Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Brembilla (Bg) il 29.12.1885, quarto di 12 figli. Celibe, antifascista, compreso nell’elenco delle persone da arrestare in determinate circostanze. Emigrato in Francia per lavoro, il 2.11.1906 il Tribunale di Pontarlier (dipartimento del Doubs, regione Borgogna-Franca Contea) lo condanna a 6 mesi di prigione per lesioni volontarie, ma nel fascicolo non ci sono informazioni sulle circostanze che hanno portato alla condanna. Partecipa alla prima guerra mondiale. Il 6.6.1919 il Tribunale Militare di Genova lo condanna a 5 anni di reclusione militare per diserzione, ma la condanna viene amnistiata con sentenza del 19.9.1919. Dopo il congedo dal 1919 vive ad Ellera, frazione di Albisola Superiore (Sv). Lavora a Vado Ligure (Sv) fino al 1922 nelle cave di calce, a Savona alla costruzione di un ponte ferroviario e poi in un bosco pubblico di Ellera come carbonaio. In seguito è in Francia e in Svizzera per lavoro. Il 15.10.1928 viene arrestato dalla polizia portuale di Savona perché, in seguito alla richiesta di documenti, Locatelli reagisce dicendo ‘‘Quel traditore di Mussolini ci ha rovinati tutti noi operai, a noi ci fa fare della fame, lui a Roma sdraiato su di una poltrona si ingrossa il portafogli. I militi sono tutta carne venduta, quelli della frontiera sono tutti ladri’. Denunciato e processato, il 19.12.1928 viene condannato a 7 mesi e 5 giorni di reclusione e a 250 lire di multa, oltre al pagamento delle spese processuali e alle tasse di sentenza, perché ritenuto responsabile del delitto di cui art. 9 legge n. 2263 del 24.12.1925 e dell’art. 194 n. 2 del Codice Penale, cioè per offese al capo del governo ed oltraggio ad un agente di Ps. Scontata la pena, Locatelli si allontana da Ellera. La Questura di Savona inizia le ricerche per rintracciarlo e il suo nome viene inserito in RF. Nel settembre 1932 viene individuato a Ceva (Cn) e la Commissione Provinciale per il confino di polizia di Savona, ritenendolo pericoloso in base alle ragioni della condanna, aggravate dal fatto che, dopo averla scontata, si è ‘reso irreperibile’, decide all’unanimità di ammonirlo, il che avviene il 6.9.1932. Il verbale di ammonizione, sottoscritto da Locatelli, enumera anche le prescrizioni a cui la persona ammonita è soggetta: darsi a proficuo lavoro e notificarlo entro 10 giorni alle autorità; fissare propria dimora e comunicarla alla Pubblica Sicurezza; vivere onestamente; rispettare le leggi; non dar luogo a sospetti; non associarsi a persone pregiudicate e pericolose per l’ordine nazionale; ritirarsi alla sera al tramonto del sole e non uscire prima dell’alba; non portare armi, non trattenersi in osterie, bettole e case di prostituzione e non partecipare pubbliche riunioni, le trasgressioni vengono punite con pena che va da 3 mesi a un anno di reclusione. Nella circostanza viene fotografato, di fronte e di profilo. Il 28.1.1933 la Questura di Savona chiede la revoca dell’iscrizione in RF. Tuttavia, dopo aver lasciato nel settembre 1933 l’impresa di Ezio Gallo, dove era tra gli addetti alla costruzione del 3° lotto della strada camionabile Genova-Serravalle Scrivia, si rende di nuovo irreperibile. La Questura di Savona ritiene che possa essersi recato al paese natale di Zogno e per questo si rivolge alla Questura di Bergamo, che a sua volta si rivolge ai Cc di Zogno per averne notizie e rintracciarlo. Il 22.11.1934 viene arrestato dai Cc di Zogno e tradotto nelle carceri di Sampierdarena per scontare la pena, inflitta il 28.3.1934 dal pretore di Savona, di 3 mesi e 15 giorni di carcere, oltre a 2 anni di libertà vigilata, per contravvenzione all’ammonizione. Scontata la pena, viene posto in libertà ma con i vincoli dell’ammonizione. Avendo però di nuovo contravvenuto all’ammonizione, con sentenza del pretore di Savona del 30.7.1934 viene condannato a 3 mesi e 15 giorni di arresto e a 2 anni di libertà vigilata. Il 18.11.1934 viene di nuovo ammonito. Inoltre, con decreto del 16.3.1935 emesso dal giudice di sorveglianza di Savona, venne sottoposto a vigilanza con l’imposizione di risiedere a Vezzi Portio (Sv). Rientrato a Zogno, la Questura di Bergamo il 14.11.1935 lo autorizza a risiedere a Quiliano (Sv). Sollecitati il 27.11.1935 dalla Questura di Bergamo, il 28.12.1935 i Cc di Bergamo interna rispondono che Locatelli a Zogno è conosciuto ‘per persona poco amante del lavoro e dedita al