Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Osio Sotto (Bg) il 13.5.1915, manovale, antifascista. Ha frequentato la terza elementare, è stato nelle organizzazioni giovanili fasciste, nel 1935 non ha fatto il servizio militare perché riformato. Lavora come manovale edile per l’impresa F.lli Ferretti, che esegue lavori in appalto negli stabilimenti metallurgici della Dalmine. Ha un fratello minore che è nato l’1.4.1924. Viene arrestato dai Cc di Bergamo il 18.3.1938 per aver scritto frasi ingiuriose contro Mussolini su una lavagna all’interno degli stabilimenti Dalmine. Sulla lavagna c’era già scritto “Viva il Duce” e Maffeis, accanto alla scritta, ha disegnato una testa di uccello e posto la scritta “Capo degli uccelli sporchi”, anche se lui sostiene di aver scritto, anziché “sporchi”, il termine “spada”. Le scritte, eseguite di mattina presto, vengono notate dagli operai Aldo Baldini, Simone Belloli e Giuseppe Ghislandi, che ne informano il segretario del fascio di Dalmine, dott. Emilio Taddei, impiegato presso gli uffici della Dalmine, che a sua volta denuncia l’accaduto ai Cc. Questi provvedono il giorno stesso al suo arresto e il giorno dopo, 19 aprile, alla sua traduzione presso le carceri di Sant' Agata. Nello stesso giorno gli viene scattata la fotografia in duplice posa che è conservata nel fascicolo. Il 14.5.1938 compare davanti alla Commissione Provinciale per il confino di polizia di Bergamo. Il 18.5.1938 il questore Pumo scrive al prefetto: “Da nuovi accertamenti da me personalmente condotti è risultato in modo inequivocabile che la frase vergata dal Maffeis era precisamente quella di contenuto offensivo già riferito. La scritta fu veduta da quattro persone che hanno concordemente e con tutta sicurezza dichiarato che la parola “sporchi” era scritta in maniera chiara e non poteva scambiarsi con altro vocabolo, come vorrebbe sostenere il Maffeis. Aggiungo che dalle nuove indagini è sorto il dubbio che la frase avesse anche un significato sconcio e perciò maggiormente offensivo di quanto apparentemente potrebbe figurare. Infatti nel gergo volgare con il vocabolo “uccello” si intende il membro virile. Confermo perciò la denuncia per il provvedimento del confino nei confronti del Maffeis. Il Questore Pumo”. La Commissione però, dopo il supplemento di inchiesta, ritiene non provata la responsabilità di Maffeis e ne dispone la scarcerazione senza alcun provvedimento nei suoi confronti. Liberato il 17.6.1938, poco tempo dopo svolge a Roma per 18 mesi il servizio militare, dal quale in un primo tempo era stato esonerato e dal quale si congeda il 29.2.1940. Rimasto disoccupato, nel gennaio 1941 viene assunto ancora alla Dalmine come manovale, negli stabilimenti ausiliari, ma dopo due mesi di lavoro viene licenziato appunto per i motivi politici della vicenda precedente. Il 22.7.1941, su carta intestata ‘Partito Nazionale Fascista - Federazione dei Fasci di Combattimento - Bergamo - Servizi Politici - Ufficio Disciplina - n° B. 3/5695’, il segretario federale del Pnf di Bergamo Gino Gallarini e l’Ispettore Federale per Disciplina Schedario e Tesseramento avv. Paolo Bondi, scrivono alla Questura di Bergamo, dopo aver già scritto senza risposta il 13 giugno precedente, per sapere se Maffeis non abbia subito provvedimenti dall’autorità giudiziaria allo scopo di valutare la sua riammissibilità nel Pnf. L’1.10.1941 viene riammesso nel partito fascista. Radiato nel 1942. Cpc, b. 2910, 1938-1942. (G. Mangini)