Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Valcava di Torre de' Busi (Bg) il 14.12.1897, facchino, antifascista. Risiede a Bergamo dal 1922, è celibe, ha un fratello di nome Silvestro che vive con la madre anziana a Calolziocorte (Bg). Non è iscritto al Pnf e nemmeno alle organizzazioni sindacali fasciste, è dedito al vagabondaggio e spesso viene fermato per ubriachezza o per contravvenzione al foglio di via obbligatorio. A Bergamo alloggia presso l'Opera Bonomelli. La notte tra l'11 e il 12 giugno 1935 il fascista Giacomo Cavalli, residente a Bergamo in via Pignolo 42 e appartenente al Gruppo rionale fascista 'Benedetti', in prossimità delle Cinque vie incontra Rossi che stava cantando. Rimproverato e invitato a smettere di cantare data l'ora tarda, Rossi risponde "va a dar via il culo te, il Duce e tutta l'Abissinia". Costretto dal fascista a seguirlo presso l'ufficio di comando del Corpo di vigilanza notturna 'Città di Bergamo', viene consegnato alla locale guardia di Ps, fermato, perquisito e trovato privo di documenti di identità e di lavoro ma in possesso di un coltello proibito. Denunciato a piede libero per offese al capo del governo, il 30.8.1935 viene negata l'autorizzazione a procedere penalmente a suo carico, anche se il 21.3.1936 viene diffidato a norma dell'art. 157 del TU di Ps e rimpatriato al paese d'origine. Nel novembre dello stesso anno è in prigione per contravvenzione alla diffida e viene scarcerato agli inizi del 1937. Nell'agosto 1941 lavora nel comune di Rasura (So), mentre nel settembre successivo è rintracciato a Gerola Alta (So), dove lavora come manovale per conto dell'impresa Lodigiani, dalla quale si licenzia l'11.10.1041. (G. Mangini, R. Vittori)