vagabondaggio. Non è ritenuto però capace di commettere cattive azioni; non è di sentimenti contrari al regime né capace di svolgere attività sovversiva. Egli è ritenuto altresì un malato di mente che non sempre è padrone, o in grado di giudicare le sue azioni’ e pertanto ritenuto ancora ‘pericoloso per l’ordine nazionale’. Con decreto del 16.4.1936 Locatelli viene autorizzato a trasferirsi per lavoro ad Albissola Superiore (Sv) presso Stefano Pastorino. Il 25.5.1936 viene arrestato per ubriachezza dai Cc di Albissola e con sentenza del 28.5.1936 viene condannato a 4 mesi di arresto. Nel luglio 1937 risulta di nuovo allontanatosi senza permesso da Albissola. Il 23.8.1937 il pretore di Pontedecimo (Ge) lo condanna a lire 100 di ammenda per ubriachezza. Rintracciato poi dalle guardie di Ps in una trattoria di Imperia est di via Operai, viene arrestato per contravvenzione agli obblighi imposti dalla libertà vigilata e disposta la sua traduzione a Savona, a disposizione della locale questura. Per disposizione del Ministero della Giustizia in quanto contravventore recidivo, il 12.3.1938 viene mandato alla Casa di Lavoro di Imperia come pena sostitutiva della libertà vigilata. Il 30.3.1939 il prefetto di Imperia informa le Prefetture di Savona e di Bergamo che, per disposizione del giudice di sorveglianza, è stata revocata la precedente misura di sicurezza nei suoi confronti e mandato ad Andora in via Cisterna. Il 3.6.1939 la Prefettura di Savona informa quella di Bergamo che Locatelli è stato munito di foglio di via obbligatorio e indirizzato a Zogno, dove va a risiedere presso la sorella Angiolina, sui campi della quale sta lavorando. In seguito a ciò, viene radiato dallo schedario dei sovversivi della provincia di Savona e dall’elenco delle persone da arrestare in determinate circostanze. Il 6.6.1940 i Cc di Zogno informano la Questura di Bergamo che Locatelli lavora a Bordighera per conto dell’ufficio del Genio Militare del Corpo d’Armata di Genova, sezione di Imperia. Tuttavia, già il 10.7.1940 un telegramma della Questura di Imperia informa quella di Bergamo – e questa il giorno dopo ne trasmette la notizia ai Cc di Zogno – che Locatelli è stato licenziato dall’impresa Canova di Bordighera e si è allontanato dalla città. Il 24.2.1941 la Questura di Savona segnala a quella di Bergamo che Locatelli sta al momento lavorando come carbonaio in un bosco di Albissola alle dipendenze di Stefano Pastorino e viene vigilato, ma già il 29.4.1941 la Prefettura di Savona segnala a quella di Bergamo e al Cpc che il 10 aprile Locatelli ha lasciato Albissola per ‘ignota destinazione’. Nel fascicolo, con la data dell’11.7.1941, è presente il modulo prestampato per la segnalazione di una persona da ricercare e che riporta gli elementi essenziali per la sua descrizione, che nel suo caso indica altezza media, corporatura grossa, capelli neri, occhi castani, fronte bassa, viso lungo. Inoltre, in una nota interna della Questura di Bergamo del 22.8.1941, la squadra politica informa che Locatelli è stato iscritto nel BR n° 7 con il numero progressivo 0167 quale antifascista ex-vigilato da rintracciare, vigilare e segnalare. Il 24.11.1941 viene rintracciato a Villanova d’Albenga (Sv) e ‘rimpatriato’ a Tortona (Al) per mancanza di stabile occupazione e nello stesso tempo iscritto di nuovo nel BR per vigilanza e segnalazione. Il 22.12.1941 la Questura di Alessandria informa le Questure di Savona e Bergamo che Locatelli è stato rintracciato a S. Michele di Sarezzano (Al) e chiede se sia ancora sottoposto a vigilanza speciale. A questa richiesta risponde il 22.12.1941 la Questura di Savona osservando che Locatelli è stato radiato da quello schedario dei sovversivi perché ‘emigrato paese natìo’. In realtà Locatelli non è più tornato a Zogno e i Cc locali il 3.1.1942 segnalano che i suoi parenti non hanno sue notizie da molto tempo. Pertanto, in una nota del 25.3.1942 indirizzata alla Questura di Bergamo a proposito di Locatelli, nei mesi precedenti segnalato a S. Michele di Sarezzano, i Cc di Zogno ritengono che non sia opportuno radiarlo dall’elenco dei sovversivi della provincia di Bergamo. Il 16.2.1949 il questore di Bergamo, G. Masiero, ordina la revoca della schedina 0167 del BR intestata a Locatelli per ‘cessati motivi’. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia segnaletica del 1932. Cpc, b. 2804, 1928-1941. (G. Mangini, R. Vittori)