Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Gazzaniga (Bg) il 10.1.1906, panettiere, definito 'acceso antifascista', risiede all’estero. Ha un fratello, Luigi Angelo, la cui residenza, in seguito a matrimonio, è ad Arona dal 3.6.1939, a sua volta incluso nell’elenco dei sovversivi, e una sorella, Giannina Battistina, detta Lina, residente a Gazzaniga. Espatria in Francia con regolare passaporto nel 1923, ottiene il rinnovo del passaporto dal R. Consolato di Cannes nell’aprile o maggio 1925. Sposato con una spagnola, Josefa Baleghez, da cui ha avuto due figli, Odette e Luigi. Arriva a Barcellona il 22.10.1936 proveniente da Lunelle (Montpellier). Secondo le informazioni raccolte a suo nome nell’archivio dell’Aicvas, conservato a Milano, Lazzari si sarebbe arruolato nella IIIa brigata dei Carabineros ‘Turia’ come staffetta e come autista. In effetti, Lazzari è proprietario di un camion, pertanto si offre al governo repubblicano e con il camion trasporta materiale da guerra dal porto ai vari depositi. Nel 1938 viene inviato alla caserma ‘Rebasada’ per un corso di motociclista e poi destinato al fronte di Aragona presso una Brigata Internazionale, dove rimane due mesi, per tornare a Barcellona e seguire da lì le sorti della Brigata, sciolta e inviata verso la Francia, malgrado Lazzari avesse chiesto di continuare a servire il governo della repubblica. Nel gennaio 1939 è in Francia nel campo di smobilitazione di Cardedeux. Il 21.9.1939 viene segnalato dalla Questura di Bergamo come persona da arrestare e nell’ottobre 1939 iscritto in BR, schedina n. 0797. Nel 1939 è segnalato nel campo di concentramento di Argelés-sur-mer, per poi passare nel 1940 a quello di Gurs, dove risulta ancora presente nell’aprile 1940, mentre da una nota del 4.5.1940 dei Cc di Gazzaniga alla Questura di Bergamo, emerge che Lazzari è arruolato nell’esercito francese presso il campo di Voldabon (dipartimento del Doubs) a difesa di fortificazioni militarizzate, nella 303° compagnia di lavoratori stranieri. Anche la moglie i figli sono in Francia ma separati e in una località di cui Lazzari è all’oscuro, per volontà delle autorità francesi. Ancora nel marzo 1943 viene controllata la posta ai suoi parenti: il padre, la madre, il fratello Luigi Angelo Lazzari. Il controllo viene revocato l’8.3.1943. Invece, la segnalazione di “Revoca delle ricerche” viene inoltrata al Ministero dell’Interno dal questore di Bergamo G. Masiero il 13.1.1950. Come risulta dalle ricerche dello studioso Matteo Cefis, era ancora in vita nel 1979, forse a Marsiglia, dopo aver ottenuto la cittadinanza francese. Cpc, b. 2743, 1939-1943. Un fascicolo a suo nome è conservato in ACS, fondo ‘Polizia Politica’, b. 707. (G. Mangini)