Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Treviglio (Bg) l’1.9.1889, cuoco, calzolaio, il 16.7.1911 anarchico, si sposa il 13.7.1911 a Treviglio con Giovanna Broggi, dalla quale ha 5 figli: Maria, Elsa, Cafiero, Emilia, Bambina. Il 26.12.1911 il prefetto di Bergamo, dopo averne ricevuto informazione dalla Sotto-prefettura di Treviglio, informa a sua volta il Ministero dell’Interno che Ballini è socialista e fa parte del circolo ‘Francisco Ferrer’ di Treviglio, anche se non svolge alcuna attività propagandistica. Si trasferisce a Milano prima del 1915, anche se nelle carte conservate nel fascicolo non ne viene indicata la data precisa. Le informazioni successive su Ballini sono del 15.5.1923, quando la Questura di Bergamo si rivolge alla Sotto-prefettura di Treviglio per avere aggiornamenti e tre giorni dopo, il 18.5.1923, la Sotto-prefettura di Treviglio, riferendo un’informativa giunta dalla Questura di Milano, riferisce che Ballini, che risiede in via privata Berretta 2, è ancora in attesa di giudizio dopo il suo arresto, avvenuto nel novembre 1922 a Milano per avere spacciato banconote false, ma non ci sono notizie sull’esito di tale denuncia. Ballini a Milano risiede e nel marzo 1924 la Sotto-prefettura di Treviglio riferisce al prefetto di Bergamo che è “dedito all’ozio ed al vagabondaggio, ma non dà luogo a speciali rilievi nei riguardi politici”. Nel gennaio 1927 viene ammonito in quanto pregiudicato per reati contro la proprietà; da diversi anni affetto da tubercolosi, nel giugno 1927 viene ricoverato al sanatorio di Cernusco sul Naviglio (Mi) e, dopo 15 giorni di degenza, ritorna a Milano in famiglia, che dal 1926 risiede in via Padova 72. Il 29.8.1928 viene fermato a Bergamo per misura di Ps e il 2.9.1928 rimpatriato a Milano con foglio di via obbligatorio. Pochi giorni dopo, il 5.9.1928, la Questura di Milano che si è recato per alcuni giorni in villeggiatura ai Laghi Gemelli, in Alta Valle Brembana, ospite del cognato Luigi Pellizzoli, che è assistente ai lavori della diga in corso di costruzione in quella località. Una nuova richiesta di informazioni su di lui viene inoltrata il 29.5.1933 dalla Questura di Bergamo a quella di Milano, che il successivo 21.6.1933, dopo essere stata sollecitata a rispondere, così riferisce: “l’anarchico Ballini Stefano di Giovanni abitante in via Padova 76 da 7 anni, serba regolare condotta in genere e non esplica attività politica ne è da ritenersi elemento pericoloso per l’ordine pubblico. Il medesimo è di professione calzolaio, disoccupato. Continua la vigilanza”. Il 7.11.1934 la Questura di Bergamo chiede aggiornamenti a quella di Milano e un parere sull’opportunità di radiarlo dall’elenco dei sovversivi. La risposta è del 25.11.1934: Ballini lavora come dispensiere alle cucine dello stabilimento Caproni, vive in povere condizioni economiche; la prima figlia Maria si è sposata, gli altri vivono in famiglia (il figlio Cafiero viene denominato Canfurio). Tuttavia, dato che non è iscritto al Pnf, il questore di Milano non ritiene opportuna la sua radiazione. Il 27.7.1936 il questore di Milano, G. Laino, informa la Questura di Bergamo che Ballini lavora ancora presso la mensa dello stabilimento Caproni di via Mecenate 76 e non ha dato luogo a rilievi con il suo comportamento ma che, “non ritenendolo però sinceramente ravveduto”, non ne propone la radiazione. Nel giugno 1937 risulta allontanatosi da Milano, vengono pertanto allertate le Questure per rintracciarlo e per questo viene inserito nel BR. Nell’ottobre e nel novembre 1937 è ancora ricercato, ma poco tempo dopo, il 14.12.1937 il questore di Milano comunica alla Questura di Bergamo che Ballini continua a risiedere a Milano in via Padova e a mantenere regolare condotta. Tuttavia, nella notte tra il 30 e il 31.12.1937 viene arrestato dagli agenti della Questura di Bergamo perché colpito da ordine di cattura per furti aggravati e spaccio di sostanze stupefacenti. Con sentenza della Corte d’Appello di Milano del 24.2.1938 viene condannato a 1 anno e 6 mesi di detenzione per ricettazione e commercio di stupefacenti. Ottenuto il condono di 6 mesi, il 31.12.1938 viene liberato dal carcere e rientra in famiglia. La Prefettura di Milano, non ancora informata dell’avvenuta scarcerazione, il 5.1.1939 segnala a quella di Bergamo e al Cpc che Ballini è in carcere “per espiazione pena”. Il 15.3.1942 la Prefettura di Milano lo segnala nella sua casa di via Padova, senza aver più dato luogo a rilievi politici. Il 20.12.1943 la Questura di Milano chiede alla Sotto-prefettura di Treviglio e alla Questura di Bergamo di confermare se Ballini risulti sfollato, ma il 28.12.1943 da Treviglio e l’8.1.1944 da Bergamo la risposta è che non risulta né a Treviglio né a Bergamo. Cpc, b. 294, 1911-1942. (G. Mangini, R. Vittori)