Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Urago d'Oglio (Bs) il 25.1.1881, frate cappuccino, padre superiore del convento dei cappuccini di Albino (Bg). Il 30.9.1931 i Cc di Bergamo inoltrano un rapporto al questore di Bergamo sul frate cappuccino Emilio Telga, superiore del convento dei cappuccini di Albino (Bg) con il nome di padre Rizzerio. Nella predica da lui tenuta alle 11 del mattino del 27.9.1931 nella chiesa parrocchiale di Boltiere (Bg), il frate delinea il panegirico di santa Aurelia vergine e martire, ma nelle parole del frate i fascisti presenti rilevano chiari riferimenti critici nei loro confronti. Al termine della messa, il segretario del fascio di Boltiere, Angelo Passera, si reca subito a riferire l’accaduto a Cesare Cornioli, maresciallo capo a piedi della stazione dei Cc di Osio Sotto (Bg). Il frate viene invitato subito nella caserma e trattenuto fino alle ore 22 di quel giorno per la sua stessa sicurezza, data l’animosità nei suoi confronti manifestata dai fascisti locali. Nel fascicolo vengono raccolte anche le deposizioni scritte dei fascisti di Boltiere presenti alla predica. Nel rapporto dei Cc il frate, invitato a ricostruire la sua predica, tracciando un parallelo tra il comportamento di sant’Aurelia e quello dei fascisti, avrebbe detto che “come la Santa non si erano comportati coloro i quali nel mese passato ed in quello volgente, avevano rinnovato e sottoscritto il giuramento fascista senza riserva di doveri di coscienza, giuramento che lo stesso Sommo Pontefice aveva definito illecito e contro coscienza”, concludendo che in caso di necessità non avrebbero avuto il coraggio di dare la vita per la fede, come aveva fatto Santa Aurelia. I fascisti presenti asseriscono invece, con dichiarazioni scritte, che padre Telga “definì vili e vigliacchi i fascisti e i giovani fascisti che nel mese passato ed anche in questo firmarono da conigli il giuramento inicuo (sic) dando prova di vigliacchi, ripetendo ad alta voce ed in modo chiaro l’offesa vili e vigliacchi”. Padre Telga respinge tali accuse, sostenendo di aver detto testualmente: “Cito ad esempio quei cristiani che nel mese passato ed in questo mese chiamati a rinnovare e sottoscrivere un giuramento fascista, senza riserva dei doveri di coscienza, giuramento che il sommo Pontefice ha dichiarato illecito e contro coscienza, si sono dimostrati vili”. Il comandante della stazione dei Cc di Osio Sotto che firma il verbale, Francesco Mosca, ritiene che il cappuccino con la sua dichiarazione tenda a giocare con le parole e, anche prestando fede alle sue dichiarazioni, l’allusione ai fascisti è molto chiara e propone pertanto un provvedimento di polizia nei suoi confronti. Al verbale sono allegate 7 dichiarazioni scritte, 6 dei fascisti di Boltiere presenti alla predica, tutte uguali fra loro, e quella dello stesso frate:
1) Mertens Mario di Luigi e fu Teresa Sgualduzzi, n. a Venezia il 17-10-1898, capotecnico, residente a Boltiere, combattente, il quale afferma che padre Telga “mettendo in confronto l’esempio offerto dalla stessa (sant’Aurelia) col martirio, qualificò di vili e vigliacchi i fascisti e i giovani fascisti che nel mese scorso e anche in questo mese firmarono da conigli il giuramento iniquo a loro sottoposto, dando prova di vigliacchi, loro si mostrano sulla pubblica via tanto spavaldi e prepotenti, nonché aggressivi, ripetendo ad alta voce l’ingiuria e l’offesa Vili e Vigliacchi suscitando nei fedeli un mormorio”.
2) Corna Samuele fu Angelo e Rosa Rossi, n. a Osio Sotto (Bg) il 16.1.1907, meccanico, residente a Boltiere, iscritto alla sezione fascista di Boltiere, che afferma la stessa cosa.
3) Toccagni Sebastiano fu Angelo e Francesca Tosetti, n. a Spirano (Bg) il 20.2.1884, segretario comunale, fascista, lo stesso.
4) Belliotti Antonino di Damiano e fu Rosaria Gervasi, n. a Valle d’Olmo (Pa) il 17.2.1889, possidente, residente a Boltiere, fascista, lo stesso.
5) Zucchinelli Antonio fu Giacomo e Alessandra Roberti, n. a Boltiere (Bg) il 2.3.1889, operaio, fascista, lo stesso.
6) Passera Patrizio fu Giuseppe e Genoveffa Amadei, n. a Boltiere (Bg) il 26.9.1890, commerciante, apolitico, lo stesso.
