Quarenghi Adolfo

n. busta
93
n. fascicolo
2835
Primo estremo
1935
Secondo estremo
1942
Cognome
Quarenghi
Nome
Adolfo
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1908/09/27
Livello di istruzione
licenza elementare
Professione
operaio meccanico
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato ad Almenno San Bartolomeo (Bg) il 27.9.1908, operaio meccanico, antifascista, sposato con Regina Gelmini. Il 29.1.1927 il pretore di Almenno San Salvatore lo condanna a 100 giorni di carcere per minaccia a mano armata. Dal marzo 1928 al settembre 1929 svolge il servizio militare a Vigevano presso il 1° Reggimento Artiglieria Pesante. Il 23.2.1932 il tribunale di Bergamo, per intervenuta amnistia, dichiara di non doversi procedere nei suoi confronti per lesioni volontarie. Il 10.2.1934 il pretore di Almenno San Salvatore lo condanna a 6 mesi di carcere e a 500 lire di multa per furto. Nel 1935 lavora come falegname presso il campo di aviazione di Ponte San Pietro. Il 6.10.1935 nell'osteria della frazione Cascine di Almenno San Bartolomeo, di proprietà di Angelo Locatelli (n. ad Almenno San Bartolomeo il 29.2.1894), sorge una disputa tra lo stesso Locatelli e gli avventori Pietro Gelmi (nato ad Almenno San Bartolomeo il 20.8.1902, contadino, cognato di Quarenghi) e Rinaldo Locatelli (nato ad Almenno San Bartolomeo il 15.5.1895, contadino) sulle vicende italiane in Africa. Quarenghi, che era con altri nel cortile dell'osteria, temendo che la discussione degenerasse, rivolgendosi a Rinaldo Locatelli dice: "Lasciali andare a farsi chiavare loro, il Musso e l'Abissinia". L'oste Locatelli caccia tutti dal suo locale, esce a sua volta e prosegue la lite con R. Locatelli e Quarenghi, passando a vie di fatto. Durante la rissa Quarenghi ferisce i due Locatelli con un coltello, infliggendo loro lievi ferite. Il giorno dopo, 7.10.1935, viene arrestato dai Cc di Ponte San Pietro e portato nella caserma di Almenno San Bartolomeo a disposizione della Questura. Dalla ricostruzione effettuata dai Cc emerge che i soggetti coinvolti erano tutti ubriachi. I due Locatelli confermano la frase attribuita a Quarenghi, il quale la smentisce, mentre il cognato dichiara di non aver sentito. In seguito alla ricostruzione dell'accaduto viene denunciato per rissa, lesioni qualificate con arma da taglio (art. 582, 585 e 588), per porto abusivo di arma da taglio di genere proibito (art. 42 della legge di Ps) e per la frase offensiva su Mussolini (art. 28 del Codice di procedura civile). Da queste accuse il 13.3.1936 il Tribunale di Bergamo lo assolve per insufficienza di prove, viene però ammonito. Nello stesso anno diventa padre di Lorenzo. Il 30.6.1937 il pretore di Bergamo lo assolve dall'accusa di lesioni volontarie per difetto di querela. Il 30.11.1939 i Cc di Bergamo scrivono al questore che Quarenghi è sempre antifascista ma che la sua pericolosità non è tale da determinare la compilazione della scheda biografica. Nel corso del 1939 si trasferisce a Lomagna (Co), da dove poi, nel dicembre 1941, si trasferisce a Usmate Velate. Il 22.12.1941 Quarenghi, conversando con Luigi Bianchi, Alfonso Redaelli e Mario Colombo nei locali della cooperativa di consumo di Usmate, avrebbe detto: "Cosa fa questa Italia? In Africa si perde, a Tobruk si perde; sono due anni che bombardiamo Malta e non si conclude nulla". Ripreso dal Redaelli, viene invitato ad uscire dal locale. Negli stessi giorni Quarenghi viene assunto come operaio a Sesto San Giovanni nello stabilimento ausiliario Osva (Officine Sesto San Giovanni & Valsecchi Abramo). I Cc di Arcore, informati su quello che avrebbe detto ad Usmate (ma nella documentazione non è specificato da parte di chi), lo arrestano il 29.1.1942 anche perché già segnalato come antifascista, denunciandolo alla Procura di Monza per disfattismo. Bianchi, Redaelli e Colombo, i suoi tre interlocutori, interrogati in