Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Boltiere (Bg) il 5.12.1907, fuochista, comunista. Oltre che di Lucia Pasqualina (n. 1896) e di Rosalia, morta nel 1926, è fratello di Luca, Giacomo (n. 1888) e Carlo: Giacomo è proprietario dell'Hotel Restaurant de Paris, rue Poilus 15 a Villefranche-sur-Mer, mentre Carlo risiede a Boltiere. Emigrato in Francia per lavoro nel 1922 a 15 anni, non fa più ritorno in Italia. In una lettera del 1930 al fratello Carlo, scrive di un problema per cui deve lasciare la Francia, chiede pertanto indirizzi di compaesani residenti in Belgio presso cui appoggiarsi. Fornisce come proprio recapito di riferimento l'Hotel Restaurant de Paris, Villefranch-sur-Mer (Alpi Marittime) gestito dal fratello Giacomo. Carlo Raimondi risponde alla richiesta facendo i nomi di Mario Lena (fu Giovanni, n. Boltiere il 6.12.1906, che lavora presso la Società anonima belga des Bertous) e di Sperandio Pecis (fu Luigi, n. Boltiere il 21.1.1904). Nel maggio 1930 il Consolato di Nizza informa il Cpc che, da fonte fiduciaria, da qualche tempo Raimondi è segnalato come attivo comunista, fuochista all'Hotel Bristol di Beaulieu s/m, dov'è capo di una cellula comunista che raccoglie fondi per il Soccorso Rosso Internazionale. Il 23.3.1930 con altri comunisti intende disturbare una riunione tenuta nella Sala 'Victor Hugo' indetta per protestare contro le persecuzioni religiose in Russia, ma viene malmenato, arrestato e poi liberato. Il 30.5.1933 il Cpc scrive al prefetto di Bergamo: "Con riferimento alla prefettizia n° 2860 del 23 novembre 1930 si trascrive, per notizia, il seguente telespresso n° 01077 in data 11 corrente del R. Consolato Generale a Tolosa: «Mi onoro informare l'E.V. che il 24 corrente è stato arrestato in Montauban l'individuo sopra indicato, il quale è comunista e riveste la carica di Segretario della cellula comunista di Montauban. Il Raimondi era già stato espulso dalla Francia. Il giornale "La petite Gironde" ha pubblicato quanto segue nei riguardi del predetto: POUR RESTER EN FRANCE
Le premier est le sieur Mario Raimondi, 25 ans, sujet italien, ouvrier éléctricien à Montauban, rue des Tondeurs. Raimondi était l'objet d'un arreté d'expulsion à la suite d'un meeting auquel il avait assisté, à Nice. Il s'est bien gardé de quitter la France, où il fait si bon vivre. Pour cela il se disait sujet corse et il s'était fait fabriquer un état civil complet au nom de Marius Pacanelli. Mais la Police Montalbanaise à démasqué le faux Pacanelli, qui est poursuivi pour infraction à un arreté d'expulsion et usage de fausses pièces d'identité. Raimondi est défendu par M.e Pereau. L'avocait communiste agenais essaie de soulever un incident parce qu'il ne se trouve personne dans la salle qu'une femme. Il estime que la pubblicité des débats exigée n'existe pas. Le tribunal inflige à Raimondi un mois de prison'. Si prega l'E.V. di voler disporre la inscrizione del suddetto nella rubrica di frontiera per perquisizione e segnalazione»".
Nell'aprile 1934 con nota riservata il Cpc informa il prefetto e i Cc di Bergamo che, secondo l'Agenzia Consolare di Montauban, Raimondi sarebbe partito per la Spagna, ma con un'altra nota del 4.12.1934, dietro segnalazione del Consolato di Nizza, il Cpc informa che dai giornali si è saputo dell'arresto di Raimondi a Bordeaux, dove viveva da qualche tempo sotto il falso nome di Giuseppe Zanchi. Altri pseudonimi utilizzati da Raimondi sono André Grenier, Antoine Jacquemet, Paolo Paganelli e, appunto, Joseph Zanchi. Si allontana da Villafranca nel mese di luglio, dopo aver rubato i documenti personali ad un amico, Joseph Zanchi, naturalizzato francese, facendosi passare per Zanchi ed eludendo così le ricerche della polizia perché espulso dalla Francia, commettendo anche il reato di contravvenzione al decreto di espulsione. Il Cpc il 31.5.1935 informa il prefetto di Bergamo di un'informativa proveniente dal consolato italiano di Bordeaux che Raimondi è iscritto a numerose associazioni antifasciste svolgendo il ruolo di collegamento tra queste e la Lidu. Inoltre, sarebbe in rapporto con l'anarchico Emilio Strafelini, con Giuseppe De Pietri e Augusto Mione, oltre ad essere incaricato della distribuzione dei periodici "Voce Operaia" e "L'Adunata dei Giovani". Il 1°.7.1942 transita per il confine franco-italiano di Mentone. Fermato e interrogato, afferma di essere autista, emigrato in Francia nel maggio 1924 passando per il valico ferroviario di Ventimiglia con regolare passaporto rilasciato dalla Sotto-prefettura di Treviglio, di aver svolto diversi lavori in Francia, tutti inerenti all'edilizia, e di essere tornato in Italia, a Boltiere, solo nel 1926 per 10 giorni per assistere ai funerali della sorella Rosalia, nega di essere mai stato in Spagna nelle Brigate Internazionali e di essersi arruolato in Francia nella Legione Straniera, ha sempre conservato la cittadinanza italiana e nega di aver svolto attività politica antinazionale, aggiungendo di essere stato condannato in Francia il 12.9.1939 a 3 anni di prigione per false generalità e di aver chiesto di essere estradato il 30.6.1942, accompagnato al confine italiano di Mentone dalla Gendarmeria francese. Rientra a Boltiere il 5.7.1942, in casa della cognata in Cascina Raimondi n. 109, libri e corrispondenza che gli sono stati sequestrati dall'Ufficio di Ps di Mentone sono ritirati da lui presso la Questura di Bergamo il 25.7.1942. Il 25.10.1942 la Questura di Bergamo inoltra la richiesta di revoca dell'iscrizione in RF per cessati motivi. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia. Cpc, b. 4207, 1930-1942. (G. Mangini)