7) dichiarazione scritta del padre Telga, firmata con il nome religioso di padre Rizzerio (dal nome di uno dei primi compagni di S. Francesco, il beato Rizzerio della Muccia), nella quale ricostruisce l’impianto del suo discorso in chiesa in onore della santa patrona Aurelia, nel quale, dopo aver esaltato l’eroismo della santa nel sostenere il martirio per la fede in Cristo, esorta il popolo ad imitare la santa nel coraggio cristiano “e a dimostrarla nella pratica, rimproverando quelli che hanno vergogna a farsi in pubblico il segno della croce, ad inginocchiarsi quando passa il sacramento e che scappano e si nascondono nelle case per non essere costretti ad inginocchiarsi. Poi aggiunsi: Così si deve dimostrare la fede davanti a chiunque e rifiutarsi di fare quello che la coscienza condanna e per non andar troppo lontano (dissi) quei cristiani che nel mese passato e in questo mese, chiamati a rinnovare o a sottoscrivere un giuramento fascista senza riserva dei doveri di coscienza che hanno fatto questo giuramento che il sommo Pontefice ha dichiarato illecito e contro coscienza, si sono dimostrati vili e che se avvenisse una persecuzione sanguinosa come nel 25° sotto Decio, questi non avrebbero il coraggio di dare la vita per la fede come S. Aurelia”. Alla dichiarazione di padre Telga si aggiunge, nella documentazione del fascicolo, un testo manoscritto intitolato ‘Sunto fedele del discorso tenuto a Boltiere il 27-9-1931 dal rev. padre Guardiano di Albino’ consegnato ai Cc dal parroco di Boltiere il 3.10.1931 dietro invito della Curia (i puntini sono nel testo originale):
“I. Santa martire e vergine, duplice esempio di purezza e di fortezza cristiana; quanti esempi di corruzione ai suoi tempi: molti proponevano ‘di godere la vita’, ma i santi gli apostoli, la Madonna, la Vergine ‘non seppero godere la vita!’. Tale grido si sente anche nel presente mondo dove cammina la nostra gioventù? … le nostre figliole cristiane? … Quanta immoralità!
II. Il martirio è la forma suprema della carità verso Dio; ai tempi della VII persecuzione dell’imp. Decio, molti si sottrassero vilmente al loro dovere di cristiani e corsero a rendere omaggio alle divinità pagane . <Vili! Etc etc. … si chiamavano i più forti … ed erano deboli … vili! Per un po’ di denaro … calpestarono la coscienza! Questi non si meritano che il nome di vili … cristiani traditori della coscienza! Ecco invece splendere in mezzo a tanta vigliaccheria più luminosi il coraggio di questa ragazza […] Guardate quella statua di s. Aurelia! … quale rimprovero non solo alla viltà del suo tempo … ma anche di molti cattolici deboli e vili del nostro! A tanti cattolici forti apparentemente dentro il mondo … ma deboli nella fede … nella professione cattolica … nella vita! Tanti giovinetti … che credonsi forti perché gridano per le piazze … ma sono pronti a calpestare i loro doveri cristiani. [Anche ai nostri giorni i cattolici offrono esempi di viltà] Abbiamo avuto due mesi fa un esempio di nostri giovinetti cattolici correre a firmare un giuramento dopo che il Papa stesso parlò così chiaramente condannandolo! Etc. S. Aurelia ci predica la purezza, essa una ragazza, finir alla morte! Conclusione. Mentre S. Aurelia gli occhi rivolti al cielo stringe nelle mani i segni della vittoria … il giglio e la palma … e ci chiama a non pensare solamente la terra ma il cielo e ci invita alla purezza, alla fortezza. Voi oggi fate la festa di ringraziamento per le benedizioni della vostra campagna … e ho veduto che il Signor vi ha benedetto … fate bene quindi a ringraziarlo … a ringraziare la protettrice delle vostre campagne … S. Aurelia! Da alcuni anni il vostro governo ha iniziato la battaglia del grano … e merita ogni elogio […] ma di fianco alla battaglia del grano, (dirò col mio venerando vescovo di Brescia), occorre fare la battaglia della moralità! […] Guardate o genitori in voi o attorno a voi se non vi è nulla da emendare … da correggere? Non vedete anche in mezzo a voi delle figliole con vestiti corti … come ballerine! É ora di finirla con questa moda scandalosa …! Se occorre prendete, o genitori, in mano la frusta che usate coi vostri giumenti e adoperatela per far ballare i vostri figliuoli … poiché non hanno imparato le regole della modestia? Bisogna fare la battaglia della moralità se volete che vadano bene anche le battaglie del grano … e le devozioni ai santi!”. Intanto, il 29.9.1931 il Ministero dell’Interno con un telegramma al prefetto di Bergamo invita a sottoporre il frate ad un’ammonizione. Anche la Questura di Bergamo, scrivendo il 16.1.1932 al prefetto come presidente della Commissione Provinciale per il confino di polizia, per le frasi dette in chiesa propone l’ammonizione nei confronti del frate, “soprattutto per il luogo ove vennero pronunciate e per la persona del Telga”, anche se il religioso non ha precedenti. La Commissione Provinciale di Bergamo il 20.1.1932 convoca padre Telga alle ore 15 del 27.1.1932 con la motivazione che “durante una predica nella chiesa parrocchiale di Boltiere ebbe a stigmatizzare con parole oltraggiose, i Fascisti che avevano rinnovato il giuramento di fedeltà al Duce e al regime rivelando ostilità verso il fascismo”. La Commissione, tuttavia, non ritiene che ricorrano gli estremi per l’ammonizione e rinvia la pratica al questore, che provvede ad infliggere a padre Telga la diffida, prevista dall’art. 164 del TU di Pubblica sicurezza. Il 10.2.1932 la Questura di Brescia informa quella di Bergamo che Telga manca dal paese natale da oltre 35 anni. La stessa Questura di Brescia, in occasione del periodico aggiornamento dello schedario dei sovversivi, il 29.5.1934 non lo ritiene pericoloso ma non meritevole di radiazione. Nell’autunno 1936 si trasferisce a Cerro Maggiore (Mi), nella circostanza i Cc di Albino definiscono ‘buono’ il suo comportamento, mentre la Questura di Bergamo informa del trasferimento quella di Milano con la raccomandazione di vigilare su di lui. Dallo schedario dei sovversivi di Bergamo viene radiato nel 1936. La Questura di Brescia il 30.5.1938 informa quella di Bergamo che il frate è tornato ad Albino, mentre il mese successivo è presso il convento dell’Annunziata di Borno (Bs). Non ci sono altre notizie. (G. Mangini, R. Vittori)