proposito confermano l'episodio ma si mostrano imprecisi sui particolari della discussione. Per parte sua, Quarenghi nega di aver pronunciato la frase incriminata, che invece sarebbe stata: "Anche ieri notte gli inglesi sono stati a bombardare diverse città nostre ed anche Tobruk è stata ancora bombardata. Gli inglesi a cadere sono duri perché hanno scampo per le vie del mare". Informato dei fatti, il Ministero dell'Interno dispone che Quarenghi, che intanto è in carcere, venga portato davanti alla Commissione Provinciale di Milano. Il questore di Bergamo, a sua volta, il 24.3.1942 chiede ai Cc di Bergamo se sia opportuno lasciare Quarenghi nello stabilimento di Sesto San Giovanni oppure se, dati i suoi precedenti penali, non sia il caso di farlo licenziare. Intanto, in attesa della risposta da parte dei Cc di Bergamo, il 26.5.1942 il questore di Bergamo scrive al prefetto di Milano in vista della imminente riunione della Commissione Provinciale per il confino di polizia, della quale il prefetto è presidente, informandolo della vicenda che sta per essere giudicata. Pochi giorni dopo, infatti, il 29.5.1942, la Commissione milanese ammonisce Quarenghi per sentimenti sovversivi e propaganda disfattista. Nel frattempo giunge al questore di Bergamo la risposta dei Cc di Bergamo, anche questa datata 26.5.1942, ed è una risposta contraria all'ipotesi del licenziamento di Quarenghi adombrata dal questore nella sua lettera del marzo precedente. Così, l'1.6.1942 il questore di Bergamo, scrivendo a quello di Milano e al commissario di Ps di Sesto San Giovanni, osserva che Quarenghi, "pur tenuto conto dei suoi precedenti penali, non è pericoloso in linea politica né lo si ritiene capace di commettere attentati per cui si esprime parere favorevole a che il medesimo sia mantenuto al lavoro presso lo Stabilimento Ausiliario Osva". Cpc, b. 4174, 1942-1942. (G. Mangini)
Familiari
Quarenghi Antonio (padre)
Alborghetti Maria (madre)
Gelmini Regina (moglie)
Quarenghi Lorenzo (figlio)
N. nel 1936.
Luoghi di residenza
Almenno San Bartolomeo Lombardia Italia (1908 - 1939) Lomagna Lombardia Italia (1939 - 1941) Usmate Velate Lombardia Italia (1941 - )
Fatti notevoli
1935/10/06 - 1935/10/06
Il 6.10.1935 nell'osteria della frazione Cascine di Almenno S. Bartolomeo, di proprietà di Angelo Locatelli, sorge una disputa tra lo stesso Locatelli e gli avventori Pietro Gelmi e Rinaldo Locatelli sulle vicende italiane in Africa. Quarenghi, che era con altri nel cortile dell'osteria, temendo che la discussione degenerasse, rivolgendosi a Rinaldo Locatelli dice: 'Lasciali andare a farsi chiavare loro, il Musso e l'Abissinia'. L'oste Locatelli caccia tutti dal suo locale, esce a sua volta e prosegue la lite con R. Locatelli e Quarenghi, passando a vie di fatto. Durante la rissa Quarenghi ferisce i due Locatelli con un coltello, infliggendo loro lievi ferite.
1941/12/22 - 1941/12/22
Il 22.12.1941 Quarenghi, conversando con Luigi Bianchi, Alfonso Redaelli e Mario Colombo nei locali della cooperativa di consumo di Usmate, avrebbe detto: 'Cosa fa questa Italia? In Africa si perde, a Tobruk si perde; sono due anni che bombardiamo Malta e non si conclude nulla'. Ripreso dal Redaelli, viene invitato ad uscire dal locale.
Sanzioni subite
carcere (1927/01/29 - )
Il 29.1.1927 il pretore di Almenno San Salvatore lo condanna a 100 giorni di carcere per minaccia a mano armata.
carcere (1934/02/10 - )
Il 10.2.1934 il pretore di Almenno San Salvatore lo condanna a 6 mesi di carcere e a 500 lire di multa per furto.
ammonizione (1942/05/29 - )
Il 29.5.1942, la Commissione provinciale di Milano per il confino di polizia ammonisce Quarenghi per sentimenti sovversivi e propaganda disfattista.
In rubrica di frontiera
no
Esclusione dallo schedario
no
Altre fonti archivistiche
(ACS-CPC) Archivio centrale dello Stato (Roma), Casellario Politico Centrale
Busta 4174, Fascicolo