Lecchi Angelo Antonio


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n. busta
60
n. fascicolo
1799
Primo estremo
1926
Secondo estremo
1949
Cognome
Lecchi
Nome
Angelo
Altri nomi
Antonio
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1884/01/16
Livello di istruzione
licenza elementare
Professione
operaio minatore
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a San Gervasio d’Adda (Bg) il 16.1.1884, operaio e minatore, forse anarchico. Sposato con Natalina Caldari di Capriate d’Adda, ha due figli, Mario e Claudina. Dall’ottobre 1913 risiede negli Usa mentre la moglie rimane in Italia, dove lavora come operaia presso lo stabilimento di Crespi d’Adda e dove anche la figlia trova lavoro già in giovane età. Allo scoppio della prima guerra mondiale non rientra in Italia, in quanto riformato essendo affetto da strabismo. Periodicamente invia varie somme di denaro per il mantenimento dei figli e per il riscatto di un appezzamento di terra di 4 pertiche a Capriate d’Adda (Bg) a favore della famiglia. Rientra in Italia dal 12.11.1925 al 10.5.1926, periodo durante il quale non esercita alcun lavoro ma si dedica alla cura della casa e della famiglia. Il 21.11.1926 i Cc di Capriate d’Adda ricevono dal segretario della sezione di San Gervasio d’Adda, Ilario Arrigoni, una parte di un giornale, «Il Progresso», stampato negli Usa, sul quale, aggiunta a mano, compare una scritta che elogia l’attentato compiuto nei confronti di Mussolini. Il giornale è stato mandato dagli Usa ad Attilio Lecchi (di Giovanni e Maria Magni, n. nel 1870 a San Gervasio), milite fascista della Mvsn e cugino di Angelo Lecchi, anche se tra i due non ci sono buoni rapporti. Viene subito deciso di perquisire le abitazioni di coloro che, da San Gervasio, sono emigrati negli Usa, alla ricerca di indizi che possano permettere di identificare il mittente. La perquisizione realizzata a casa della moglie porta al rinvenimento di due lettere di Lecchi. Dal confronto della grafia delle lettere con quella dello scritto autografo sul giornale e, in particolare, da una frase ‘sospetta’ contenuta in quella scritta l’1.10.1926, emerge che effettivamente l’autore della scritta è proprio Lecchi. La frase è la seguente: “Ci rincresce a tutto il mondo intiero del colpo fallito al ladrone però si spera un’altra rivincita la 4 volta”. Nel dicembre 1926 il Ministero degli Esteri informa il prefetto di Bergamo che Lecchi risiede al n. 348 Lansing Avenue di Yougstown (Ohio), lavora come operaio nelle fonderie d’acciaio, spesso produce e smercia bevande alcooliche, conduce vita ritirata e non fa mistero del suo antifascismo; tuttavia, prosegue la nota del Ministero degli esteri, “se contrariato nelle discussioni, attenua le sue dichiarazioni ultra-sovversive, si contraddice e finisce per atteggiarsi a deficiente”. L’1.12.1926 la moglie di Lecchi viene convocata presso la caserma dei Cc di Capriate d’Adda e interrogata sul marito. Oltre a ricostruire le vicende fin qui riportate, afferma: “Mio marito durante la sua permanenza a casa mia, si è sempre dimostrato di carattere calmo, affezionato alla famiglia, attaccato all’interesse, e, più non essendosi dedicato a nessun lavoro, come ho già detto, durante il giorno mentre io e la figliuola maggiore eravamo al lavoro, lui curava la casa e provvedeva a fare da mangiare”. Nel fascicolo è anche contenuta la trascrizione, battuta a macchina, di un articolo comparso sul pezzo di giornale inviato dagli Usa e intitolato: La nera miseria impera su l’Italia manganellata. Inserito in RF dal 4.12.1932 col n. 01745 e con foto. Il 20.7.1939 il Cpc, sulla base delle informazioni ricevute dagli Usa, informa il prefetto di Bergamo sulla situazione di Lecchi, che lavora come minatore in un piccolo villaggio minerario a poche miglia da Johnstown, in Pennsylvania: “E’ abitualmente dedito all’ubriachezza, politicamente non ha alcuna idea precisa. Nei momenti di lucidezza professa sentimenti d’italianità e grande ammirazione per il Duce e la sua opera (..) Con i connazionali con i quali è a contatto si è mostrato sempre corretto, e nessuno di essi ha mai sentito da lui cose men che rispettose nei riguardi del nostro Capo del Governo”. L’11.2.1949 il questore Masiero chiede informazioni su Lecchi ai Cc di Capriate San Gervasio, definendolo impropriamente ‘anarchico’. I Cc rispondono che Lecchi risulta cittadino americano, residente a Tire Hill - Somerset County, Pennsylvania, Usa. Nel fascicolo sono conservate tre sue fotografie. Cpc, b. 2752, 1926-1939. (G. Mangini)
Familiari
Lecchi Sebastiano (padre)
Nato nel 1860, contadino.
Gambirasio Caterina Maria (madre)
Contadina.
Caldari Natalina (moglie)
Nata a Capriate d'Adda (Bg) nel 1887.
Lecchi Mario (figlio)
Lecchi Claudina (figlia)
Lecchi Attilio (cugino)
di Giovanni e Maria Magni, nato nel 1870 a S. Gervasio, milite fascista della Mvsn.
Lecchi Angelo Antonio (fratello)
Nato a San Gervasio d’Adda il 6.1.1884.
Lecchi Maria Margherita (sorella)
Nata a San Gervasio d’Adda il 20.4.1885, morta il 24.6.1885.
Lecchi Angela Teresa (sorella)
Nata a Capriate S. Gervasio il 12.3.1897.
Luoghi di residenza
San Gervasio d’Adda Lombardia Italia (1884 - 1913) Youngstown Ohio Usa 348 Lansing Avenue Tire Hill Pennsylvania Usa
Fatti notevoli
1926
Nel novembre 1926 dagli Usa spedisce ad un cugino fascista un ritaglio del giornale statunitense «Il Progresso», stampato in italiano, in cui a mano aggiunge una scritta in cui elogia l'attentato a Mussolini
In rubrica di frontiera
Informazioni
1932
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
no
Documentazione allegata
fotografie private corrispondenza giornale quotidiano
Altre fonti archivistiche
(ACS-CPC) Archivio centrale dello Stato (Roma), Casellario Politico Centrale
Busta 2752, Fascicolo