Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Gazzaniga di Fiorano al Serio (Bg) il 30.6.1904, dove risiede in via Martinelli 8, operaio filatore, fruttivendolo, manovale, definito comunista ma in realtà ‘sovversivo’. Ha un fratello di nome Mario. Il padre Giovanni si trova a Roubaix (dipartimento Nord, regione Alta Francia), in rue de France n. 2. Il 4.12.1929 la Pretura di Clusone condanna Giacomo Guerini a 30 giorni di arresto per contravvenzione al foglio di via obbligatorio. Nel maggio 1930 ottiene il passaporto ed emigra in Francia, raggiungendo a Roubaix il padre e un fratello per lavorare insieme a loro come operai cotonieri. Espulso nel settembre 1930, ripara in Belgio. La ragione dell’espulsione viene riferita il 23.1.1932 dall’ambasciata di Parigi al Cpc, che per conoscenza ne trasmette il contenuto al prefetto di Bergamo il 7.2.1932:
“Il segnalato Guerini Giacomo è stato espulso dal territorio francese il 18.9.1930 per aver preso parte alle violente manifestazioni organizzate dai comunisti a Roubaix durante lo sciopero tessile. Egli abitava a quell’epoca a Roubaix, rue des Longues Haies 271. Il padre Guerini Giovanni abita tuttora a Roubaix, rue de France 2”.
In seguito all’espulsione si reca in Belgio, dove il 17.11.1930 si fa iscrivere come residente nel comune di Hautrage (provincia Hainaut, regione Vallonia), ma il 13.1.1931 viene condotto dalla polizia locale alla frontiera con il granducato del Lussemburgo perché trovato privo di mezzi di sussistenza. In Lussemburgo, però, il 21.3.1931 viene arrestato per vagabondaggio e condotto alla frontiera belga. Nonostante l’espulsione, nell’agosto 1931 è ancora in Francia, a Parigi, dove lavora come inserviente in un mercato frutticolo della città, come risulta dalla testimonianza di un compaesano, Battista Baroni che, prima di rientrare a Gazzaniga, lo incontra per caso a Parigi. Nel luglio 1933 i Cc di Clusone non hanno più sue notizie, ma alla Questura di Bergamo riferiscono che Guerini, provenendo dal Belgio, si è incontrato in Francia con il fratello Mario, che però non conosce il suo recapito. Nel 1934 il padre e un altro fratello rientrano in Italia ma non hanno sue notizie. Viene più volte arrestato dalla polizia francese perché sprovvisto di documenti ma, nonostante questo, alternando la sua presenza tra Francia e Belgio, riesce ad eludere i decreti di espulsione. Benché la sua residenza principale rimanga Parigi, nel febbraio 1935 l’Ambasciata italiana della capitale belga segnala al Cpc la sua presenza a Bruxelles e, in conseguenza di tale segnalazione, il 21.3.1935 il Cpc dispone che il suo nominativo venga inserito in RF con il n. 01939 per ‘perquisire e segnalare’. Guerini rientra in Italia dalla Francia il 30.7.1939, senza lavoro e senza mezzi, insieme a Maddalena Fouet, conosciuta a Parigi e sua convivente dal 1931, nata a Zurigo l’1.5.1895 ma cittadina francese perché sposata con un francese, dal quale però è da anni separata. In seguito al rientro in Italia, il 16.9.1939 viene revocata l’inclusione di Guerini nella RF. Benché i Cc di Gazzaniga il 10.8.1939 riferiscano alla questura di Bergamo che “durante questo breve periodo di tempo che il Guerini e la Fouet risiedono a Fiorano, non hanno dato adito a lamentela con la loro condotta politica”, la presenza della coppia in paese, dal punto di vista sociale, non è priva di conseguenze. Infatti, il 2.11.1939 il vice-segretario federale della federazione provinciale di Bergamo del Pnf, Giuseppe A. Terzi, scrive una lettera riservata alla Questura su Guerini e sulla sua compagna, informando che