Profilo sintetico riassuntivo
Nato a a Ponte San Pietro (Bg) il 17.7.1907, dove risiede in via Vittorio Emanuele II 39, celibe, negoziante di mercerie e filati nel negozio paterno, sospetto politico. Incensurato, senza precedenti politici, ha prestato regolare servizio di leva per 18 mesi, non è iscritto al Pnf ma non risulta essere un antifascista, anzi ha partecipato alle attività del fascio locale. I Cc, nel loro rapporto alla Questura del 4.4.1939 affermano che Rota a Ponte San Pietro "è conosciuto per giovane scapestrato che ha dato nel passato frequenti dispiaceri ai suoi famigliari perché ha sempre fatto vita sregolata". Tale rapporto è determinato dal fatto che Rota, la sera del 31.3.1939, si trova presso l'albergo-ristorante 'Il Sole' di Ponte San Pietro e ascolta alla radio un notiziario politico insieme all'impiegato fascista e aspirante capo-manipolo della Mvsn Alfredo Gotti (n. 1908) di Ponte San Pietro, al fruttivendolo Luigi Finazzi (n. 1911) di Bergamo e a Battista Taramelli (n. 1910), commesso di Ponte San Pietro. Dopo la trasmissione radiofonica, Rota intavola una discussione con gli altri che però viene subito troncata dal Taramelli, allora si avvicina allora alla radio, presso la quale si trovano Luigi Colombi (di Bortolo ed Erminia Camelli, n. a Ponte San Pietro il 21.6.1911), operaio tessile, fascista ed ex-legionario di Spagna con le truppe fasciste, e il salumiere fascista Luigi Rigamonti (di Giuseppe e Manilia Ambrosini, n. a Calcinate il 17.4.1883) residente a Ponte S. Pietro, con i quali inizia una discussione sulla guerra di Spagna. Nel corso della discussione Rota, rivolto all'ex-legionario Colombo, dice che "I legionari di Spagna, almeno per il 50%, sono avanzi di galera, oppure disoccupati, oppure gente che non va d'accordo in famiglia". Il fascista Alfredo Gotti, dopo aver rimproverato Rota, lascia il locale e scrive un rapporto sull'accaduto al segretario del fascio di Ponte San Pietro, Giuseppe Salvi, che a sua volta ne fa denuncia scritta ai Cc di Ponte S. Pietro il giorno dopo, 1.4.1939. I Cc intervengono subito, raccolgono le testimonianze dei presenti e dello stesso Rota, che viene fermato presso la sede del fascio di Ponte San Pietro e poi accompagnato nella caserma dei Cc. Interrogato, si difende ammettendo l'ultima parte delle sue affermazioni ma negando di aver pronunciato la prima, che definiva "avanzi di galera" i legionari fascisti in Spagna. Smentito da tutti i testimoni dell'accaduto, viene rinchiuso nelle carceri giudiziarie di Bergamo a disposizione della Questura e diffidato il 19.4.1939 nell'ufficio di Gabinetto della Questura di Bergamo. Il 5.1.1941 sposa Maria Antonia Persico. Dal 18.6.1941 si trasferisce a Bergamo. (G. Mangini, R. Vittori)