Rossoni Edoardo

n. busta
101
n. fascicolo
3055
Primo estremo
1937
Secondo estremo
1941
Cognome
Rossoni
Nome
Edoardo
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1889/05/25
Livello di istruzione
licenza elementare
Professione
manovale gestore di osteria
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato ad Arcene (Bg) il 25.5.1889, manovale, antifascista. Il 10.4.1922 emigra a Parigi, dove gestisce un'osteria e convive con Clara Gavazzi, nata nel 1901 e divisa dal marito. Quasi ogni anno d'estate rientra ad Arcene per le ferie e visitare i parenti. In una di queste circostanze, la sera del 25.7.1937 si trova presso l'osteria San Marco di Arcene, dove parla con due operai fascisti, Giovanni Ferrari di 43 anni e Battista Scotti di 53 anni, ai quali dice che "si sta meglio in Francia dove i manovali guadagnano franchi 7,60 all'ora e, facendo 40 ore di lavoro alla settimana, vengono compensati in ragione di 48 ore", aggiungendo che in Francia, rispetto all'Italia, ci sono più turismo e divertimenti. Si rivolge inoltre all'esercente dell'osteria, il fascista Ottavio Bertola di 47 anni, al quale dice che "Parigi è molto popolata e si vedono i treni a camminare sotto terra, cosa che non esiste in altre città". Inoltre, mentre in Italia le osterie chiudono alle 22.30, in Francia si chiude quando si vuole e "si vive con maggiore libertà. Mentre in Italia c'è troppa disciplina". La segnalazione dell'episodio avviene il 3.8.1937 da parte dei Cc alla Questura di Bergamo. Nella loro ricostruzione i Cc osservano che anche in passato Rossoni aveva vantato le istituzioni e la società francesi e che il suo modo di ragionare ha sollevato sfavorevoli commenti, tanto che per "poco non provocò una energica reazione da parte dei soprannominati fascisti". Quelle parole "possono evidentemente esercitare un'azione deprimente sulla massa, pertanto si propone che il detto Rossoni venga diffidato (…) a tenere un contegno più misurato e più rispondente alla disciplina nazionale". Nel frattempo l'1.8.1937 Rossoni si reca da Arcene a Busto Arsizio, dove risiede per alcuni giorni presso il fratello Giovanni Maria. Il 9.8.1937 il commissario di Ps Manichini di Busto Arsizio ritira il passaporto a Rossoni e l'11.8.1937 ne informa la Questura di Bergamo, alla quale viene spedito l’11.8.1937. Il Ministero dell'Interno il 21.8.1937 invita il prefetto di Bergamo a diffidare Rossoni, esortandolo a non ripetere i suoi comportamenti ma senza impedirgli di tornare in Francia. Nel novembre 1937 l'Ambasciata italiana a Parigi informa il Ministero dell'Interno, e questo a sua volta il prefetto di Bergamo, che Rossoni gestisce un locale frequentato da 'sovversivi', il Café Restaurant Franco-Italien, al n. 97 di rue Buzenval, in uno dei quartieri 'rossi' della città, Charonne. Dopo la vicenda dell'estate 1937 non ha più fatto rientro in Italia e non è iscritto al Pnf. L'ultima segnalazione è del settembre 1941. (G. Mangini, R. Vittori)
Familiari
Rossoni Battista (padre)
Gatti Bartolomea (madre)
Rossoni Giovanni Maria (fratello)
Luoghi di residenza
Arcene Lombardia Italia (1889 - 1922) Parigi Francia (1922 - ?)
Fatti notevoli
1937/07/25 - 1937/07/25
la sera del 25.7.1937 si trova presso l'osteria San Marco di Arcene, dove parla con due operai fascisti, Giovanni Ferrari di 43 anni e Battista Scotti di 53 anni, ai quali parla in termini elogiativi della vita in Francia e in termini critici della vita in Italia
Sanzioni subite
diffida (1937/08/21 - )
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
no