Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Ciserano (Bg) il 4.11.1898, socialista. Insegnante elementare, ha lavorato a Treviglio, dove però, tesserato e militante socialista, è minacciato e perseguitato dai fascisti locali. Lo stesso avviene a Ciserano, dov’era tornato da Treviglio per sfuggire ai fascisti trevigliesi, di qui il suo trasferimento in Francia. Con regolare passaporto emigra ad Agen (dipartimento Lot-et-Garonne, Aquitania) il 17.9.1923. Ritorna a Ciserano il 6.8.1924 e qui rimane fino alla fine del mese, quando riparte per Agen con alcune famiglie di Brescia, per conto delle quali ad Agen ha comprato dei terreni. Sposatosi con una francese a Perpignano, ha un figlio e fa il mediatore. Da una segnalazione della segreteria generale dei fasci italiani all’estero e dallo stesso consolato italiano, risulta che il 9.10.1927, nei locali della ‘Bourse du Travail’ di Agen, partecipa al banchetto tenuto fra agricoltori antifascisti per il rilancio della propaganda antifascista nel sud-ovest della Francia, tra gli altri insieme a Morbini (Giuseppe Stefano Mombrini?) di Bergamo e a Oreste Ferrari (nato ad Acquanegra sul Chiese), direttore e redattore principale del giornale «L’Attesa» pubblicato ad Agen, duramente picchiato dai fascisti italiani di Agen nel febbraio 1927. L’Ambasciata italiana a Parigi, sulla base della segnalazione di un informatore, il 24.6.1928 indica Vitali quale presidente della sezione di Agen della Lidu - Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo. Il 30.1.1930 il Consolato di Tolosa a sua volta lo segnala come ardente antifascista. Il 15.4.1931 è ancora il Consolato di Tolosa a comunicare al Ministero degli Esteri che Vitali avrebbe fatto ‘recentemente’ un viaggio a Parigi, trattenendosi una settimana presso la redazione del giornale «La Libertà» (1.5.1927 - 3.5.1934), il settimanale della Concentrazione antifascista, occupandosi di assistenza privata e degli espatri clandestini di connazionali e, forse, di falsificazione di passaporti. Nel giugno 1931 viene inserito nel BR e in RF. Nel congresso tenuto a Nancy dal 15 al 17.8.1931, rappresenta la sezione della Lidu di Clouange (dipartimento Mosella, regione Lorena). Un mese dopo, l’8.7.1931, il console italiano di Tolosa riferisce al Ministero degli Interni che il reggente dell’agenzia consolare di Port Vendres (dipartimento Pirenei Orientali, regione della Linguadoca-Rossiglione) ha identificato due dei più attivi propagandisti antifascisti della zona, e cioè Oreste Ferrari e appunto Vitali, i quali visitano anche a domicilio i connazionali e fanno propaganda per un giornale che si dovrebbe pubblicare a Tolosa sotto la direzione di un ex deputato italiano, non specificato. Alla data del 23.12.1931 Vitali risulta risiedere ancora ad Agen. Nel corso del 1932 sua madre, Teresa Armanni, presenta a Mussolini un’istanza perché venga rivista la posizione del figlio, a suo dire ingiustamente accusato di essere antifascista. Ne deriva un’inchiesta in proposito da parte del Ministero degli Interni, che ripercorre le vicende in cui Vitali è coinvolto in Francia e ricostruisce i dati qui sopra citati. Inevitabilmente il Cpc, il 7.8.1932, scrive al prefetto di Bergamo e al Ministero degli Esteri che “pel suo grado di istruzione, per la propaganda antifascista esercitata a mezzo della stampa, in Francia il Vitali è stato considerato elemento pericoloso anche per l’ascendente che potrebbe esercitare sull’elemento operaio”, concludendo che “risulta infondata l’asserzione della madre del Vitali relativa ad ingiuste accuse fatte al figliuolo che, d’altro canto, non risulta abbia chiesto di poter rimpatriare”. In effetti, ai Cc di Verdello non risulta affatto che Vitali sia rientrato in Italia dall’ottobre 1930 al marzo 1931, come la Questura di Bergamo aveva loro chiesto nell’ottobre 1932. Oltre a Ferrari, Vitali frequenta anche un altro socialista, Augusto Mione (Cpc, b. 3307, 1928-1942, scheda biografica, n.1898 a Mel, Belluno, antifascista, impresario, confinato, in RF). Il 28.11.1932, sulla base di un’informazione proveniente dal Consolato generale di Tolosa, il Cpc informa riservatamente il prefetto di Bergamo sul fatto che Vitali è intervenuto all’assemblea ‘allargata’ dei Comitati Proletari Antifascisti del 27.8.1932, dove ha preso la parola sottolineando la necessità di costituire il ‘Fronte Unico’ per impedire la guerra. Soprattutto a partire dal 1933, come osserva la studiosa Carmela Maltone, Vitali è particolarmente attivo nel Sud-Ovest della Francia nel realizzare un riavvicinamento organizzativo tra i lavoratori italiani socialisti e comunisti con uno scopo essenzialmente pratico, cioè dar luogo ad un fronte unitario in funzione antifascista, che superi le divisioni settarie dovute a ragioni ideologiche. A questo scopo organizza molti incontri con i comunisti locali, fonda e dirige il bollettino «Fronte Rosso». L’esempio di Vitali viene seguito da numerosi altri militanti socialisti, che progressivamente aderiscono all’idea di costituire un fronte d’azione antifascista con i comunisti. Nel febbraio 1934, dopo aver lavorato per alcuni mesi a Montauban (dipartimento Tarn-et-Garonne, regione Midi-Pirenei), risiede a Pia (dipartimento dei Pirenei Orientali, regione Linguadoca-Rossiglione) e frequenta l’anarchico Giuseppe Pasotti, con il quale già il 20.10.1933 aveva organizzato una riunione antifascista in una sala del caffè ‘Majestic’ di Perpignano. Nel gennaio 1935 chiede all’Agenzia consolare di Port Vendres il rinnovo del passaporto per entrare in Italia. Nello stesso mese il Cpc, sintetizzando tutte le informazioni raccolte fino a quel momento su Vitali, scrive al Ministero degli Esteri, al Consolato generale di Tolosa e al prefetto di Bergamo che Vitali all’estero svolge una “spiccata ed irriducibile attività sovversiva”. Il 6.5.1943 viene segnalato come residente in Francia, a Bonpas, nei Pirenei Orientali, dove ha un negozio di merceria. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia. Cpc, b. 5448, fasc. 009461, 1927-1943. (G. Mangini)