Agatti Enrico Carlo

n. busta
1
n. fascicolo
11
Primo estremo
1934
Secondo estremo
1939
Cognome
Agatti
Nome
Enrico
Altri nomi
Carlo
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1883/01/28
Livello di istruzione
licenza elementare
Professione
bracciante operaio
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Boltiere (Bg) il 28.1.1883, comunista, bracciante, trasferitosi a Busto Arsizio (Va) il 20.1.1920 con la famiglia. Si trasferisce poi in Francia, mentre nei primi anni Trenta lavora in Marocco. Il 5.1.1934 il Ministero dell’Interno, raccogliendo una segnalazione fiduciaria proveniente da Rabat, indirizza al Ministero degli esteri, al Consolato di Rabat e alle rispettive Prefetture l’elenco dei 15 operai italiani addetti ai lavori di sbarramento del fiume Oued-Beth per la diga di irrigazione El-Kansera, inaugurata nel 1935, e a Sidi Slimane. Gli operai, tra i quali appunto Agatti, provengono da diverse località, sono ritenuti antifascisti e capeggiati da Armando Benfenati (n. Castelmaggiore il 27.12.1907). Tali operai, oltre a svolgere propaganda antifascista tra i connazionali, sono sospettati di farsi promotori di raccolte di fondi a favore della ‘concentrazione antifascista’. Il 22.1.1934 la Prefettura di Bergamo segnala Agatti come antifascista attivo all’interno del gruppo di operai con i quali lavora in Marocco. Tuttavia, nel marzo 1934 il Console italiano a Rabat smentisce la segnalazione che Agatti e gli altri operai siano antifascisti: “non sono fascisti, vale a dire iscritti al fascio, ma non perciò sono da considerarsi come antifascisti dato che nessuna propaganda essi fanno contro il Regime. Nessuno di essi si è mai fatto promotore di sottoscrizioni fra italiani e francesi per raccogliere fondi da inviare alla concentrazione antifascista”. Ancora nel giugno dello stesso anno, al Consolato generale italiano di Rabat non risulta che Agatti abbia svolto attività antifascista e il Ministero dell’Interno chiede chiarimenti in tal senso. Nel settembre 1934 il Consolato Italiano a Rabat informa che Agatti convive con una francese al Barrage de l’Oued-Beth e conferma che non svolge alcuna attività antifascista. Nel febbraio 1936 si trova a Tangeri viene nuovamente segnalato come antifascista, ma ancora una volta il Consolato italiano di Tangeri, come in precedenza quello di Rabat, nel febbraio 1936 smentisce che Agatti possa essere definito sovversivo o antifascista, quanto piuttosto squilibrato. Il 10.5.1936 a Tangeri partecipa allo sciopero generale e ad un comizio durante il quale, secondo quanto riferisce un informatore fascista, Agatti prende la parola proponendo di inviare un saluto “ai fratelli abissini”. A quest’ultimo proposito, nella nota del 14.7.1936 inviata dal Ministero dell’Interno al Consolato Generale d’Italia a Tangeri, al Ministero degli esteri e al prefetto di Bergamo, si dice che “l’informatore soggiunge che il predetto si sarebbe rivelato uno squilibrato di mente per cui il suo stato di esaltazione mentale potrebbe renderlo pericoloso”. Da questo deriva che il Ministero dell’Interno si rivolge alla Prefettura di Bergamo per “far modificare il provvedimento per il quale il predetto è iscritto in R.F. in fermo”. Nel frattempo Agatti ha lasciato Tangeri in direzione di Marsiglia. La ragione di questo viaggio è meglio chiarita in una nota informativa molto più precisa che trascrive un rapporto proveniente dal Consolato generale di Tangeri e inviato lo stesso 14.7.1936 dal Ministero dell’Interno, Divisione Generale della P.S. – Divisione Affari Generali e Riservati, alla Prefettura di Bergamo: “è stato imbarcato a cura di questo R. Ufficio, su un piroscafo francese diretto a Marsiglia, il connazionale Agatti Enrico di Augusto. Costui, dopo essere rimasto per parecchi mesi disoccupato, si era fatto notare in questi ultimi tempi per essere l’unico italiano che aveva preso una certa parte nell’agitazione sociale e politica, a carattere nettamente sovversivo, promossa dalla sedicente ‘Associazione dei Lavoratori di Tangeri’, che raggruppa in pratica soltanto i peggiori elementi della colonia spagnola e di cui ho riferito a codesto R. Ministero con separati rapporti. L’azione dell’Agatti si è limitata ad intervenire ai vari comizi tenuti dall’Associazione suddetta; ma essa è servita ad offrire il pretesto all’Associazione per affermare che essa raggruppava anche operai italiani, ed alle autorità spagnole per insinuare che nel movimento vi erano anche agenti provocatori di altre nazionalità; insinuazione ripetuta specialmente dopo l’attentato dinamitardo eseguito contro un cantiere italiano, attentato a cui l’Agatti era invece completamente estraneo. Essendovi però la possibilità che detto connazionale – il quale, ripeto, non credo debba considerarsi un sovversivo – potesse, data la sua natura ignorante, amorale e squilibrata, servire di strumento irresponsabile dell’attività sovversiva spagnola,, ho creduto bene imbarcarlo a destinazione di Marsiglia, dove egli da tempo desiderava recarsi, affermando aver colà alcuni membri della sua famiglia”. Ha l’occhio sinistro di vetro. Il 27.2.1936 in RF ‘perquisire, segnalare e vigilare’, mentre il 17.4.1939, con il n. 0716, viene ribadita la sua iscrizione in RF per ‘arrestare’. Cpc, b. 22, 1934-1939, in RF. (G. Mangini, R. Vittori)
Familiari
Agatti Augusto (padre)
Nato nel 1857, operaio
Cornici Francesca (madre)
Agatti Enrichetta Paolina (sorella)
Nata a Boltiere il 25.7.1881.
Agatti Paolo Battista (fratello)
Nato a Boltiere il 14.9.1884.
Luoghi di residenza
Boltiere Lombardia Italia (1883 - 1920) Busto Arsizio Lombardia Italia (1920 - ) Francia El-Kansera Marocco (1934 - 1935) Tangeri Marocco (1936 - ) Marsiglia Francia (1936 - )
Fatti notevoli
1935 - 1936
Secondo notizie fiduciarie Agatti nel 1935-36 avrebbe partecipato alle manifestazioni del partito comunista a Tangeri e si sarebbe fatto notare durante sciopero generale a Tangeri ai primi di maggio 1936 e il giorno 10 "avendo preso parte a un comizio ebbe la parola proponendo, fra l’altro, di inviare un saluto ai ‘fratelli abissini".
Relaz. con altri soggetti
Benfenati Armando (antifascista)
ACS, Cpc, b. 498
In rubrica di frontiera
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
no