Il 17.1.1927 Poloni redige il ricorso contro la diffida indirizzandolo al Prefetto di Bergamo. Questi, benché avesse presieduto la Commissione Provinciale per la diffida a Poloni, ordina nuove indagini per accertarne l'effettiva posizione. Nel suo rapporto del 27.1.1927, il brigadiere Guidolotti scrive che l'avvocato, pur non favorevole al regime fascista, oltre ad essere di buonissima condotta morale, non è un sovversivo e nemmeno un avversario del regime. É stata la sua amicizia con l'avvocato Tadini, liberale e a torto ritenuto comunista, a farlo ritenere tale a sua volta. La stessa segreteria politica provinciale del Pnf di Bergamo, con la firma del segretario federale Capoferri, di Ferdinando Bellotti e di Marco Venanzio, scrive al questore di Bergamo il 7.7.1927 affermando che Poloni è di 'ottimi sentimenti nazionali' e appartiene a 'distintissima ed onorata famiglia simpatizzante al Pnf', chiedendo l'annullamento della diffida, il che avviene il giorno dopo. Radiato nel 1933. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia. In seguito, durante i giorni dell’insurrezione partigiana dell’aprile 1945, con lo pseudonimo di Quintavalle sarà capo di stato maggiore del Comando militare di piazza Cln a Bergamo per conto del Pli. (G. Mangini)