Profilo sintetico riassuntivo
Nata a Montichiari (Bs) il 20.11.1915. Emigra in Francia con i genitori il 22.4.1925, a St. Etienne (dipartimento Loira, regione Alvernia-Rodano-Alpi), dove rimane fino al 1930, quando si trasferisce a Bobigny (dipartimento Seine-Saint-Denis, regione Île-de-France), dove nel 1934 si sposa con Giovanni Poli (di Gaspare, n. Colzate il 2.4.1905, comunista, in RF). In Francia lavora per 7 anni come domestica nel ristorante ‘Refettorio Credito Lionese’ di Parigi. Rientrati temporaneamente in Italia, per qualche giorno nell’agosto 1938 i due coniugi fanno propaganda a Colzate e per non essere arrestati riescono, il 26.8.1938, a rientrare in Francia a Bobigny, rue de Paris 63, dove risiedono. Il 6.6.1939 i loro nomi sono inseriti in RF, da arrestare in caso di rimpatrio e nella stessa data la questura di Bergamo si rivolge al Comando dei Cc di Bergamo e al Commissariato di Ps di Treviglio, scrivendo che i coniugi Poli e Ismondi “residenti a Parigi sono ritenuti elementi che il partito comunista potrebbe utilizzare per assolvere incarichi di fiducia nel Regno. Qualora essi rientrassero o fossero rientrati nel Regno, pregasi disporne l’arresto. Particolare raccomandazione si prega rivolgere al Comando Staz. CC.RR. di Gandino”. Il 27.7.1939 il vice-brigadiere Giuseppe Ranza dei Cc di Gandino, in assenza di fotografia, fornisce alla questura di Bergamo la descrizione dei connotati della Ismondi: “Statura metri 1.60 circa; Torace metri 0,83 circa; Colorito roseo; Capelli biondi; Occhi castani; Viso rotondo; Sopracciglia castane; Dentatura sana; Bocca regolare; Veste elegantemente; Parla con accento bresciano e bergamasco”. Il 14.1.1942 si trasferisce in Germania, a Berlino, dove lavora in uno degli impianti industriali della AEGE. Il 22.6.1942 i Cc di Gandino scrivono alla questura di Bergamo che “la Ismondi si troverebbe in Germania e con lei probabilmente il marito. Ad entrambi, devesi negare la rinnovazione del passaporto e la iscrizione al fascio. Sono elementi assolutamente immeritevoli”. Nel luglio 1942 i due coniugi sono segnalati a Berlino. Ismondi viene fermata al Brennero il 25.9.1942 e tradotta a Bergamo nelle carceri giudiziarie di Bergamo di via B. Colleoni 15, dove viene interrogata il 27.10.1942. Durante l’interrogatorio ricostruisce in sintesi la sua esperienza e, in conclusione, osserva che “non mi sono mai occupata di politica e non sono mai stata iscritta a partiti, né ho contribuito a collette di alcun genere. Facevo una vita di casa e non conoscevo alcuno”. Rilasciata il 6.11.1942, il 7.11.1942 viene munita di foglio di via obbligatorio per Colzate e sottoposta a vigilanza. Il 13.11.1942, “per cessati motivi”, c’è la segnalazione di revoca delle ricerche, attivate con l’iscrizione in BR e nella RF. Segnalata ancora a Colzate nel febbraio 1943 in seguito al rilascio della carta d’identità, da lei richiesta scrivendo direttamente da Bondo al Commissario di Ps, dopo averla già richiesta e aver avuto un primo rifiuto, e presentandosi, nella lettera del 19.1.1943, come “proveniente dalla Germania come lavoratrice metallurgica partita dalla Francia e ritornata per rimpatrio volontario in Italia dopo 18 anni di lontananza dalla patria”. La carta d’identità, con decisione del podestà Valentino Solari, viene concessa il 22.1.1943 dal comune di Colzate. Cpc, b. 2649, 1937-1942. (G. Mangini)