Profilo sintetico riassuntivo
Nato ad Artogne (Bs) il 3.1.1888, residente a Bergamo in via Masone 13, avvocato, repubblicano, nel 1926 è abbonato alla «Voce Repubblicana». Sposato, con figli. Volontario di guerra, inizialmente è favorevole al fascismo ma poi si accosta all'Associazione degli ex combattenti all'epoca della presidenza di Luigi Bruni, che segue quando Bruni costituisce l'associazione degli ex-combattenti indipendenti e, per questo, l'11.1.1927 viene diffidato. Con gli avvocati Enrico Meoli e Giuseppe Pezzotta, nel processo dell'aprile 1927 Riva è avvocato difensore di Luigi Bruni. Il 23.4.1927, mentre il dibattimento è in corso, il procuratore del re Zampelli scrive una lettera riservata e personale al prefetto di Bergamo, Carlo Solmi, nella quale il procuratore accusa Riva di approfittare del suo ruolo di avvocato difensore per dar luogo a "tutta una filippica contro l'opera e l'azione del Governo nei rapporti della disciolta Associazione Nazionale Combattenti". Per questo, il procuratore invoca provvedimenti di polizia nei confronti di Riva, "certamente uno dei più acri e pericolosi avversari del regime", ritenendolo il vero ma nascosto artefice della scissione in seno all'associazione dei combattenti. Il prefetto annota sul foglio della lettera il seguente appunto: "chiesto informazioni alla squadra politica". Intanto il processo contro Bruni e altri componenti dell'Associazione degli ex-combattenti prosegue. L'accusa nei loro confronti è di aver sottratto atti e documenti dalla sede dell'Associazione nel momento della scissione, guidata da Bruni, per non subire la fascistizzazione dell'Associazione. In vista della discussione in aula, prevista per il 29.4.1927, Riva presenta al Tribunale un'istanza per il richiamo di altri documenti e per l'ammissione di alcuni testimoni (Aldo Rossini, deputato, Novara; Ettore Viola, deputato, Roma; Rodolfo Savelli, deputato, Genova; Sebastiano Reganato, presidente Anc -Associazione Nazionale Combattenti di Bergamo; Luigi Pelandi, Bergamo; Emilio Barachetti, Bergamo; Sandro Cesareni, Bergamo; Ernesto Conconi, Busto Arsizio), a difesa degli imputati. Copia dell'istanza è presente nel fascicolo. A proposito della richiesta di informazioni su Riva inoltrata dal prefetto alla squadra politica, nel fascicolo è conservato un rapporto dell'8.5.1928 indirizzato al questore da parte del comandante della squadra politica della Questura di Bergamo, brigadiere Luigi Guidolotti, il quale non ritiene Riva un uomo pericoloso per il regime. Nel 1933 abita in via Martiri Fascisti 4 (ora via Partigiani). Radiato il 2.1.1934. Morto il 5.1.1963. (G. Mangini)