Profilo sintetico riassuntivo
Nato il 29.3.1895 a Tagliuno di Castelli Calepio (Bg), dove risiede, contadino, antifascista. Sposato con Maria Pezzotta (n. 1899), ha 3 figli. Nei primi anni Venti è seguace del Partito Popolare, mentre nella seconda metà del decennio si disinteressa di politica. Spesso ubriaco, la sera del 24.7.1927 viene fermato per aver cantato ‘Bandiera rossa’ per strada a Tagliuno e il 22.9.1927 condannato a 30 lire di ammenda per ubriachezza molesta e ripugnante. Il 14.2.1928 la Pretura di Bergamo lo condanna a due giorni di arresto (pena sospesa per 18 mesi) per ‘manifestazione sediziosa’, mentre il 19.3.1928 i Cc di Bergamo riferiscono alla Questura che Maccarani è "di carattere prepotente specie quando è ubriaco e ciò accade di frequente’" ma che non è pericoloso per l’ordine nazionale. Nel 1934 il Cpc chiede al prefetto di avere informazioni su di lui, dato che non risulta più nulla dal 3.3.1928. Sullo stesso foglio compare la risposta dattiloscritta: Maccarani non ha dato luogo a rimarchi, però tiene cattiva condotta morale, è dedito al vino e prepotente, quindi non viene proposta la radiazione. Il 22.11.1934 i Cc di Bergamo informano la Questura che Maccarani risiede a Cividino (Bg) in via San Francesco d’Assisi 1, lavora come manovale, è di modeste condizioni economiche, è di buona condotta e si associa con i fascisti, pertanto se ne propone la radiazione, che però non viene concessa. Una relazione analoga viene mandata il 26.10.1936 dai Cc di Grumello del Monte (Bg) alla Questura di Bergamo. Il 25.9.1939 i Cc della compagnia esterna di Bergamo forniscono parere favorevole alla radiazione, confermato dal Cpc il 13.10.1939. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia a mezzo busto in divisa militare. Cpc, b. 2895, 1928-1939. (G. Mangini, R. Vittori)