Ravasio Pietro


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n. busta
95
n. fascicolo
2886
Primo estremo
1912
Secondo estremo
1932
Cognome
Ravasio
Nome
Pietro
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1884/07/11
Livello di istruzione
licenza elementare
Professione
operaio
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Bergamo il 11.7.1884, dove è domiciliato in via Zambonate 11, sindacalista rivoluzionario. Il 3.3.1900, a 16 anni, viene fermato dalle guardie di Ps dietro richiesta del padre perché, avendo bevuto, minaccia i genitori con un piccolo coltello. Il padre di Ravasio, però, non sporge querela. Nella circostanza il delegato di Ps, De Martino, richiama Ravasio a rispettare i propri genitori. Il 28.12.1901, a 17 anni, viene condannato dalla Preture del 1° mandamento di Bergamo a 30 lire di multa per schiamazzi notturni ma, per insolvenza, la condanna viene commutata in 3 giorni di arresti, scontati nell'aprile 1902. Il 4.3.1910 viene denunciato al pretore del 1° mandamento per essersi rifiutato di fornire le proprie generalità quando, all'una di notte, Ravasio viene sorpreso dagli agenti di Ps fermo nei pressi della Prefettura: richiesto del perché, dichiara di essere padrone di stare dove vuole e di non aver alcun obbligo di declinare cognome e nome. Gli stessi agenti, incontrandolo poco dopo in via Pignolo, gli richiedono le generalità e al nuovo rifiuto lo conducono in caserma, dove Ravasio si qualifica. Operaio fonditore, professa idee operaistiche e rivoluzionarie, contigue all'anarchismo, per questo è ostile verso tutte le forze politiche moderate del campo progressista e, secondo il giudizio del delegato di Ps Arnaldo De Franceschi in una sua relazione al commissario di Ps di Bergamo, "si dimostra altresì avversario dei sovversivi cosiddetti intellettuali". É stato iscritto alla CdL, poi al Fascio Operaio di Bergamo e provincia, legge testi di propaganda, ma secondo la Questura non è in grado di tenere conferenze e discorsi in pubblici. Frequenta il sindacalista rivoluzionario Alessandro Caglioni. Il 12.11.1911, all'inaugurazione a Bergamo della sezione sindacale dei Trafilatori ed Affini, interrompe continuamente l'oratore, il socialista avv. Carlo Zilocchi, dicendo che le parole del conferenziere si potevano ascoltare durante le rappresentazioni dei burattini (Ravasio dice 'giopini'). Nello stesso mese, insieme ad un gruppo di amici esce ad ora tarda dalla trattoria Boschini di via San Lorenzo in Bergamo Alta dando luogo a schiamazzi. Richiamati per questo da due sacerdoti, il gruppo li malmena e ne ottiene anche 5 lire. Interrogato in proposito dal funzionario di Ps Arnaldo De Franceschi, Ravasio ammette il fatto, dicendo che le percosse ci sono state perché i due preti si sono qualificati come funzionari di Ps e che il denaro è stato offerto spontaneamente dai due per invitare il gruppo ad allontanarsi per bere un bicchiere. Il tentativo di identificare i due sacerdoti per ottenere la loro versione, però, non ha avuto esito e per questo Ravasio e i suoi compagni, dopo essere stati fermati, vengono rilasciati. Il 16.3.1912, conversando con alcuni compagni di fede politica che lavorano presso lo stabilimento Franchi e Gregorini di Castro, dimostra il proprio compiacimento per il tentato regicidio dicendo "Hanno fatto male a non uccidere il Re, se lo avessero ucciso avrei fatto festa anch'io". Interrogato, dichiara che il sovrano è una persona qualunque. Arrestato e detenuto dal 18.3.1912, con sentenza del Tribunale di Bergamo il 25.3.1912 viene condannato a quattro mesi di carcere e a 100 lire di multa con la revoca del beneficio della sospensione della pena che gli era stata inflitta il 22.6.1907 dal pretore del 1° mandamento, cioè al pagamento