Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Carvico (Bg) il 12.6.1884, domiciliato a Bergamo, sposato con la mantovana Dirce Monti (n. 1888), ha figli, è operaio litografo e zincografo presso l’Istituto Italiano d’Arti Grafiche, socialista, abbonato al giornale socialista bergamasco «Il Pensiero». Il 13.2.1921 partecipa ai lavori del Congresso della CdL di Bergamo e provincia, al termine della quale viene nominato componente della Commissione esecutiva. Il 2.4.1925 viene sorpreso insieme ad altri durante una riunione presso la CdL di Bergamo e arrestato. In tale circostanza, perquisito, è trovato in possesso del manifesto ‘La questione morale’ a firma Filippelli, oltre a lettere della Cgl di Milano. Viene rimesso in libertà la mattina dopo alle 10.45. Nel maggio 1925 la Questura chiede sue notizie ai Cc di Bergamo e, in attesa della risposta dei Cc, il 9.6.1925 dagli agenti della Questura viene perquisita la sua abitazione allo scopo di rintracciare documenti ‘inneggianti la commemorazione di Giacomo Matteotti’. Nel corso della perquisizione vengono trovati e requisiti 3 opuscoli, uno intitolato ‘La questione morale’ e altri due stampati a cura del Psu, ‘Sulla situazione politica’ e ‘Partito e Sindacato’. Il 4.7.1925 i Cc di Bergamo rispondono alla richiesta di informazioni su Locatelli formulata dalla Questura nel maggio precedente, riepilogando i dati raccolti: risulta socialista dall’età giovanile, iscritto al partito dal 1907 e poi componente della Commissione esecutiva della CdL di Bergamo, della quale è segretario per 3 anni, sino appunto alla primavera del 1925. Svolge attività propagandistica ma non è ritenuto ‘pericoloso’. In seguito al fallito attentato di Tito Zaniboni a Mussolini del 4.11.1925, il 6.11.1925 Locatelli viene arrestato insieme ad altri oppositori e la sua abitazione viene di nuovo perquisita, alla ricerca di armi e di tutto ciò che possa avere relazione con l’attività massonica o socialista. Alla perquisizione è presente la moglie di Locatelli. Pochi giorni dopo la polizia postale sequestra un volantino di piccolo formato, su carta intestata ‘Società An. Editrice “La Giustizia” – Milano (Capitale L.200.000) / Milano, 14.11.1925 CP n. 977’, spedito il 14.11.1925 da Milano a Bergamo all’indirizzo di Locatelli in piazza Pontida 28, nel quale si scrive che non è possibile comunicare nulla sulla ripresa pubblicazioni, che si pregano i rivenditori di saldare con urgenza le loro quote, sia per la gestione libraria che per il giornale, ricordando agli abbonati di spedire in anticipo la quota del 1926. A partire dal 1926 si avvicina al fascismo, tanto che Pietro Capoferri, principale dirigente sindacale fascista a Bergamo, nel 1927 lo nomina fiduciario dei sindacati litografi e poligrafici. Radiato nel 1930. (G. Mangini, R. Vittori)