già in precedenza la Federazione fascista di Bergamo si era messa in contatto con il Consolato generale italiano di Parigi per avere notizie su Guerini, ma il Consolato aveva risposto il 23.8.1939 dicendo di non averne più e promettendo di far conoscere eventuali informazioni, che però non sono mai arrivate. Tuttavia, afferma il vice-segretario federale fascista, “rimane però che il Guerini, a giudizio del fascio di Gazzaniga, è un elemento indesiderabile, di professione… lazzarone”, aggiungendo che Guerini e la Fouet “convivono insieme nella più squallida miseria, tanto che sono spesso obbligati a dormire all’aperto. É vero che il Guerini – anche in esito all’interessamento spiegato in suo favore dagli organi periferici – aveva trovato lavoro presso una ditta del luogo, ma è altrettanto vero che si licenziò – com’è sua abitudine – dopo pochi giorni e partì per destinazione ignota. Qualche giorno dopo venne rimandato a Gazzaniga tramite codesta R. Questura. Da quanto risulterebbe, il Podestà locale fino al 18 agosto u.s. avrebbe interessato codesta R. Questura per il rimpatrio della Fouet anche, e specialmente, in considerazione del fatto che la vita in comune dei due è malvista dalla popolazione. In relazione a quanto sopra, e tenuto conto che il Guerini è un elemento sospetto, si interessa codesto Ufficio perché solleciti, per quanto possibile, almeno il rimpatrio dalla Fouet”. Il 28.11.1939 la Prefettura di Bergamo accoglie in pieno la richiesta della federazione fascista locale e, riferendo il caso al Ministero dell’Interno e a quello degli Esteri, propone l’allontanamento coatto della Fouet: “Tanto la Fouet quanto il Guerini sono ora senza lavoro e sprovvisti di mezzi di sussistenza. Agli stessi è stato fatto presente che, essendo in paese sfavorevolmente commentata la loro convivenza illegale, sarebbe opportuno che la Fouet ritornasse in Francia. Essa però ha dichiarato che non intende rimpatriare né recarsi a Zurigo, donde è originaria, non avendo colà come vivere né parenti che possano aiutarla. Il Guerini ha in corso la domanda diretta ad ottenere l’autorizzazione ministeriale e contrarre matrimonio con la Fouet; nel caso però che codesto Ministero dovesse negare detta autorizzazione, propongo che la Fouet venga allontanata dal Regno per la frontiera di Modane”. Nel fascicolo è presente un’informativa del prefetto di Bergamo indirizzata al Ministero dell’Interno in cui si segnala che il 12.1.1940 la Fouet lascia definitivamente l’Italia per la Francia uscendo dal valico ferroviario di Bardonecchia. Guerini subisce un intervento chirurgico all’ospedale di Fiorano al Serio, da dove viene dimesso il 25.4.1940 e il successivo 15.5.1940 si trasferisce a Travedona (Va) per lavorare come operaio presso la ‘S.A. Stabilimenti Martinelli – Calce e Cementi’. Il 21.6.1947 la ‘Confederazione Nazionale Perseguitati Politici Antifascisti A.P.P.I.A. Sezione Provinciale di Bergamo’ (sede in Casa della Libertà), con lettera su carta intestata, si rivolge al questore di Bergamo in questi termini:
“La preghiamo di volerci informare se Guerini Giacomo fu Giovanni e fu Coter Lucia nato a Fiorano al Serio il 30.6.1904 e residente a Gazzaniga sia stato schedato politico antifascista, e se risulta a codesto ufficio il motivo per il quale il suddetto Guerini venne espulso dalla Francia. Gradiremmo anche sapere se risultano procedure penali a carico del Guerini per reati comuni”. La Questura risponde brevemente il 12.7.1947 sintetizzando i dati riportati nel fascicolo, dove è conservata una sua fotografia. Cpc, b. 2571, 1930-1940. (G.Mangini)