Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Treviglio (Bg) il 11.12.1916, antifascista. Primogenito, ha due fratelli e due sorelle: Giovanni, Tarcisio, Antonietta, Teresina. Lavora come operaio meccanico presso lo stabilimento C.A.B. - Caproni Aeronautica Bergamasca di Ponte San Pietro, guadagnando 30 lire al giorno. Ha prestato servizio militare come carrista in Africa e Spagna ed è stato riformato per otite cronica riconosciuta come causata dal servizio e per questo è titolare di una pensione di 77 lire mensili. É iscritto al Pnf dal 29.5.1938. Il 9.6.1943 viene in possesso di un manifestino antifascista e lo propone alla lettura anche di altri operai dello stabilimento Caproni. Tra gli operai coinvolti c’è anche Angelo Amboni, a sua volta compreso nell'elenco dei sovversivi. Alle ore 11 dell’11.6.1943 tre agenti di Ps, il brigadiere Luigi Guidolotti, il maresciallo Tito Calanca e la guardia Rosario Micalizio, lo fermano per accertamenti di polizia politica e lo arrestano perché sospettato di essere coinvolto nella distribuzione dei citati “manifestini sovversivi”. Un’ora dopo, i primi due agenti di Ps sopra citati eseguono la perquisizione della sua abitazione in via Rampinelli 10 a Bergamo alla presenza della matrigna Maddalena Colombo per trovare “stampe e manifestini sovversivi”, con esito negativo. Il 16.6.1943 il prefetto di Bergamo chiede al capo della polizia l’autorizzazione a denunciare alla Commissione Provinciale il gruppo di operai coinvolti nella vicenda e il capo della polizia, Chierici, acconsente con un telegramma del 28.6.1943. Il 2.7.1943 il questore di Bergamo informa i Cc della compagnia di Bergamo dell’avvenuto arresto di Tosi, che “faceva parte di un gruppo di altri individui, tutti alle dipendenze della C.A.B., diffusori e propagandisti abituali di libelli sovversivi, per cui egli, che trovasi associato nelle locali carceri Giudiziarie, viene denunziato alla Commissione Provinciale per un severo provvedimento di polizia. Si prega codesto Comando di far pervenire il prescritto rapporto informativo”. Il “prescritto rapporto informativo” viene inoltrato dai Cc di Bergamo alla Questura il 5.7.1943. In esso, ricostruendo il profilo famigliare, sociale, professionale e politico di Tosi, i Cc di Bergamo ne forniscono però un ritratto positivo, scrivendo che “non è dedito al vino o all’ozio, né alle cattive compagnie e conduce vita regolare. É socievole, di carattere piuttosto calmo e ponderato e nel pubblico gode buona stima, tanto che il suo arresto da parte degli agenti di cotesta R. Questura, avvenuto per il noto rinvenimento dei manifestini sovversivi, ha destato in tutti un senso di meraviglia. É nullatenente e, con la famiglia, trovasi in misere condizioni economiche. (..) Non è ritenuto capace di esplicare comunque attività sovversiva. Anzi, ha sempre manifestato, palesemente, sentimenti favorevoli al regime fascista. Premesso quanto sopra, si propone che il Tosi venga sottoposto ad un mite provvedimento di polizia”. La richiesta dei Cc viene recepita e il 7.7.1943 la Commissione Provinciale ammonisce Tosi come “elemento pericoloso per l’ordine nazionale”, senza però, nel suo caso, la condanna al confino di polizia. Il giorno dopo il prefetto di Bergamo, Giannitrapani, ne trasmette notizia al Ministero dell’Interno, Direzione Generale di Ps, Divisione AGR - Affari Generali Riservati. L’1.8.1943 Tosi viene prosciolto dall’ammonizione e il 7.8.1943 la Questura di Bergamo ne informa i Cc. (G. Mangini)