Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Zanica (Bg) il 33.1907, muratore terrazziere, socialista. Ha due sorelle, Angela e Anna, che risiedono a Zanica. Il pretore di Bergamo il 2.11.1925 lo condanna a 10 giorni di reclusione "per mancato furto". Negli anni 1924-1925 viene più volte percosso dai fascisti locali e, come riferisce un rapporto dei Cc di Bergamo alla Questura di Bergamo del 29.5.1939, "non pertanto abbandonò le sue insane idee limitandosi solo all'abbandono della propaganda. Il suo espatrio avvenne appunto per sottrarsi alle violenze dei fascisti e più ancora per timore di essere colpito da provvedimenti di polizia. Sommettesi infine che il Solivani era individuo violento, rissoso e prepotente, di scarsa capacità e volontà lavorativa. Il predetto Solivani appartiene alla razza italiana e professava la religione cattolica". Dal 6.1.1930, con regolare passaporto rilasciato dalla Questura di Bergamo si trasferisce in Belgio, ad Auvelais (Namur), rue Surmont 1, che lascia il 6.9.1938 per Ransart (Hainaut), rue Croquet 56/B. Il 10.9.1941 parte da Charleroi con la moglie Rosa Matteagi (di Luca, n. Apecchio, Ps, il 5.9.1905) e la figlia Maria (n. 1935), dirigendosi a Zanica, per poi proseguire per Serravalle di Carda-Apecchio (Ps) paese natale della moglie. In Belgio non ha mai svolto attività politica e la stessa Ambasciata italiana di Bruxelles nel 1931 dichiara di non avere rilievi sfavorevoli sul suo conto. Nel fascicolo è finita anche una cartolina scritta il 2.11.1941 dalla località di Attigliano (Tn) dall'agente Calanca della Questura di Bergamo al collega Gavino Berardesca. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia. Cpc, b. 4864, fasc. 086446. (G. Mangini)