Rota Ermenegildo, detto Esilio

n. busta
102
n. fascicolo
3077
Primo estremo
1927
Secondo estremo
1933
Cognome
Rota
Nome
Ermenegildo
Altri nomi
detto Esilio
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1898/04/06
Livello di istruzione
laurea Fisica
Professione
sacerdote insegnante
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Mapello (Bg) il 6.4.1898, sacerdote. Laureato in Scienze fisiche, insegna Scienze Naturali, Chimica e Geografia a Mapello, da dove viene allontanato per essere entrato in conflitto con i fascisti locali. Il 6.7.1924 viene denunciato dai Cc di Ponte San Pietro (Bg) per istigazione all'odio di classe e con sentenza 21.7.1925 della Pretura di Bergamo viene condannato a 100 lire di ammenda. Tuttavia, con sentenza 18.1.1926 della Cassazione di Roma la condanna viene dichiarata estinta per amnistia. Don Rota è poi insegnante a Bergamo, Gorla Minore (Mi) e San Giovanni Bianco (Bg). In seguito è nominato coadiutore di Cornalita (Bg), ma il 9.9.1927 viene diffidato, presso la caserma dei Cc di San Giovanni Bianco, dal vice-questore Carlo Garbugli e dal maresciallo dei Cc Carlo Garavaglia perché accusato, in quanto coadiutore parrocchiale alla frazione Cornalita di San Giovanni Bianco, di "sobillare la popolazione di Cornalita, sia per indurla a chiedere l'erezione della chiesa di detta Frazione in Parrocchia autonoma, distaccandola da quella di San Giovanni Bianco, sia per trascinarla alla disobbedienza ai Poteri costituiti". Inoltre, l'accusa afferma che il sacerdote ha pronunciato frasi oltraggiose verso i fascisti. Il relativo verbale viene letto ma non firmato da don Rota, "perché non crede di avere meritata la presente diffida". La diffida si basa sulle parole di Pietro Mazzoleni di Cornalita, il quale però, dopo essere stato più attentamente interrogato, modifica i termini della sua accusa, dichiarando di non avere mai udito personalmente don Rota pronunciare frasi oltraggiose nei confronti dei fascisti, come rileva il maresciallo capo a piedi comandante della stazione dei Cc di San Giovanni Bianco, Carlo Garavaglia, nel suo rapporto al questore di Bergamo del 12.9.1927, cioè 3 giorni dopo l'ammonizione. Dopo la vicenda di Cornalita viene trasferito a Cantù (Co), dove, dall'ottobre 1927 al febbraio 1928, insegna all'Istituto Tecnico Superiore, anche se risiede a Milano. Dal febbraio 1928 è istitutore e vice-direttore al Collegio Nazionale di Novara, nel corso del 1929 si trasferisce da Novara a Milano. Nel settembre 1932 si trasferisce da Milano (dove nel 1930 risiede in via Gaspare Aselli n. 10 e insegna presso il convitto nazionale 'Longoni' di via Fatebenefratelli 11) a Merano. Radiato nel 1934. Morto nel 1954. Un’attenta analisi delle vicende di don Rota durante il periodo fascista è svolta da Barbara Curtarelli nel suo libro del 2018 ‘Ho fatto il prete’, specialmente alle pagine 90-92, alle quali si rimanda anche per l’indicazione di notizie e fonti ulteriori. (G. Mangini)
Familiari
Rota Giuseppe (padre)
Chiappa Antonia (madre)
Luoghi di residenza
Mapello Lombardia Italia (1898 - 1926) San Giovanni Bianco Lombardia Italia frazione Cornalita (1926 - 1927) Novara Piemonte Italia (1928 - 1929) Milano Lombardia Italia (1929 - 1932) Merano Alto Adige Italia (1934 - ?)
Fatti notevoli
1927/08 - 1927/09
Nell'agosto / settembre 1927 viene accusato, in quanto coadiutore parrocchiale alla frazione Cornalita di San Giovanni Bianco, di 'sobillare la popolazione di Cornalita, sia per indurla a chiedere l'erezione della chiesa di detta Frazione in Parrocchia autonoma, distaccandola da quella di San Giovanni Bianco, sia per trascinarla alla disobbedienza ai Poteri costituiti'.
Sanzioni subite
diffida (1927/09/09 - 1927/09/09)
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
Data di esclusione
1934
Riferimenti bibliografici
Curtarelli 2018
riferimento pp. 90-92