Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Zogno (Bg) il 6.12.1880, sposato con Dina Pasqualina Padovani. Nel febbraio 1902 la Corte d'Appello di Milano lo condanna a 50 giorni di carcere per furto. Sospettato di 'idee sovversive', emigra agli inizi degli anni Venti in cerca di lavoro in Germania e Francia, forse anche in altri paesi europei. Agli inizi degli anni Trenta si trova nel principato di Monaco e nella stagione invernale 1930-1931 lavora come impiegato all'Hotel Hermitage di Montecarlo. Non ci sono ulteriori informazioni sulla sua attività lavorativa fino ai primi mesi del 1933, quando risiede nel sobborgo di Saint-Agnés di Mentone, dove fino al 15.5.1933 gestisce una cantina. Dal 15.5.1933 al 22.7.1933, quando rientra in Italia, risiede a Montecarlo superiore presso la famiglia Torti, in rue Bellevue 34. In tale periodo si allontana da Montecarlo in due sole circostanze: si reca a Nizza per farsi visitare agli occhi presso l'Assistenza Pubblica Anglo-Franco-Americana, e dal 15 al 20.6.1933 a Mentone per ottenere una raccomandazione dal console italiano per essere ricoverato in ospedale e operato agli occhi, avendo con sé una commendatizia del presidente della Casa Italiana di Montecarlo. Agli inizi del luglio 1933, tuttavia, viene sospettato di aver partecipato, con altri, all'aggressione con bastonate e pugni del cavalier Giorgio Gozzi, vice-console d'Italia a Mentone, avvenuta nel pomeriggio del 2.7.1933 sull'avenue Sospel di Mentone. Il gruppo malmena anche l'italiano Giovanni Manzino, accorso in difesa di Gozzi. Secondo il rapporto della Questura di Imperia del 20 luglio successivo, l'organizzatore principale dell'aggressione sarebbe stato Sonzogni con la complicità di Francesco Frediani, fu Enrico e Lucia Guglielmi, n. il 15.5.1899 a Serravezza (Lu). Le altre persone sospettate di essere coinvolte nell'aggressione sono identificate dalla Prefettura di Imperia con un'informativa del 27.9.1933 indirizzata al Cpc e alle Prefetture delle province di nascita dei singoli nominativi: Ezio Peruzzi, di Cesare e Ottorina Ciapolini, n. il 2.6.1904 a Molin Nuovo di Empoli (Fi); Elzoario Boscherini, di Angelo, n. il 27.9.1890 a Cortona (Ar); Luigi Segnani, di Carlo, n. il 3.3.1865 a Castelnuovo Magra (Sp); Marsilio Maestrini, di Antonio e Ester Sambusconi, n. il 27.4.1887 a Panicale (Pg); Mario Giuntini, di Vittorio, n. il 7.3.1905 a Pisa; Giuseppe Alderotti, di Enrico ed Emilia Orlandini, n. il 29.11.1898 a Castelfiorentino (Fi), in precedenza condannato a 2 mesi di carcere senza condizionale; Dante Marcucci, di Ferdinando, n. il 7.3.1905 a Panicale (Pg); Felio Vanzi, di Federico e Assunta Mattioli, n. il 27.5.1899 a Cassetta in provincia di Massa, Torino o Trento, ma in realtà si tratta del comune di Sassetta, in provincia di Livorno; Anselmo Mariottini, fu Leopoldo, n. il 12.3.1887 a Marsciano (Pg); Sante Brinati, fu Giuseppe ed Emilia Areti, n. il 27.10.1900 a Serra San Quirico (An); Brunetto Fattorini, di Raffaele e Paradisa Sforsi, n. nel 1887 a Castelfiorentino (Fi); Rino Fattorini, di Raffaele e Paradisa Sforsi, n. il 9.11.1904 a Castelfiorentino (Fi); Giuseppe Branzi, di Benvenuto e Maria Marzuoli, n. nel 1888 a Castelfiorentino (Fi), naturalizzato francese, in precedenza condannato a 4 mesi di carcere con la condizionale; Raimondo Bondi, di Francesco e Giovanna Pietrangeli, n. il 7.5.1912 nel Principato di Monaco, in precedenza condannato a 2 mesi di carcere senza condizionale; Anita Liprandi, di Giusto Antonio e Caterina Fogliarini, n. il 5.3.1908 a San Remo e residente a Mentone. Sono sospettati di essere coinvolti nella vicenda anche Dante Arrighi e Giulio Rizzi, non ancora identificati con certezza. Sonzogni nel frattempo è rientrato in Italia il 22.7.1933, con regolare passaporto rinnovato il 24.5.1933 dal Consolato italiano del Principato di Monaco, stabilendosi a Milano presso il cognato. La ragione del rimpatrio è legata alla necessità di sottoporsi ad un intervento chirurgico, dato che ha le cateratte ad entrami gli occhi ed è praticamente