Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Palazzago (Bg) il 28.6.1880, industriale, ex combattente dissidente, ex sindaco di Palazzago rimosso dal fascismo. Sposato con Matilde ‘Tily’ Nava, dalla quale ha avuto 3 figli: Giovanni, Maria, Margherita. E’ uno dei maggiori importatori italiani di pietre coti, che produce traendole da una cava a Scurat, in Francia, dove lavorano numerosi operai, esportandone moltissime in Germania, tanto che nel 1925 intende aprire una filiale a Norimberga. Agazzi è conosciuto dall’Addetto Commerciale Italiano presso l’Ambasciata Italiana di Berlino, comm. Ricciardi. Il 12.11.1925 il tenente colonnello dei Cc di Bergamo, Paolo Annoni, così scrive al prefetto di Bergamo:
“Egli, ricco di censo e fino a poco tempo addietro sindaco del comune di Palazzago, carica dalla quale, per le sue idee politiche, fu esonerato, è persona che ha ancora molta influenza sulla massa operaia ed approfittando di tale sua posizione, con propaganda subdola, tiene vivo il fermento di questa popolazione contro il fascismo. In occasione dell’ultima festa della vittoria, 4 novembre, l’Agazzi si fece iniziatore di un corteo che in quel giorno, in contrapposto a quanto il R. Commissario andava organizzando per solennizzare la ricorrenza, si portò, nelle prime ore del mattino, senza alcuna autorizzazione al monumento eretto a ricordo dei caduti in guerra, deponendo ai piedi di esso una corona, con evidente scopo di fare atto di ostilità all’autorità costituita. Questo fatto ha suscitato vivo risentimento nei benpensanti del comune, con pericolo di seri incidenti. L’Agazzi è stato contravvenzionato per tale illegale procedere, ma altri provvedimenti s’impongono per porre freno alle mene del predetto individuo. Questo Comando pertanto, il 9 corrente, ha ordinato fisse ritirato all’Agazzi il passaporto per l’Estero di cui era munito, concessione della quale egli si è reso immeritevole, tanto più che i frequenti viaggi all’estero sin qui compiuti dall’Agazzi, non sembrano completamente giustificati dalle ragioni d’industria che egli accampa”.
Il provvedimento del ritiro del passaporto costituisce un serio ostacolo all’attività economica di Agazzi, tuttavia le sue conoscenze presso la diplomazia italiana in Germania si attivano subito a suo favore. Infatti, in conseguenza dell’intervento del tenente colonnello dei Cc Annoni, la Questura di Bergamo si rivolge all’Ambasciata italiana a Berlino per averne informazioni su Agazzi. Il 7.!.1926 è lo stesso ambasciatore italiano a Berlino, conte Alessandro De Bosdari, che da Berlino scrive alla Prefettura di Bergamo riferendo la valutazione molto positiva su Agazzi avuta dal già citato Addetto Commerciale: “Con riferimento alla lettera di codesto Ufficio 4499 Div. Questura 1 mi pregio comunicarLe che questo R. Addetto Commerciale mi informa di essere intervenuto varie volte dietro richiesta del R. Ministero dell’Economia presso le competenti Autorità germaniche per facilitare alla ditta Giovanni Agazzi di Palazzago la concessione di permessi di importazione di pietre coti. In tale occasione il R. Addetto commerciale ha avuto modo di conoscere il sig. Agazzi il quale risulterebbe essere uno dei forti esportatori di pietre coti in Germania. Il Regio Ambasciatore De Bosdari”. L’ultimo documento conservato nel fascicolo è costituito da un’informativa del 5.8.1927 dei Cc di Almenno S. Salvatore alla Questura di Bergamo, in cui a proposito di Agazzi si scrive che “non è pericoloso e neppure sospetto di esserlo”, inoltre ha inoltrato la domanda per ottenere il passaporto. Muore a Palazzago il 23.3.1928. Radiato nel 1930. (G. Mangini, R. Vittori)