Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Bona (Algeria) il 2.9.1899, cittadino francese, contabile, antifascista, residente in Tunisia. Il padre di Zigliani, secondo un’informazione proveniente dal cugino Alfredo Zigliani di Bergamo (viale Roma 12), risulta essere nato a Praga, in Boemia, ma ha scelto come domicilio Bergamo, dove è stato dal 1872 al 1877 forse per via delle sue origini locali. Il fatto che non risulti iscritto all’anagrafe della città induce la Questura ad ipotizzare che Zigliani, durante il suo soggiorno a Bergamo, abbia vissuto in albergo. A Bergamo comunque Luigi Zigliani ha due cugini, Egidio, che risiede in via Moroni 53, e il già citato Alfredo. É probabilmente per la vicenda del padre che Roberto Zigliani viene arruolato nel Distretto Militare di Bergamo con la classe 1899. Chiamato alle armi, giunge a Bergamo dalla Tunisia l’11.10.1917 e il giorno dopo incorporato nel 26° Reggimento Fanteria, passato poi all’11° Reggimento Fanteria il 15.12.1917 e nello stesso giorno nel 29° Reparto d’Assalto. L’8.11.1918 viene incorporato nel 3° Reggimento Fanteria, mentre il 15.2.1919 passa al 5° Genio. Il Tribunale di Guerra di Trieste il 14.1.1920 lo condanna a 2 anni di reclusione militare, commutata in 5 anni di condizionale, per prevaricazione e quindi scarcerato il 17.1.1920. Incorporato nel 141° Reggimento Fanteria, il 28.1.1920 viene inviato in licenza speciale di 15 giorni e il 20.2.1920 posto in congedo illimitato, e torna in Tunisia. Il padre Luigi muore intorno al 1926. Nel 1930 risiede nei pressi di Tunisi e continua a svolgere un’intensa attività antifascista. Il 22.7.1931 prende parte all’assemblea generale dei soci della Lidu a Tunisi. Sul giornale «Tunis Socialiste» scrive articoli contro il regime fascista. Nell’aprile 1933 viene segnalato dal Consolato Generale di Tunisi come propagandista antifascista, in contatto con la locale Camera del Lavoro, con il partito socialista francese Sfio e con gli antifascisti locali. Nel 1934 risiede sempre a Tunisi e risulta essere cittadino francese, tanto che per l’esercito francese risulta disertore. Iscritto in RF a p. 785, nel dicembre 1936 il Ministero dell’Interno dispone una modifica nell’inserzione nella RF: anziché ‘fermato’, deve essere scritto ‘respinto’ trattandosi di un cittadino francese. Nel 1937 è attivo nella loggia massonica “Mazzini e Garibaldi” di Tunisi, mentre nel luglio 1939 è uno dei dirigenti del Psi della sezione di Tunisi e probabilmente ha risolto con le autorità militari francesi la pendenza relativa al suo servizio militare, dato che, come risulta da un’informativa del 4.7.1939 del Ministero dell’Interno alla Prefettura di Bergamo, “sarebbe in rapporto con quelle Autorità Militari per raccogliere adesioni alla difesa armata, in caso di guerra, tra gli antifascisti italiani”. (G. Mangini)