cieco. Fermato a Milano il 6.12.1933 in via Ripa Ticinese 23 nella casa della famiglia di Luigi Negri (di Domenico e Teresa Carozzi, n. a Milano il 5.3.1885, venditore ambulante di frutta e verdura), presso la quale alloggia suo cognato, Antonio Padovani fu Luigi, fratello di sua moglie. Sonzogni ha necessità di essere accompagnato dal cognato perché è ormai cieco. Lo stesso giorno del fermo l'abitazione della famiglia Negri viene attentamente perquisita dagli agenti di Ps della Questura di Milano, senza però trovare nulla che possa comprometterlo. Questi, dopo il fermo, insieme al cognato viene condotto in Questura e da qui accompagnato alla Questura di Bergamo, dove l'8.12.1933 gli viene ritirato il passaporto, a suo tempo rilasciato dal Console italiano di Montecarlo. Interrogato a proposito della vicenda di Mentone, dichiara di aver risieduto dal 15.5.1933 a Montecarlo Superiore presso la famiglia Torti di rue Bellevue 34 e di essere stato a Mentone una sola volta, dal 15 al 20.5.1933. Dichiara inoltre di non conoscere nessuno dei nomi di coloro che sono sospettati dell'aggressione al vice-console italiano a Mentone, segnalati dalla Prefettura di Imperia. Il giorno dopo, il 9.12.1933, viene rilasciato e fatto accompagnare a Zogno sotto la responsabilità dei Cc locali. In attesa degli accertamenti derivanti dall'inchiesta, è costretto a rimanere a Zogno, dove è sorvegliato dai Cc. Nel maggio 1934 tenta di riottenere il passaporto, richiesto dal Comune di Zogno alla Questura di Bergamo, con la motivazione che a Montecarlo ha lavoro assicurato, mentre a Zogno è disoccupato e senza mezzi. In virtù di questa richiesta, il Cpc il 9.6.1934 risponde al prefetto di Bergamo dicendo di essere in attesa dell'esito degli accertamenti sulla vicenda di Mentone. Il 16.7.1934 il Cpc si rivolge al Consolato generale italiano di Nizza per avere chiarimenti sulla sua posizione rispetto all'aggressione del luglio 1933. Il 7.8.1934 il Consolato di Nizza scrive al Cpc e al prefetto di Bergamo affermando di non averlo mai segnalato come uno degli aggressori del vice-console: in effetti, la segnalazione era stata fatta dalla Questura di Imperia. Il giorno 1.9.1934 il Cpc scrive al prefetto di Bergamo che non ha mai dato luogo a rilievi durante il suo soggiorno nel Principato di Monaco e pertanto concede il permesso del rilascio del passaporto. Nell'informativa del Cpc non viene più fatta menzione dell'accusa di essere l'organizzatore dell'aggressione al vice-console italiano di Mentone: la sua cecità quasi totale e il contesto della sua attività, attentamente ricostruito, lo escludono completamente dalla vicenda, della quale però, nella documentazione conservata, non è chiarita l'origine dell'accusa nei suoi confronti. L'unica traccia in tal senso è contenuta nell'informativa "riservatissima raccomandata" della Questura di Imperia del 20.7.1933 indirizzata al questore di Bergamo, secondo la quale fra i promotori e gli autori dell'aggressione è stato identificato da una spia, cioè "da fonte confidenziale attendibilissima certo Sonzogni Carlo detto Frugoni (recte: Fogarì)". Ottenuto il passaporto, parte per la Francia il 19.9.1934. Nel dicembre 1939 i Cc di Zogno informano la Questura di Bergamo che risiede con la famiglia a Beausoleil (Alpi Marittime) e lavora come bracciante. Nello stesso rapporto viene indicato come politicamente 'sospetto' e, pur giudicandolo di buona condotta e non ritenendo necessario compilare la scheda biografica, dato che non è iscritto al Pnf né ad organizzazioni sindacali, i Cc non ritengono opportuno radiarlo dal novero dei sovversivi. La Prefettura di Bergamo, per la periodica revisione dello schedario, il 12.12.1939 si rivolge al Cpc per avere informazioni aggiornate sul suo conto; il Cpc risponde il 22.12.1939 rilevando che 'dato il momento politico, non è possibile ottenere ulteriori notizie'. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia, sia del viso che della figura intera in divisa militare. Cpc, b. 4869, fasc. 116938, 1933-1941. (G. Mangini)