Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Chignolo d’Isola (Bg) il il 17.8.1879, sospetto politico, carrettiere per la ditta Murnigotti di via San Bernardino a Bergamo. Si sposa a Chignolo il 19.1.1904 con Maria Alessandra Viscardi, è padre di 10 figli, dei quali nel 1937 solo 6 sono ancora in vita. Il 30.6.1937 il gruppo rionale ‘V. Nava’ del Pnf informa la Questura di Bergamo e il segretario federale fascista che alle 19.30 del giorno prima, 29.9.1937, nella trattoria di Samuele Minetti al numero 1 della stessa via don Bosco dove Barozzi risiede al n. 23, quest’ultimo, completamente ubriaco, dice “Viva il re e abbasso il duce, che ci fa patire la fame. Il Duce m’el ciuce che ci fa tirar la cinghia”. L’episodio viene segnalato dai fascisti Alessandro Annoni, Samuele Carsana e Giovanni Sempio. La Commissione Provinciale per il confino di polizia di Bergamo il 17.7.1937 lo condanna al confino per un anno. La destinazione del confino, poi indicata dal Ministero dell’Interno, è quella di Tito (Pz). Prosciolto condizionalmente in occasione delle festività natalizie, lascia Tito il 26.12.1937. Viene radiato nel 1942. Nel fascicolo sono conservate 3 copie di una sua foto segnaletica in doppia posa scattata dagli agenti della Questura di Bergamo il 17.7.1937. Cpc b. 358, 1937-1942. (G. Mangini, R. Vittori)