Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Monte Marenzo (Bg, ora Lc) il 3.5.1898, ragioniere, impiegato prima nell'amministrazione comunale di Bergamo e poi dal 1933 in quella di Treviolo (Bg).Nel 1926 viene segnalato quale abbonato a «La Voce Repubblicana» e vicino alle posizioni del combattentismo dissidente. Nel 1927 è iscritto all’associazione Nastro Azzurro. Denunciato per non aver voluto consegnare al Commissario straordinario del Triunvirato il carteggio ed il materiale della federazione Combattenti di Bergamo, viene condannato, con sentenza del 13.3.1926 del Pretore di Bergamo, a 3 mesi, 12 giorni di carcere e a 120 lire di multa per i reati previsti dagli art. 246, 202, 247, 434 Cod. Pen.. La sentenza viene confermata in appello il 5.11.1926. Per le sue posizioni repubblicane e antifasciste viene anche diffidato il 15.1.1927, ai sensi dell’articolo 166 della legge di Ps. La ragione vera della condanna, nascosta dietro il riferimento degli articoli del Codice Penale, sta nel fatto che Baracchetti, come scrive la Questura di Bergamo al prefetto, “quale segretario generale della Associazione Combattenti di Bergamo, avendo preso partito per i dissidenti, si era rifiutato di consegnare al Commissario straordinario del Triumvirato il materiale ed il carteggio dell’Associazione. Politicamente aveva professato teorie repubblicane e si era rivelato contrario al regime”. Radiato il 23.11.1934. (G. Mangini, R. Vittori)