Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Redona (Bg) il 22.5.1900, manovale, sposato con Margherita Fiorina, 2 figli, antifascista. Dopo essersi separato dalla moglie, che si trasferisce a Genova, risiede a Bergamo presso il dormitorio di via Borgo Palazzo. Il 9.9.1941 è condannato dalla Commissione Provinciale di Bergamo (Gr. Uff. Avv. Francesco Ballero, prefetto, presidente; Comm. dr. Francesco Calcaterra, procuratore del Re; Comm. Giuseppe Pumo, questore; Cav. Enrico De Vecchio, Comandante Legione Mvsn; Cav. Ugo Marchetti, Comandante Gruppo Cc) a 2 anni di confino di polizia come "pericoloso per l'ordine nazionale' perché il 7.8.1941, in un'osteria di via della Milizia 46, in stato di evidente ubriachezza pronuncia frasi oltraggiose all'indirizzo di Mussolini: «duce, duce leccami la luce» mettendo con ciò la mano sull'apertura dei pantaloni". Destinato a Pisticci (Mt), è prosciolto condizionalmente il 27.10.1942 per il ventennale della marcia su Roma. Ancora sorvegliato nel gennaio 1943. Il 19.4.1946 l'ANPPIA provinciale di Bergamo chiede conferma del confino del Rota all'Uffico Politico della Questura, "essendo la sua pratica di ammissione condizionata alla di loro dichiarazione" e di seguito incluso nella categoria 'apolitico'. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia in triplice posa del 3.11.1941. Cpc, b. 4467, 1941-1941. (G. Mangini)