Pardini Augusto Ermindo Mario

n. busta
82
n. fascicolo
2463
Primo estremo
1894
Secondo estremo
1930
Cognome
Pardini
Nome
Augusto
Altri nomi
Ermindo Mario
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1875/08/15
Livello di istruzione
diploma scuola tecnica
Professione
correttore di bozze
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Pistoia il 15.8.1875, correttore di bozze, anarchico, schedato. Ha una sorella, Ubalda, sposata a Firenze, e un fratello, Ferruccio, barbiere a Bergamo. Studia e si diploma nelle scuole tecniche di Volterra (Pi), dove il padre lavora dal 1889 presso il locale carcere come sottocapo guardia carceraria. Il 25.11.1890 viene condannato dal Tribunale di Volterra a 12 giorni di prigione per istigazione a delinquere perché il 20.9.1890, mentre tra le grida di protesta dei presenti i Cc stavano traducendo nella loro caserma Giuseppe Vicari, da loro arrestato per ‘grida sediziose’, il quindicenne Pardini esortava la folla non a gridare ma a liberare l’uomo. Per la sua giovane età la pena non viene scontata. Nel 1891 a Volterra conosce l’avvocato anarchico Pietro Gori, rimanendone profondamente affascinato. Nel marzo 1893 il padre viene trasferito presso il carcere dell’isola di Pianosa. Durante il soggiorno nell’isola, approfittando del lavoro del padre e nonostante i suoi ripetuti richiami, avvicina le guardie carcerarie del penitenziario e i soldati del presidio militare locale per svolgere propaganda anarchica. Nell’ottobre 1893 compie un breve viaggio in Francia (Nizza, Marsiglia e Lione). Agli inizi del gennaio 1894 ricompare a Volterra, dove è sospettato di aver diffuso scritti che inneggiano al movimento dei fasci siciliani. Arrestato, viene ricondotto a Pianosa con il foglio di via obbligatorio. Per questi comportamenti del figlio, la direzione generale delle carceri del Ministero dell’Interno, con ordinanza del 10.3.1894 trasferisce il padre al carcere di Bergamo, per meglio tener sotto controllo il giovane. Il trasferimento a Bergamo della famiglia, che alloggia in Città Alta, prima in via Solata e poi in via B. Colleoni 15, all’angolo con via Sant' Agata, avviene alla fine del giugno 1894. A Bergamo il padre cerca inutilmente di trovare una qualche stabile occupazione al figlio, che il 21.7.1894 si allontana da casa senza dar notizia di sé. Il padre ne informa la direzione del carcere e questa la Prefettura, che già dal giorno seguente, il 22.7.1894, si mette in azione allertando le prefetture legate alle vicende biografiche della famiglia, come quelle di Pistoia (comune di nascita di Pardini), Pisa (da cui dipende la Sotto-prefettura di Volterra), Firenze (dove risiede la sorella), per il rintraccio e l’arresto di Pardini. Individuato a Lugano, il prefetto di Bergamo si rivolge al console italiano per il Canton Ticino di Bellinzona per dar luogo alla sua sorveglianza. In realtà, già pochi giorni dopo il suo allontanamento Pardini scrive al padre e spiega il suo allontanamento volontario con il sentirsi umiliato per essere ancora a carico della famiglia nonostante l’età ormai adulta. Il 16.8.1894 da Lugano scrive di nuovo al padre, annuncia il ritorno e si impegna a rendere pubblicamente noto l’abbandono dell’anarchismo e a cercare lavoro. Tornato a casa, il 22.8.1894 scrive una lettera al direttore del carcere di Bergamo, diretto superiore del padre, dichiarando di prendere le distanze dall’anarchismo e di impegnarsi alla ricerca di un lavoro stabile. Il giorno dopo, 23.8.1894, con Pardini già rientrato in famiglia, il console di Bellinzona risponde alle richieste del prefetto di Bergamo del mese precedente: “Il numero degli anarchici e altri settari che questo consolato dovrebbe sorvegliare è ormai così grande nel Canton Ticino che impossibile riesce tener dietro ai passi di ciascuno di essi”. Tuttavia, il console riferisce che Pardini era stato segnalato in compagnia di altri anarchici a Lugano il mese precedente, il 24.7.1894, e che aveva tentato di farsi assumere come cameriere presso l’Hotel National a Lugano Paradiso. Nel settembre 1894 presenta al prefetto domanda per essere ammesso agli imminenti esami per diventare segretario comunale: la domanda viene accolta e gli esami superati, anche se non diventerà segretario comunale. Tra le varie ipotesi prese in considerazione dalla famiglia per il suo futuro c’è anche l’arruolamento volontario nell’esercito, che però necessita di un certificato di buona condotta relativo al periodo precedente all’arrivo a Bergamo. Il certificato viene rilasciato dal sindaco di Marciana Marina, dal cui comune dipende amministrativamente Pianosa, ma rifiutato dal sottoprefetto di Portoferraio, nel cui territorio di competenza è compresa l’isola toscana. Nel corso del 1894 si sposta su posizioni socialiste. Il 22.1.1895 la prefettura di Como, con qualche mese di ritardo, informa quella di Bergamo che Pardini, in realtà da