di 50 lire di multa per lesioni volontarie, delle quali però non sono specificate le circostanze. Tuttavia, non gli viene inflitta l'ammonizione e nemmeno il domicilio coatto. Dimesso dalle carceri il 16.7.1912, va ad abitare in via Zambonate 11. Nel maggio 1914 lavora all'officina meccanica Benz e Spada, mentre l'11.10.1914 viene segnalato come componente del "Gruppo Libertario Bergamasco", appena costituito, e riprende a frequentare Alessandro Caglioni. Nel 1922 a Caravaggio viene bastonato a sangue dai fascisti locali, che gli rompono la testa per avere manifestato le sue idee. Nel settembre 1924 continua a professare idee sovversive ma non da luogo a rimarchi, nell'agosto 1929 lavora come fonditore presso lo stabilimento industriale della Magrini. Dal 1929 al 1932 sul suo conto non vi sono segnalazioni. Il 29.3.1932 abita in via Carnovali 27, viene definito non più pericoloso ma con gli stessi principii. Nell'ottobre 1932 è radiato dallo schedario dei sovversivi. Nel fascicolo è presente una sua fotografia in duplice posa. Cpc, b. 4243, 1912-1932, scheda biografica. (G. Mangini)
Familiari
Ravasio Tommaso (padre)
Alborghetti Maria (madre)
Luoghi di residenza
Bergamo Lombardia Italia via Zambonate 11 (1884 - ?) Bergamo Lombardia Italia via Carnovali 27 (1924 - ?)
Fatti notevoli
1900/03/03 - 1900/03/03
Il 3.3.1900, a 16 anni, viene fermato dalle guardie di Ps dietro richiesta del padre perché, avendo bevuto, minaccia i genitori con un piccolo coltello. Il padre di Ravasio, però, non sporge querela.
1901/12/28 - 1902/04
Il 28.12.1901, a 17 anni, viene condannato dal pretore del 1° mandamento di Bergamo a 30 lire di multa per schiamazzi notturni ma, per insolvenza, la condanna viene commutata in 3 giorni di arresti, scontati nell'aprile 1902.
1911/11/12 - 1911/11/12
Il 12.11.1911, all'inaugurazione a Bergamo della sezione sindacale dei Trafilatori ed Affini, interrompe continuamente l'oratore, il socialista avv. Carlo Zilocchi, dicendo che le parole del conferenziere si potevano ascoltare durante le rappresentazioni dei burattini (Ravasio dice 'giopini').
1912/03/16 - 1912/03/16
Il 16.3.1912, conversando con alcuni compagni di fede politica che lavorano presso lo stabilimento Franchi e Gregorini di Castro, dimostra il proprio compiacimento per il tentato regicidio dicendo 'Hanno fatto male a non uccidere il Re, se lo avessero ucciso avrei fatto festa anch'io'. Interrogato, dichiara che il sovrano è una persona qualunque.
Sanzioni subite
ammenda (1901/12/28 - 1902/04)
Il 28.12.1901, a 17 anni, viene condannato dal pretore del 1° mandamento di Bergamo a 30 lire di multa per schiamazzi notturni ma, per insolvenza, la condanna viene commutata in 3 giorni di arresti, scontati nell'aprile 1902.
carcere (1912/03/16 - 1912/07/16)
Arrestato e detenuto dal 18.3.1912, con sentenza del Tribunale di Bergamo il 25.3.1912 viene condannato a quattro mesi di carcere e a 100 lire di multa con la revoca del beneficio della sospensione della pena che gli era stata inflitta il 22.6.1907 dal pretore del 1° mandamento, cioè al pagamento di 50 lire di multa per lesioni volontarie, delle quali però non sono specificate le circostanze. Tuttavia, non gli viene inflitta l'ammonizione e nemmeno il domicilio coatto. Dimesso dalle carceri il 16.7.1912.
Relaz. con altri soggetti
Caglioni Alessandro Domenico Giacomo
ASBg, Sovversivi
Scarpellini Alessandro Antonio Daniele
ASBg, Sovversivi
Pelliccioli Guido
ASBg, Sovversivita
Paratico Antonio
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
Data di esclusione
1932
Documentazione allegata
fotografia in doppia posa scattata dagli organi di polizia
Altre fonti archivistiche
(ACS-CPC) Archivio centrale dello Stato (Roma), Casellario Politico Centrale
Busta 4243, Fascicolo