Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Stezzano (Bg) il 6.10.1912, falegname, sospetto politico. Vive a Stezzano in via Canonici 2 con la madre e con i fratelli Giovanni Pietro, operaio (n. 1907), Giuseppe, manovale (n. 1911) e la sorella Giovanna, operaia (n. 1925). Il 13.9.1927, quando è quindicenne, la Pretura di Bergamo lo condanna a 40 lire di ammenda per porto abusivo di rivoltella e omessa denuncia. Dopo essere passato per tutte le organizzazioni giovanili fasciste, si iscrive al fascio di Stezzano dal 21.4.1934. Presta servizio militare presso la 13a compagnia Sanità di stanza a Cagliari e viene congedato nel 1936. Per combattere con le truppe fasciste a fianco dei franchisti, il 6.12.1936 si arruola volontario nel 22° reggimento di fanteria e parte per la Spagna con il C.T.V. (Corpo Truppe Volontarie) nella 3a compagnia del Genio. In Spagna viene assegnato alla Divisione d'assalto 'Littorio', Compagnia Genio Artieri, dove rimane fino al giugno 1939. La sua partecipazione alla guerra di Spagna gli procura alcuni attestati, medaglie e riconoscimenti: oltre alla medaglia di volontario di guerra, il 10.9.1938 riceve una croce al merito di guerra, l'1.11.1938 un distintivo d'onore, il 6.3.1939 il distintivo della campagna commemorativa OMS (Operazioni Militari Spagna), il 5.5.1939 il distintivo della compagnia 'S'. Il 14.4.1939 era stato proposto il suo nome per l'iscrizione all'Associazione Arditi d'Italia. Da un'informativa del 14.6.1939 dei Cc di Bergamo al prefetto, firmata dal capitano Giuseppe Passanisi, risulta rientrato dalla Spagna a Stezzano il 10.6.1939 e al momento disoccupato. Nel suo paese natale è sempre stato considerato ottimo elemento e non ha mai dato luogo a sospetti di insincerità dei suoi dichiarati sentimenti fascisti. Due giorni dopo il ritorno dalla Spagna, però, cioè la sera del 12.6.1939, vaga in stato di ubriachezza per le strade di Stezzano gridando "Viva il comunismo, io sono comunista, evviva la Russia, evviva i rossi e abbasso la Spagna e il fascismo". Fermato, viene poi rilasciato. La sera del 14.6.1939, cioè due giorni dopo l'episodio di Stezzano, si trova a Bergamo dove si trattiene fino a sera inoltrata, ubriacandosi ancora una volta. Poco prima di mezzanotte, tra via XX Settembre e via S. Orsola ripete gridando le parole già dette a Stezzano: "Viva la Russia, abbasso la Spagna, evviva i rossi, evviva il comunismo". Viene affrontato per strada dal fascista Mario Marigliani di Bergamo e tra i due si svolge una breve colluttazione. Rota viene gettato a terra e immobilizzato e, secondo le parole della testimonianza scritta di Marigliani, "a terra lo sconosciuto si lamentava dicendo: Ecco come si trattano i legionari di Spagna". Con l'aiuto di un altro fascista sopraggiunto, Pietro Festa, Rota viene portato al Dopolavoro 'Guido Paglia', medicato e identificato. Affidato a persona di Stezzano, rientra a casa ma il giorno successivo, 15.6.1939, viene fermato dai Cc e trasferito nel carcere della Questura. Le parole pronunciate da Rota vengono confermate in una dichiarazione scritta anche da Giovanni Caldara, gestore di un bar di via XX settembre. Il 16.6.1939 dalla Questura di Bergamo viene trasmessa al Ministero dell'Interno la richiesta di consenso alla sanzione della diffida. Il difensore di Rota è l'avvocato Ubaldo Riva, che il 17.6.1939 fa pervenire alla questura un memoriale in difesa del suo assistito allo scopo di ottenerne l'immediata scarcerazione. Nel memoriale difensivo viene presentata la figura di Rota come quella di un ottimo cittadino e di un valoroso legionario, che ha pronunciato le frasi incriminate perché sotto l'effetto dell'alcool. A riprova della sua pubblica stima vengono indicate persone politicamente autorevoli che possono comprovarne la fede fascista: Riccardo Manzoni, podestà di Stezzano, e Angelo Tognazzi, segretario politico del Pnf di Stezzano. Con telegramma del 23.6.1939 il Ministero dell'Interno autorizza la diffida nei confronti di Rota, il che avviene lo stesso giorno. In occasione del periodico aggiornamento dello schedario, il 6.2.1941 la Questura di Bergamo chiede informazioni ai Cc sulla situazione di Rota. La risposta giunge il 14.5.1941 e i Cc informano che Rota al momento è sotto le armi come richiamato e che, avendo 'dato prova di ravvedimento', viene dato parere favorevole alla sua radiazione dallo schedario dei sovversivi, che avviene il 27.9.1942. (G. Mangini, R. Vittori)