Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Foligno (Pg) il 10.1.1866, diplomato geometra, poi ragioniere e amministratore di beni privati, risiede a Bergamo dal 4.7.1914. Massone, per molti anni è stato Venerabile della Loggia Pontida di Bergamo, in via Broseta 3. Nel 1926 abita in via Palma il Vecchio 36, nel 1933 in via Coghetti 6. É sposato con Maria Bonomi e padre di Briseide Caterina Gisella, nata nel 1901. In conseguenza dell’attentato a Mussolini, compiuto dal giovanissimo anarchico Anteo Zamboni il 31.10.1925 a Bologna, il 5.11.1925 Baroni viene arrestato a Bergamo e passato alle carceri di Sant’Agata “per misure precauzionali”. Il 18.12.1926 viene diffidato in Questura per la sua appartenenza alla Massoneria, in base all’art. 166 della legge di Ps e poi, nel febbraio 1927, munito della carta d’identità obbligatoria come sospetto politico, prevista dall’articolo 3 della stessa legge. La sua carta d’identità obbligatoria è la prima ad essere emessa dal Comune di Bergamo dopo l’entrata in vigore della legislazione speciale fascista. Alla fine del marzo 1927 viene convocato di nuovo per restituire la carta d’identità per sostituirla con un’altra, sulla quale devono comparire anche le impronte digitali. Per questo, il 27.3.1927 Baroni scrive una lettera al Prefetto di Bergamo, il modenese Carlo Solmi, per protestare contro l’obbligo delle impronte digitali: “Conscio dell’importanza di tale provvedimento, che mi designa e qualifica come uomo sospetto o pericoloso, mi permetto rivolgere alla S.V. Ill.ma la presente istanza diretta ad ottenere che mi si conceda la Carta d’identità senza impronta digitale od altro contrassegno; tanto più che dovendo frequentemente assentarmi da Bergamo per ragioni professionali la Carta d’identità così macchiata potrebbe espormi a noie e disturbi non meritati”. Sulla lettera di Baroni, a fianco di questo passaggio del testo, il questore di suo pugno il 31.3.1927 così annota: “Conferito col Sig. Prefetto. Il presente ricorso non può essere preso in considerazione”. Baroni è amministratore e procuratore del patrimonio della famiglia Engel, di origine svizzera, e nel luglio del 1931 gli viene rilasciato il passaporto per la Svizzera, dove si reca per due giorni nel settembre successivo. Il 30.5.1933 il brigadiere Calanca, della squadra politica della Questura, esprime parere contrario alla radiazione di Baroni dallo schedario dei sovversivi. Considerazioni analoghe vengono espresse anche l’anno successivo quando, l’8.11.1934, in una nota interna alla Questura l’agente della squadra politica Sante Jacobazzi osserva che Baroni “pur continuando a mantenere regolare condotta morale e politica conserva tuttora idee massoniche. Non è iscritto al P.N.F. e non ha dato manifestazioni di ravvedimento. Egli convive con la moglie Bonomi Maria e con l’unica figlia Briseide, nubile, civile. Il Baroni è R. Pensionato quale ex impiegato del R. Ufficio Catastale ed è direttore dello stabilimento ‘Ossigeno’ sito in questa via S. Bernardino 90. In considerazione di quanto sopra non si crede opportuno proporlo per la radiazione dallo schedario dei sovversivi”. Il 30.6.1938 Sara Nathan, figlia dell’ex-sindaco di Roma Ernesto Nathan e vedova dell’ex-deputato radicale Adolfo Engel (Vicosoprano, 1851 – Roma, 1913), da Roma insieme al figlio Bruno Engel, cugino di Carlo e Nello Rosselli, si rivolge al questore di Bergamo per il rinnovo del passaporto di Baroni per la Svizzera: “Il Sig. Baronio Baroni ha fatto domanda di univoco passaporto per la Svizzera ed essendo egli nostro procuratore preghiamo l’E.V. di voler concedere tale rinnovo, avendo bisogno della sua opera per regolare alcune cose inerenti alla nostra proprietà situata in Svizzera. Con distinti ossequi Anna Nathan ved. Engel - Bruno Engel”. Ottenuto il passaporto, dopo essere stato in ferie con la famiglia a Cattolica presso l’albergo ‘il Gambero’ agli inizi di luglio, il 4 agosto Baroni parte per Vico Soprano per raggiungere la famiglia Engel e “accompagna in Svizzera le ceneri del prof. Enghel”. Anche l’1.7.1939 Baroni richiede il rinnovo del passaporto per la Svizzera, ma il 6.7.1939 rinuncia alla concessione del passaporto. Il 12.12.1940 viene radiato dal novero dei sovversivi. Tuttavia, il 14.12.1941 l’Ufficio Censura Posta Estera della Questura di Milano intercetta una lettera scritta da Baroni e indirizzata a Bruno Engel a Zurigo, che viene trasmessa alla Questura di Bg e in copia alla Direzione Generale di Pubblica Sicurezza - Divisione Polizia Politica. L’Ufficio Censura si rivolge alla Questura di Bergamo per avere informazioni su Baroni. É il maresciallo di PS Tito Calanca, della squadra politica della Questura, che il 19.12.1941 risponde alla richiesta di informazioni, osservando che “non si tratta di illecita attività in materia valutaria, bensì di affari inerenti ad interessi immobiliari di proprietà di Engel Bruno fu Emilio (ndr: Adolfo) e di Nathan Anna, nato a Roma il 27.1.1916, ivi domiciliato in via Torino n° 122, cittadino italiano di razza ebraica, del quale il rag. Baroni Baronio (..) è l’amministratore. Quest’ultimo, benché sia stato nel passato il maggiore esponente della disciolta massoneria per la provincia di Bergamo, non è ritenuto capace di esercitare illecite attività. Nulla osta pertanto all’inoltro della lettera che si restituisce”. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia. Cpc, b. 354, 1931-1943, 1931-41. (G. Mangini, R. Vittori)