tempo a Bergamo, si trova a Lugano. Nello stesso mese di gennaio viene assunto come praticante gratuito presso il tribunale di Bergamo grazie all’interessamento del presidente del tribunale stesso. Intanto il padre viene trasferito dal carcere di Bergamo a quello di Breno (Bs) come capo guardiano. Una nota della Questura di Bergamo del 24.3.1896 informa che “Pardini, in occasione delle ultime elezioni generali politiche, in una riunione pubblica tenutasi in questo politeama Givoli parlò in senso socialista. Ultimamente qui era affiliato al partito socialista, cercando in ogni occasione di esporre le sue idee”. Il 3.4.1896, sempre senza lavoro, si trasferisce a Breno presso il padre, per rientrare poi a Bergamo alla metà del settembre successivo. Il 30.9.1896 il prefetto di Bergamo chiede informazioni al sotto-prefetto a Breno, il quale informa che Pardini, dopo 5 mesi di buona condotta, è tornato a Bergamo presso il fratello Ferruccio nella speranza di trovare lavoro stabile. A Bergamo trova lavoro come scrivano presso lo studio dell’avvocato Ghisleni. Le sue convinzioni, ormai socialiste, si manifestano pubblicamente nel corso della campagna elettorale per le elezioni politiche svoltasi a Bergamo nel marzo 1897. É infatti tra i più accesi sostenitori della candidatura dell’avvocato socialista Federico Maironi, non eletto, nel corso della quale polemizza con «L’Unione», giornale liberale moderato locale. Tra la fine di aprile e gli inizi di maggio 1897 lascia il lavoro di scrivano e si arruola volontario nel battaglione del colonnello socialista Enrico Bertet (1826-1899) che, in antagonismo con quello comandato da Ricciotti Garibaldi, partecipa alla guerra greco-turca. Rientra dalla Grecia a Bergamo il 31.5.1897 e, il giorno dopo, con foglio di via, è mandato dal padre a Breno. Lascia di nuovo Breno per Bergamo il 18.6.1897 con l’intenzione di trovare lavoro stabile. Nel corso dell’estate del 1897 riprende il lavoro di scrivano presso lo studio dell’avvocato Ghisleni prima e in quello dell’avvocato Maironi poi. Lascia anche questi impieghi per recarsi a Parigi, forse come interprete presso un ristorante. Presto anche questo tentativo fallisce e nel novembre 1897 rientra a Breno presso il padre, poi ancora a Bergamo il 5.12.1898, presso il fratello Ferruccio in via Colleoni 6. Nel giugno 1899 si trasferisce a Lugano. Nel corso del 1911 lavora ad Alzano Maggiore (Bg) come impiegato presso la Società Italiana Calce e Cementi, dove rimane due mesi, poi si trasferisce a Bergamo in via Broseta 52. Nel 1913 si trasferisce a Milano in via Sansovino 1 fino al 1920, mentre dal 1921 trasloca in viale Venezia 16 fino al 1926, poi all’Albergo Popolare di via Marco d’Oggiono 9. Dal suo trasferimento a Milano lavora come correttore di bozze al «Corriere della Sera» fino al 1923, al «Secolo» fino al 1924, nel 1925 per la casa editrice Sonzogno di Matarelli, nel 1926 per la casa editrice Unitas e dal 1927 in poi ancora presso Sonzogno in via Passarella 13. Radiato il 22.3.1928. Cpc, b. 3729, 1894-1931, scheda biografica. (G. Mangini)
Familiari
Pardini Gaspare (padre)
Guardia carceraria
Zecchi Fortunata (madre)
Pardini Ubalda (sorella)
Pardini Ferruccio (fratello)
Barbiere a Bergamo.
Luoghi di residenza
Pistoia Toscana Italia (1875 - 1889) Volterra Toscana Italia (1889 - 1893) Pianosa Toscana Italia (1893 - 1894) Bergamo Lombardia Italia via Colleoni 15 (1894 - 1913) Milano Lombardia Italia (1913 - )
Fatti notevoli
1894
Agli inizi del gennaio 1894 a Volterra è sospettato di aver diffuso scritti che inneggiano al movimento dei fasci siciliani.
1897
E' trai più accesi sostenitori della candidatura del socialistaFederico Maironi alle elezioni politiche del 1897.
1897
Partecipa come volontario, agli ordini del colonnello Bertet, alla guerra greco-turca.
Sanzioni subite
carcere (1890/11/25 - )
Il 25.11.1890 il Tribunale di Volterra lo condanna a 12 giorni di prigione per istigazione a delinquere, perché il 20.9.1890, mentre tra le grida di protesta dei presenti i Cc stavano traducendo nella loro caserma Giuseppe Vicari, da loro arrestato per ‘grida sediziose’, il quindicenne Pardini esortava la folla non a gridare ma a liberare l’uomo. Per la sua giovane età la pena non viene scontata.
arresto (1894/01 - 1894/01)
Agli inizi del gennaio 1894 viene arrestato a Volterra perché è sospettato di aver diffuso scritti che inneggiano al movimento dei fasci siciliani.
Relaz. con altri soggetti
Gori Pietro (anarchico)
Maironi Federico (socialista)
Bertet Enrico (militare socialista)
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
Data di esclusione
1928
Documentazione allegata
giornale quotidiano (Copia del quotidiano L'Unione. Organo del Partito Liberale Bergamasco a.VII, n. 79, Bergamo, lunedì 29.03.1897)
Altre fonti archivistiche
(ACS-CPC) Archivio centrale dello Stato (Roma), Casellario Politico Centrale
Busta 3734, Fascicolo