Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Poscante (Bg) il 15.5.1895, socialista, poi comunista e propagandista rivoluzionario. Dal 7.2.1920 risiede a Monte di Nese, frazione di Alzano Lombardo (Bg), dal 1920 al 1924 è domiciliato a Romano di Lombardia (Bg), anche se nel 1922 emigra in Francia con il passaporto n. 535 rilasciatogli a Treviglio (Bg) il 25.10.1922 e rinnovato dal Consolato di Nancy il 10.1.1924. Dalla Francia passa poi in Lussemburgo, dove lavora ad Aumicourt Zef - Dipartimento dell’Est, lavorando come manovale per l’impresa Zeppelin, poi ritorna in Italia. Nel febbraio 1924 torna in Francia, lavora a Verdun come cementista presso la ditta Jacques Brasseur, poi a Rehon (presso Longwy) presso l’impresa Foglia, da qui giunge in Belgio il 26.4.1925, dove si ferma per due o tre mesi e poi di nuovo in Lussemburgo. Nell’agosto 1925 si trasferisce a Esch-sur-Alzette (Lussemburgo), rue de l’Industrie 56, da dove forse viene espulso per la sua propaganda comunista e il 28.7.1929 torna in Belgio, iscrivendosi a Bressoux, rue Foidart 3. Operaio d’officina, in Belgio nel 1931 frequenta regolarmente le riunioni del partito comunista a Seraing, dove frequenta il caffè antifascista condotto da un certo Banterla, in rue Hors Chateau 122, dove distribuisce o vende il giornale «Il Riscatto», cartoline del Soccorso Rosso e ritratti fotografici delle vittime del fascismo come Gastone Sozzi, assassinato dai fascisti in una cella del carcere di Perugia nel febbraio 1928. Nel fascicolo è presente una copia del ritratto fotografico di Gastone Sozzi stampata a cura dei ‘Patronati Italiani delle Vittime del Fascismo - Sede Centrale - Paris’, sul cui retro è stampato il testo: ‘Il fascismo sopprime nelle galere i nostri fratelli! occorre imporre la liberazione di tutti i prigionieri su cui pesa la minaccia della sorte toccata a Gastone Sozzi! - Cartolina-contribuzione pro vittime del fascismo: 0,50’. Lavora allo smontaggio dei padiglioni dell’esposizione di Liegi. Espulso dal Belgio nel maggio 1931, il 20.5.1931 parte da Bressoux dichiarando di recarsi in Olanda. Rientra in Italia, a Como, il 20.2.1932, in traduzione dal Lussemburgo e, in quanto disoccupato, al viaggio fino a Chiasso provvede il Comune di Esch-sur-Alzette, dove evidentemente si era di nuovo trasferito dopo l’espulsione dal Belgio. Viene rimpatriato a Romano di Lombardia, dove prende alloggio presso la propria moglie Maria Ghisleni in via T. Tasso 12. Il 27.2.1939 la questura di Novara segnala al questore di Bergamo che Licini ha dormito una notte a Romagnano Sesia (No) provenendo in bicicletta da Novara, e l’indomani è diretto a Ponzone (Al) per rivedere la figlia. Radiato nel 1939. Nel fascicolo sono conservate due sue fotografie, scattate in età diverse; è presente anche il suo passaporto. Cpc, b. 2784, 1931-1934. Un fascicolo a suo nome è conservato in ACS, fondo ‘Polizia Politica’, b. 720, f. 61. (G. Mangini)
Documentazione allegata
fotografie private
volantino
(Nel fascicolo è presente copia di un volantino con il ritratto di fotografico di Gastone Sozzi stampato a cura dei ‘Patronati Italiani delle Vittime del Fascismo - Sede Centrale - Paris’, sul cui retro è stampato il testo: ‘Il fascismo sopprime nelle galere i nostri fratelli! occorre imporre la liberazione di tutti i prigionieri su cui pesa la minaccia della sorte toccata a Gastone Sozzi! - Cartolina-contribuzione pro vittime del fascismo: 0,50’.)
passaporto