Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Zogno (Bg) il 12.2.1901, antifascista, operaio meccanico tornitore nella Manifattura Valle Brembana di Zogno, dove vive in via vittorio Emanuele II n. 15. Celibe, Sonzogni convive con due fratelli, uno di quali mutilato di guerra. In Francia per lavoro dal 1930 al 1934, quando rientra. Non è iscritto al Pnf. Intorno a mezzanotte dell'11.7.1937, da ubriaco, sulla pubblica via di Zogno grida: "Io sono stato per cinque anni in Francia, lì si che esiste la libertà, non in Italia" e, rivolto a due persone che passano per strada (Andrea Marconi, di Giovanni e Maria Clotilde Goglio, n. a Zogno il 19.2.1901, domiciliato a Milano dal 1927 ma a Zogno in visita ai parenti, e Antonio Giudici, di Abramo e Carmela Angeloni, n. a Camerata Cornello il 25.12.1888 e domiciliato a Zogno in via Vittorio Emanuele II) e lo invitano a smettere, aggiunge: "Voi siete zero, io sono un vero uomo, la forma di governo dittatoriale non concede alcuna libertà, mentre in Francia col governo repubblicano si è liberi di fare i propri comodi". Il 17.7.1937 la Questura di Bergamo lo denuncia alla Commissione Provinciale. Il 12.8.1937 il segretario federale di Bergamo del Pnf scrive una lettera riservata al prefetto dicendo di aver saputo che la Commissione Provinciale (presieduta dal prefetto stesso) intende infliggere la diffida a Sonzogni. Giudicando insufficiente il provvedimento, Morelli aggiunge: 'Dato il momento, mi permetto prospettare a V. E. l'opportunità che il Sonzogni, oltre alla diffida e dopo questa, sia ancora e maggiormente fatto oggetto di speciale sorveglianza'. Così, il 10.9.1937 la Commissione provinciale gli infligge l'ammonizione per 2 anni. Il 9.10.1937 intorno a mezzanotte i Cc di Zogno, rientrando da una perlustrazione, scorgono Sonzogni nei locali dell'albergo Italia, nel centro del paese, in flagrante contravvenzione con le disposizioni dell'ammonizione, che tra l'altro impongono all'ammonito di non ritirarsi la sera oltre le ore 21. Accortosi di essere stato notato, esce spontaneamente dal locale. Immediatamente arrestato, viene rinchiuso in camera di sicurezza e denunciato al pretore di Zogno. che il 13.10.1937 lo condanna a 3 mesi di carcere e al pagamento delle spese processuali. In occasione del Natale 1937 Mussolini condona tutte le ammonizioni per motivi politici, inflitte o ancora da infliggere, anteriori alla data del provvedimento, con esclusione degli ammoniti per reati valutari. Il 29.3.1940 il maresciallo maggiore Giovanni Ponti, comandante della stazione dei Cc di Zogno, nella relazione trimestrale alla Questura di Bergamo osserva che Sonzogni "durante il trimestre non ha dato luogo a rilievi. È però persona da sorvegliare ai fini della polizia politica preventiva. È ex confinato politico, ed ex ammonito". Nel marzo 1942 il maresciallo maggiore Giovanni Fiorentino, comandante della stazione dei Cc di Zogno, non ritiene opportuno radiarlo dal novero dei sovversivi perché, pur non avendo dato luogo a rilievi, "non ha dato sufficienti prove di ravvedimento'". La medesima valutazione è ripetuta dallo stesso il 14.6.1943. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia. Cpc, b. 4869, fasc. 129587, 1937-1942. (G. Mangini)