Guerini Pietro Antonio


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n. busta
57
n. fascicolo
1715
Primo estremo
1928
Secondo estremo
1941
Cognome
Guerini
Nome
Pietro
Altri nomi
Antonio
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1885/07/02
Livello di istruzione
licenza elementare
Professione
operaio filatore facchino e guardiano
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Casnigo (Bg) il 2.7.1885, operaio filatore, antifascista, soprannominato ‘Custì’. Risiede nella frazione Serio di Casnigo, in via Cavour 5. Si sposa a Casnigo il 27.10.1906 con Adele Bonandrini, operaia filatrice, non ha figli. Dopo essere stato denunciato per avere pubblicamente rivolto offese all’indirizzo di Mussolini e in attesa del giudizio, l’1.5.1928 i Cc di Clusone inviano un rapporto alla Questura di Bergamo, nel quale è scritto che Guerini “non è da ritenersi individuo pericoloso per l’ordine nazionale perché non esercita alcun ascendente sulle masse e non è in grado di far propaganda, perché la sua scarsa coltura non glielo permette e non gode alcuna considerazione fra la popolazione”. Il 5.5.1928 viene condannato a 3 mesi di carcere per offese a Mussolini e a 15 giorni di reclusione per ‘grida sediziose’. La condanna è però con la condizionale, per la quale ci sarà l’estinzione della pena solo se non ci saranno recidive nei successivi 5 anni. L’1.6.1931 viene denunciato per “manifestazioni sovversive” perché il 3.5.1931, ubriaco, in piazza Umberto I° a Casnigo esclama pubblicamente ad alta voce “Viva Lenin – Viva il primo Maggio”, cantando inoltre alcune strofe di ‘Bandiera rossa’. In tale circostanza, però, a pochi passi da Guerini si trova il capo squadra della Mvsn Antonio Guerrini, a sua volta di Casnigo. Dopo essere rientrato a casa, a notte inoltrata Guerini esce ancora dalla sua abitazione, ripete le frasi citate e, intonando di nuovo ‘Bandiera rossa’, ripassa nella stessa piazza di prima e quando si trova davanti all’abitazione del dottor Luigi Valsecchi (di Regolo), medico condotto del paese e segretario politico fascista di Casnigo, rivolto verso la casa esclama ad alta voce: “Bambo de l’ostia, birichin fai il tuo dovere”, proseguendo poi per altre vie del paese gridando le stesse frasi e intonando ancora ‘Bandiera rossa’. Il fascista Guerrini informa Valsecchi dell’accaduto, il quale per telefono invita il comandante dei Cc di Gandino a recarsi a Casnigo. A causa della nuova denuncia e della sua latitanza per alcuni giorni, non essendo trascorsi i 5 anni di tempo previsti per l’estinzione condizionale della condanna del 1928, Guerini è tenuto a scontarla. Il 29.5.1931 si svolge il processo contro di lui presso la Pretura di Clusone e il 9.7.1931 i Cc di Clusone ne informano la Questura di Bergamo: “Durante lo svolgimento di esso funzionò da Pubblico Ministero l’Avvocato Fogaccia Conte Mario da Clusone il quale sostenne che i fatti addebitati al Guerini non dovevano costituire reato, siccome lo stesso avvinazzato ed in considerazione poscia che le grida furono emesse in ora tarda in cui il paese era deserto. Al Pubblico Ministero seguì l’Avvocato difensore Guizzetti Andrea il quale nel perorare l’assoluzione del suo cliente fece noto che costui fu, nel 1923, in Vertova, ferito gravemente alla testa da fascisti e che da tale epoca non era più nelle sue piene facoltà mentali. Il Pretore accettando la tesi difensiva mandò assolto il Guerini avendo commesso il reato imputatogli in istato tale di infermità di mente per ubbriachezza accidentale piena da toglierli la coscienza dei propri atti. La notizia dell’assoluzione del Guerini venne accolta nell’elemento fascista di Casnigo con molto rincrescimento, mentre dalla massa del pubblico con indifferenza siccome il sovversivo alquanto dedito al vino”. In virtù dell’assoluzione, rimane in vigore la condizionale nell’esecutività della condanna del 1928. Il 15.6.1931, comunque, la Questura di Bergamo, in considerazione della precedente condanna, dispone che Guerini venga diffidato e fotografato, il che accade il 28.6.1931. Nel marzo 1941 lavora come facchino nello stabilimento di filatura di Gandino dei F.lli Dell’Acqua, presso il quale di notte svolge anche la mansione di guardiano. Non è iscritto al Pnf. Nel fascicolo è conservata una sua splendida fotografia in triplice posa. Cpc, b. 2571, 1928-1941. (G. Mangini)
Familiari
Guerini Antonio (padre)
Nato nel 1845, contadino, morto il 22.7.1899.
Imberti Giovanna (madre)
Nata nel 1848, operaia tessitrice.
Bonandrini Adele (moglie)
Sposata a Casnigo il 27.10.1906, operaia filatrice.
Guerini Maria Sebastiana (sorella)
Nata a Casnigo il 18.1.1875, sposata a Casnigo l’8.10.1885 con Giovanni Gabriele Imberti.
Guerini Battistina (sorella)
Nata a Casnigo nel 1877, morta il 16.4.1881.
Guerini Maria Adele (sorella)
Nata a Casnigo il 23.12.1881, sposata a Casnigo il 27.10.1900 con Luigi Rossi.
Guerini Giovanni Giuseppe (fratello)
Nato a Casnigo il 18.5.1888, morto il 13.12.1888.
Luoghi di residenza
Casnigo Lombardia Italia frazione Serio (1885 - )
Fatti notevoli
1928
Rivolge pubblicamente offese all'indirizzo di Mussolini.
1931/05/03
Il 3.5.1931, ubriaco, in piazza Umberto I° a Casnigo esclama pubblicamente ad alta voce “Viva Lenin – Viva il primo Maggio”, cantando inoltre alcune strofe di ‘Bandiera rossa’.
Sanzioni subite
carcere (1928/05/05 - )
Il 5.5.1928 viene condannato con la condizionale a 3 mesi di carcere per offese a Mussolini e a 15 giorni di reclusione per ‘grida sediziose’.
diffida (1931/06/28 - )
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
no
Documentazione allegata
fotografie private
Altre fonti archivistiche
(ACS-CPC) Archivio centrale dello Stato (Roma), Casellario Politico Centrale
Busta 2571, Fascicolo